Pubblicato su Domani
di Vincenzo Visco
Alcuni anni fa, quando idee che oggi fanno parte del senso comune apparivano avveniristiche, un rapporto del Centro studi Nens suggeriva di introdurre, oltre alla fatturazione elettronica, la trasmissione telematica dei corrispettivi (scontrini e documenti analoghi) direttamente all’Agenzia delle Entrate in modo da rendere impossibile la pratica, molto diffusa, di emettere gli scontrini e poi non dichiarare i ricavi relativi. Si suggeriva inoltre di abbinare a questa misura una apposita lotteria in modo da incentivare la richiesta di emissione di scontrini e ricevute, secondo l’esempio di altri paesi. Oggi la lotteria viene introdotta, parte a gennaio, ma la trasmissione telematica dei corrispettivi non è ancora diventata obbligatoria per tutti. Inoltre la lotteria è stata concepita in modo da rendere più difficile il raggiungimento degli obiettivi desiderati.
Innanzitutto non si tratta di una lotteria istantanea, bensì differita, i premi sono molto ridotti e soprattutto, a causa di una delle tante decisioni stravaganti dell’Autorità garante della privacy, per partecipare alla lotteria non sarà sufficiente fornire il proprio codice fiscale come per gli acquisti in farmacia, ma ci si dovrà registrare su un apposito sito, ottenere un codice alternativo a quello fiscale, fornirlo al venditore e attendere le estrazioni. Tale procedura non aiuta certamente a ottenere i risultati desiderati. Il consumatore che vorrà partecipare alla lotteria dovrà collegarsi al sito www.lotteriadegliscontrini.gov.it e inserire il proprio codice fiscale; in questo modo il sistema gli comunicherà il “codice lotteria” che dovrà essere esibito (anche. sullo smartphone) ogni volta che farà degli acquisti superiori a un euro. Il governo ha poi deciso di introdurre ulteriori incentivi per chi effettua pagamenti con moneta elettronica, molto costosi per il bilancio pubblico, e che ovviamente andranno a beneficio soprattutto di coloro che già sono abituati all’uso delle carte.
Anche in questo caso sarà necessario registrarsi preventivamente utilizzando una apposita applicazione (chiamata “IO”), confermando così la vocazione a complicare le cose semplici. L’obiettivo in questo caso è quello di scoraggiare e ridurre l’uso del contante.
Qui si sopravvaluta, probabilmente, la relazione tra pagamenti in contanti ed evasione fiscale (che pure esiste), dal momento che la parte probabilmente più rilevante dell’evasione si verifica a monte delle vendite al dettaglio attraverso la manipolazione dei bilanci e delle registrazioni contabili, indipendentemente dalle modalità di pagamento.
Come spesso accaduto negli ultimi anni, anche il governo Conte fa scelte in apparenza, e in teoria, giuste, ma le realizza in modo discutibile se non errato, limitandone così in modo considerevole la portata innovativa.
La soluzione più razionale sarebbe stata quella di riaffermare l’obbligatorietà generale della trasmissione telematica di tutti i corrispettivi (anche quelli di professionisti, artigiani eccetera), di introdurre una lotteria istantanea e non differita, in modo da rendere evidente la possibilità di vincere, con premi frequenti e visibili, utilizzare direttamente il codice fiscale, e per coloro che utilizzano le carte di credito. utilizzare il canale dei gestori delle carte stesse, non soltanto per i pagamenti, ma anche per l’erogazione dei premi in modo da superare le obiezioni della privacy e le registrazioni aggiuntive.
Sembra che la app IO per partecipare al piano Cashback sia stata scaricata in questi giorni 6 milioni di volte, grazie anche alla insistita pubblicità effettuata dal governo e dai media, e quindi un risultato simile a quello avvenuto dalla applicazione Immuni per tracciare i contagi da Coronavirus. Staremo a vedere.
Quello che è certo è che risultati molto migliori e con costi più bassi per il bilancio pubblico potevano essere ottenuti seguendo modalità diverse e in grado di coinvolgere tutti i consumatori e non solo quelli che hanno la pazienza e la capacità di utilizzare meccanismi di registrazione specifici e poco comprensibili.