Visco: sciocchezza ridurre l’Irap, non capita sua logica molto moderna

Politica e Primo piano

Intervista a Adnkronos

di Simona Temperini

”La riduzione dell’Irap è una sciocchezza”. ”L’imposta serviva a finanziare la sanità ma se uno inizia a togliere categorie di reddito” dalla base imponibile ”significa semplicemente che non c’è più un collegamento tra spesa sanitaria e costo individuale”. Lo afferma l’ex ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, conversando con l’Adnkronos. ”Adesso si vuole escludere di nuovo il lavoro autonomo e piccole imprese o alcuni settori di essi” con il risultato che ”quelli che più si erano battuti per l’esclusione del lavoro dipendente dall’Irap, cioè Confindustria, non si sono resi conto che poi la pagavano solo le grandi imprese”. ”L’Irap era un’imposta che aveva una logica molto moderna e ciò non è mai stato capito però ne avremo bisogno in futuro”, spiega l’ex ministro che fu tra gli ‘artefici’ dell’imposta. ”Adesso in molti paesi stanno introducendo a pezzi e bocconi imposte che alla fine, sommate tutte quante, assomigliano all’Irap perché tutti hanno il problema di fiscalizzare i contributi e in particolare quelli sanitari”. L’imposta regionale sulle attività produttive ”tassava il reddito nazionale netto e serviva a finanziare la sanità, era proporzionale e quindi tutti pagavano un contributo sanitario attraverso l’Irap, dopodiché se le regioni sforavano nella spesa dovevano aumentare l’imposta. Adesso questo disincentivo è venuto meno, sta venendo meno. quindi è proprio una sciocchezza”, sottolinea Visco. Infine ”se sostituisco un’imposta a larga base, per recuperare il gettito su singole imposte con base minore tipo l’Ires devo aumentare le aliquote molto, e questo è sbagliato”.

 

”I soldi non ci sono, perché per fare un’operazione pulita ci vogliono almeno 3 miliardi e qui ce n’è uno, quindi faranno un pasticcio”. ”Stanno solo abolendo pezzi, a pezzetti ne cancellano un pezzo alla volta”. Lo afferma l’ex ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, conversando con l’Adnkronos in merito al taglio dell’Irap. ”La toglieranno a qualcuno sì e agli altri no e si aggraverà la disparità tra diversi tipi di reddito e di lavoro”, sottolinea il presidente del Nens. ”E’ un’operazione spicciola e aggraverà la disparità tra diversi tipi reddito e di lavoro”. Secondo Visco ”è stata una sciocchezza l’intervento fatto dal governo Renzi” e altri interventi successivi.

 

”Le 4 aliquote in realtà quante saranno una volta che si esamina l’andamento effettivo dell’imposizione? Ci saranno almeno altri 2-3 scaglioni impliciti”. Lo afferma l’ex ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, conversando con l’Adnkronos in merito alle modifiche dell’Irpef. “Poi si può discutere sulla distribuzione del carico: nel momento in cui uno riduce le aliquote in basso, l’effetto è che si trascina su tutti i redditi più alti, e infatti hanno dovuto abbassare la soglia dell’ultimo scaglione, quella del 43%, che dovrebbe scattare dai redditi oltre i 55.000 euro”, spiega. In altre parole le modifiche che riguardano i redditi più elevati ”servono a recuperare la perdita di gettito, o meglio a vanificare il beneficio che avrebbero avuto i redditi più alti”.

 

Dalla definizione dell’intervento sull’Irpef ”emerge un aggiustamento dell’imposta attuale, eliminandone o riducendone gli aspetti più discutibili o anche tecnicamente meno accettabili. Non credo che questo risolva il problema della struttura dell’imposta irpef in modo adeguato”. Lo afferma l’ex ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, conversando con l’Adnkronos.

 

Sull’Irpef ”si è abbandonata la soluzione ottimale, che era di fare una funziona matematica continua per non avere tutti questi salti da uno scaglione all’altro, non avere aliquote implicite eccetera”. Lo afferma l’ex ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, conversando con l’Adnkronos in merito alle modifiche dell’Irpef. ”Per fare una riforma vera, di questo tipo, servivano più soldi, il doppio almeno”, spiega. ”Non c’è stato alcun intervento sulla base imponibile, cioè sulle spese fiscali, che pure potevano dare risorse per usarle per la riduzione delle aliquote. Siamo in una situazione di transizione ancora, bisognerà vedere se andrà avanti la delega o si blocca”.

 

‘Siamo sempre a una visione corporativa e cedolare del sistema fiscale” che negli anni passati ”abbiamo frammentato in base a tipologie di reddito e di contribuenti”. Lo afferma l’ex ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, conversando con l’Adnkronos in merito alle modifiche dell’Irpef. ”Siamo tornati alla situazione preriforma del ’73”, aggiunge. ”L’ambizione della delega era di andare oltre, però non mi sembra che stiamo andando in questa direzione. Anche se, sul piano strettamente tecnico, questa cose è una pulizia dei guasti che erano stati compiuti”, osserva il presidente del Nens. ”In prospettiva ci saranno di nuovo gli stessi problemi e poi, in futuro, dovremo ristrutturare i sistemi fiscali in una direzione del tutto diversa da quello che ora le attuali maggioranze o composizioni parlamentari immaginano”, assicura Visco. Infine, in un paese come l’Italia ”non si possono ridurre le tasse se contemporaneamente non si recupera l’evasione, semplicemente perché non ci sono le risorse”.