Visco: il governo faccia come Google, big data contro chi evade

Politica e Primo piano

Intervista a Il Fatto quotidiano

di Luciano Cerasa

“L’evasione fiscale si combatte con la tracciabilità delle transazioni economiche e applicando ritenute alla fonte per tutti, per far questo l’Amministrazione finanziaria va ricostruita, rilegittimata e addestrata a utilizzare le nuove tecnologie; poi c’è da ripristinare un penale tributario accettabile, ma non è questa la questione centrale”. Ministro delle Finanze e del Tesoro nel ’96, viceministro con delega alle Finanze nel 2006, Vincenzo Visco si porta dietro quel nomignolo, “Dracula”, appioppatogli da Giulio Tremonti.

Avevate aumentato le tasse?

Al contrario le avevo ridotte e ne avevo abolite un bel po’, almeno 4,5 punti di Pil di recupero permanente di evasione tra il 2006 e il 2008, quando c’erano i famosi “tesoretti” di Padoa-Schioppa, frutto del recupero che facevamo. Per loro ero Dracula perché facevo pagare le tasse a chi non le pagava. Ma la cosa grave è un’altra…

Quale?

Lo stesso termine nei miei riguardi, anche se dissimulato, lo ha usato Renzi. Uno degli snaturamenti subiti dal Pd in quel periodo è stato proprio sulla questione fiscale, si sono messi a far condoni, hanno tolto la tracciabilità degli affitti, le soglie di punibilità penale e amministrativa sono state elevate, come il tetto per l’uso dei contante.

Salvini in continuità con Renzi?

Anche il governo attuale non ha intenzione di ridurre l’evasione fiscale, quando si dà il messaggio: ‘tagliare le tasse’ la gente capisce che il messaggio vero è non fargliele pagare, mentre si potrebbe recuperare in 2-3 anni almeno metà dell’evasione strutturale che c’è, non è difficile. Il problema non è tecnico ma politico, di consenso, in questo modo si riequilibrano le imposte per chi le paga, si fanno gli investimenti e si riduce il deficit. Non a caso Salvini per la Flat tax prende ad esempio i Paesi dell’Est dove si vanno a delocalizzare le imprese del nord-est: in quei Paesi il livello di sviluppo è molto più basso del nostro, hanno un sistema previdenziale e di welfare minimale. Noi dovremmo essere nel G7 e ci vogliono far diventare come la Bulgaria.

Se si tagliano le imposte si rimettono in circolo risorse.

È una cosa che non esiste, è dimostrato sia scientificamente che in concreto.

La galera agli evasori?

Giusto, ma non è risolutivo. Ci provò il ministro Formica negli anni 80 dopo un condono tombale, poi la magistratura si è trovò subissata di denunce e in galera non ci andò nessuno.

Però la nuova Flat tax ha riscosso molto successo tra professionisti e imprese…

In realtà è un regime forfettario per imprese e professionisti con redditi medio-alti che non ha giustificazione. Ha creato non solo disparità di trattamento ma anche una nuova possibilità di evasione dell’Iva perché i forfettari sono diventati consumatori finali. Il limite di 65 mila euro di fatturato include la quasi totalità dei professionisti italiani e nessuno è in grado di verificarlo, insomma se la cantano e se la suonano. E quando Di Maio controbatte dicendo che la Flat tax deve andare solo a vantaggio dei ceti medi è un ossimoro: l’imposta piatta a parità di gettito va a incidere proprio sui ceti medi, rispetto ai ricchi e ai poveri.

L’avanzamento tecnologico potrebbe rivoluzionare anche l’Erario?

Non c’è dubbio. Una misura risolutiva per combattere l’evasione sarebbe l’introduzione di ritenute alla fonte per tutti, anche per i redditi d’impresa, alla quale andrebbe aggiunto l’uso sistematico delle ínformazioni bancarie e finanziarie e altre misure minori, con l’applicazione della tecnologia dei big data l’evasione può sparire del tutto.

Molti obietteranno che Dracula vuole fare il “grande fratello” fiscale…

Sono cose di buon senso: non capisco perché si deve consentire a Facebook e Google cose che si vogliono negare agli Stati. Dobbiamo decidere quale società vogliamo, se si vuole uno Stato in cui a ciascuno viene dato il suo si deve fare in modo di ridurre le tasse a chi è tartassato e di farle pagare a chi non le paga, creando nel Paese un clima in cui la giustizia si possa toccare con mano.

Rimarrebbero fuori dai controlli proprio le grandi multinazionali del web.

La soluzione è far fare a queste società offshore bilanci consolidati a livello globale, su cui ripartire le imposte tra i Paesi dove operano.

Anche le ultime denunce dei redditi confermano che il carico fiscale si è spostato su dipendenti e pensionati.

Il prelievo per mantenere il welfare grava 3-4 volte di più su questa base imponibile che si sta riducendo. La soluzione è ripartire il finanziamento del welfare su tutti i redditi e non solo su quello da lavoro: si dimezza il costo del lavoro e a pagare meno saranno le imprese con più dipendenti.

L’Irpef così com’è non funziona più?

Bisognerebbe tornare a un’imposta con molte aliquote, o addirittura con una funzione matematica continua come in Germania, che sgravi di più i ceti medi e lasci le cose come stanno in basso, dove non paga nessuno, ma aumenti il prelievo sui redditi più elevati. L’alternativa è lasciare l’Irpef sui soli redditi da lavoro e congegnare una tassa ordinaria sul patrimonio immobiliare e finanziario, personale e progressiva, sui capitali, con aliquote molto basse, da zero a uno, uno e mezzo per cento. Oggi il 26% sui redditi da capitale li paga pure la vecchietta che ha i buoni postali. Con questo sistema non pagherebbe più niente.