Speranza: unire chi ha in testa un’alternativa al Pd. Non si può più tenere i piedi in due staffe

Politica e Primo piano

Intervista a l’Avvenire

di Matteo Marcelli

Lavoreremo per unire le anime che hanno in testa un progetto alternativo al Pd». Tra i promotori dell’adunata voluta ieri da Pisapia in Piazza Santi Apostoli c’è Roberto Speranza, coordinatore di Mdp e critico feroce delle politiche messe in atto da Renzi negli ultimi anni.

Speranza, la giornata di ieri è l’inizio del nuovo “Ulivo”?

Molti di noi hanno iniziato a fare politica votando per l’Ulivo. Penso però che in questo tempo serva maggiore coraggio e radicalità. In un mondo in cui otto individui hanno la stessa ricchezza della metà più povera del pianeta, la sinistra è apparsa invece senza parole. Più che inseguire una formula servirebbe questo coraggio. L’Ulivo è un ricordo positivo, ma credo che abbiamo bisogno di una nuova agenda progressista e radicale nei contenuti. Se si fa così si può unire un campo largo di opinione pubblica e costruire un nuovo fronte progressista il più ampio possibile».

C’è spazio per Orlando e i suoi in questo fronte?

Non credo si possa più stare con un piede in due staffe. Qui vogliamo costruire un progetto alternativo alle politiche di questi anni. Chi oggi è nel Pd e vuole farne parte deve scegliere: o con noi o con Matteo. Oggi il Pd è il partito di Renzi. Ha vinto il congresso poche settimane fa e questo, anche se non piace a tutti, è un dato incontestabile. Per cui quella è una linea politica legittima, ma in continuità con le politiche di questi anni. Se si sta dal lato dell’alternativa bisogna avere il coraggio di costruirla. Per me non è stata una scelta leggera uscire ma l’ho fatto convintamente.

Che ruolo avrà Prodi in questa alternativa?

Prodi è la prima persona che ho votato nella mia vita, ma oggi serve una nuova agenda non un collage di foto. Poi ci possono essere anche persone che si stimano, ma è necessario rovesciare la prospettiva: non partiamo da persone e sigle, ma dalla politica. Solo così si può costruire un’alternativa convincente.

Fin dove avete intenzione di spingervi a sinistra? Il popolo del No al referendum sarà incluso?

L’importante è discutere nel merito di quello che si vuol fare. Sono stato al Brancaccio a sostenere il popolo del No e sono tra i promotori dell’iniziativa di oggi (ieri per chi legge, ndr): dobbiamo provare a unire questo mondo in discontinuità con le politiche degli ultimi anni. In piazza c’era anche un costituzionalista come Valerio Onida che si è impegnato sul fronte del no al referendum. Stesso discorso per D’Alema. Non ci sono proprietari del popolo del No.

E quali sono i temi fondamentali di questo progetto?

Ad esempio la lotta contro le disuguaglianze, una riforma del lavoro che allarghi e tuteli i diritti, una revisione della riforma della scuola, soldi per investimenti pubblici: basta inseguire Berlusconi.