Speranza: ai giovani dico serve più attenzione, proteggete genitori e nonni

Politica e Primo piano

Colloqui con La Stampa

di Maria Rosa Tomasello

«Voglio lanciare un appello ai giovani. In questi giorni ne stiamo vedendo di tutti i colori: discoteche, apericene, locali notturni affollati, assembramenti di ogni tipo. Alle ragazze e ai ragazzi dico: state attenti, perché voi siete il veicolo principale del contagio in questo momento». Roberto Speranza guarda i numeri e scuote la testa: «La situazione è seria. È vero che l’Italia in questa fase sta meglio degli altri Paesi, ma è pura illusione pensare che, mentre nel resto d’Europa il contagio riparte e già si parla di seconda ondata, noi possiamo restare tranquilli e beati dentro i nostri confini».

È una richiesta senza accuse quella che rivolge ai giovani, perché l’illusione di essere al riparo dalla malattia, protetti, può essere una cattiva consigliera e generare effetti incontrollabili. «I ragazzi forse non sanno che oggi l’età media del contagio è scesa a 40 anni – sottolinea il ministro della Salute – mentre solo due mesi fa era 60-65 anni. È chiaro quindi che i giovani sono un veicolo di contagio potenziale pericolosissimo, e non tanto per se stessi. Il vero rischio è che, tornati a casa dalla movida, possano contagiare i loro genitori o i loro nonni». C’è preoccupazione nella voce di Speranza alla fine di una giornata faticosa, in cui la conta dei nuovi positivi ha confermato che la battaglia contro il virus non è affatto vinta. L’ha detto, poco prima, nell’aula del Senato mentre il governo cercava una mediazione sulle regioni sul trasporto pubblico: «Siamo fuori dalla tempesta, ma non siamo ancora in un porto sicuro», ha avvertito, e l’ha fatto sulla scorta di cifre che confermano in modo inequivocabile che il virus continua a circolare e che sottovalutare il rischio è pericoloso, con i nuovi casi quasi triplicati rispetto a lunedì e con l’indice di contagio salito a 1.01 a livello nazionale.

Il ministro che si è ritrovato al centro di un’emergenza senza precedenti dice che questa, oggi, è la priorità. Evitare che il Covid-19 ricominci a diffondersi senza trovare ostacoli, favorito da comportamenti imprudenti. «Le regioni mi stanno incalzando molto sui trasporti, sulla scuola, ma quello è un tema di cui ci occuperemo il 14 settembre, e su questo faremo il punto lunedì prossimo coi governatori. Ma il problema vero, adesso, è fare in modo che i controlli e le preoccupazioni siano massime». Come sempre, è una questione di priorità. E dunque Speranza torna all’inizio del suo ragionamento. «Possiamo stare tranquilli? Le cose non stanno affatto così. E non soltanto perché il contagio riparte in Europa e in Francia e in Spagna siamo oltre i 1300 casi al giorno, ma soprattutto perché anche in Italia la curva si sta alzando: la settimana scorsa – ricorda – eravamo arrivati in due giorni a quota 380, oggi abbiamo superato la soglia dei 400 casi. Noi abbiamo fatto e stiamo facendo tutto quello che è giusto fare, ma non ne siamo affatto fuori: la partita è in pieno corso». Per questo, ribadisce, è indispensabile rispettare le regole anche se la voglia di riappropriarsi per intero della propria libertà, senza più vincoli, dopo le durissime settimane del lockdown, è forte. «Per questo io insisto sul rigore. Su tutti i fronti, e in particolare su quello dei trasporti, sui treni come per le crociere», afferma, rievocando l’ordinanza con cui ha ribadito che in tutti i luoghi chiusi aperti al pubblico è e resta obbligatorio sia il distanziamento di almeno un metro che l’obbligo delle mascherine. L’unico modo per evitare che una nuova ondata del contagio ci travolga.

Le spie ci sono e si moltiplicano sul territorio, da nord a sud, accendendosi come fiammelle. Matrimoni come funerali, case di riposo come centri di accoglienza, uffici come stabilimenti balneari: ogni occasione d’incontro, se si abbassano le difese, può trasformarsi nella scintilla che scatena l’incendio. Finora il sistema di monitoraggio sul territorio è riuscito a intervenire, ma la linea deve restare quella del rigore perché, e lo ribadisce il ministro, «il rischio zero non esiste». «Ci sono diversi focolai sul territorio del Paese – ricorda – In Lombardia, dove siamo arrivati a 130-140 casi, quello che ci preoccupa di più è quello di Mantova, ma come Mantova ce ne sono altri. A conferma del fatto che il virus circola. Ecco perché nel dpcm di domani (oggi, ndr) riconfermeremo tutti i provvedimenti, con regole ferree sui trasporti, e soprattutto ribadiremo i tre cardini fondamentali per la prevenzione: mascherine, distanziamento sociale e lavaggio delle mani».