“Sull’orlo del far west”: no di Articolo 1 alla nuova (sempre) legittima difesa e al Pd che rincorre la Lega

Politica e Primo piano

E’ rottura nella maggioranza sul provvedimento sulla legittima difesa, approvato ieri in prima lettura dalla Camera. Articolo 1, insieme a Sinistra Italiana, Possibile, Movimento Cinque Stelle e anche a Forza Italia, Lega Nord (show in aula di Matteo Salvini che si è fatto cacciare dalle tribune) e Fratelli d’Italia, ha votato contro l’ultima versione del provvedimento, approvato dal Pd insieme ad Ap e Civici e Innovatori. “Un pastrocchio del Pd”, ha commentato a caldo il capogruppo di Mdp Francesco Laforgia: “L’articolo 52 del codice penale – ha spiegato Laforgia – e una lunga giurisprudenza già prevedono, ampiamente, la non punibilità di chi si difende davanti al pericolo attuale di un’offesa ingiusta. Cioè la legittima difesa esiste già. Ma c’è una differenza enorme tra il diritto alla difesa e la giustizia fai da te. Il provvedimento voluto dal Pd è non solo un pastrocchio che rischia, per l’indeterminatezza che introduce, di non tutelare efficacemente le vittime delle aggressioni. Ma è anche un arretramento sul piano della civiltà giuridica. Lo dico con la malinconica consapevolezza che, neanche su questo, quel partito è riuscito ad essere un argine alle pulsioni di una politica che vive sulle paure delle persone”.

Gli emendamenti del relatore David Ermini (Pd) hanno ampliato la possibilità di ricorrere alle armi da parte della vittima, a prescindere dalla proporzionalità della reazione, stabilendo addirittura che ogni reazione è considerata legittima difesa quando avviene “in tempo di notte”, “con minaccia e inganno”; “in situazioni di pericolo attuale per la vita, l’integrità fisica, la libertà personale o sessuale” o comunque “di grave turbamento psichico” non esiste più eccesso di legittima difesa. Inoltre, nel caso in cui chi ha esercitato la legittima difesa sia stato indagato ma venga assolto, tutte le spese processuali e i compensi degli avvocati saranno a carico dello stato: per il 2017 gli oneri previsti a tale scopo ammontano a 295mila euro. Di fatto, “il nuovo testo approvato oggi alla Camera svuota di fatto il rapporto di proporzione tra offesa e difesa, vanificando un equilibrio che per anni ha rappresentato il punto di tenuta della nostra cultura giuridica. E’ una modifica che risponde più a una logica di propaganda che ad esigenze di sicurezza. E’ la prima crepa che nel tempo si allargherà sempre di più. Ormai siamo sull’orlo del far west”, ha commentato il deputato di Articolo 1 Danilo Leva, mentre in aula Arcangelo Sannicandro ha annunciato il voto contrario denunciando la “legge bluff”: “E’ contraria ai principi garantisti ed è tecnicamente un bluff. Non vi era nessuna necessità di intervenire sulla legittima difesa, perché il nostro ordinamento regolamentava già bene la materia. I dati ci dicono che in Italia i delitti sono in diminuzione e tutti i giuristi hanno fatto appello a non intervenire sulla legittima difesa in questo modo. Dispiace che il governo e il Partito democratico abbiano voluto inseguire la Lega sullo stesso terreno populista e propagandistico e si sia giunti ad approvare una legge che sottintende la liberalizzazione dell’uso delle armi. Siamo contrari ad una legge che incentiva la corsa all’autodifesa. Crediamo che si debba rispondere alla giusta esigenza di sicurezza dei cittadini con ben altri provvedimenti che investano di maggiori responsabilità lo Stato. In sintesi, sul territorio vogliamo più forze dell’ordine e meno cittadini armati”.

Durissimo su Facebook il commento di Roberto Saviano: “Non è consentendo alle persone di armarsi e di sparare che si tutela la sicurezza dei cittadini. E’ solo un’illusione e una mancia politica per ottenere consenso. Con il decreto Minniti e la legge sulla legittima difesa, il Partito democratico ha deciso definitivamente di essere un partito della peggior destra che fa leva su istinto, ignoranza e luoghi comuni. La politica decide di abbandonare la statistica (secondo cui per i reati predatori tra il 2015 e il 2016 c’è stato un calo del 16% e non un aumento) per assecondare la percezione del crimine e ‘invitare’ i cittadini ad armarsi”. Il presidente dell’Unione camere penali Beniamino Migliucci ha parlato di “una legge che nasce su una spinta di alcuni fatti di cronaca che esistono e che preoccupano. E anche su un’idea purtroppo un po’ superficiale, spesso populista, di chi è un po’ alla ricerca del consenso e quindi crede che in certi modi si rassicurino le persone e che questo possa portare anche un vantaggio sotto il profilo elettorale”. In realtà, prosegue Migliucci,”la norma c’è; applicandola correttamente credo che non ci dovrebbero essere problemi. E invece credo che un problema possa essere l’aumento indiscriminato delle armi nel nostro Paese: dove ci sono le armi ci sono spesso più morti, e si usano anche male, e tutti le possono usare male”.