Scotto: Alleanza per lo sviluppo sostenibile anche sul territorio. A Napoli…

Politica e Primo piano

Intervista a Il Mattino

di Adolfo Pappalardo

«Nessuno nel centrosinistra può alzare ponti levatoi con Bassolino e nello stesso modo Maresca chiarisca: perché non ho capito se si candida o sta facendo solo auto-promozione». Arturo Scotto, ex parlamentare e attuale coordinatore nazionale di Articolo Uno sintetizza così lo scenario delle prossime comunali.

Il centrosinistra a Napoli sembra già frazionato. Voi di Articolo Uno?

«Noi investiamo nella coalizione Pd-M55-LeU, nell’alleanza per lo sviluppo sostenibile a livello nazionale. Dobbiamo fare uno sforzo enorme perché essa si replichi anche sul territorio, ovviamente tenendo conto delle singole specificità civiche: ma lavoriamo su questo lato del campo, non ci interessa replicare le elezioni regionali dove andammo divisi. Né vogliamo dare vita a coalizioni pigliatutto, spostate al centro e spesso ostaggio dei peggiori trasformismi. Serve invece una squadra coesa».

Nel frattempo una parte della Sinistra ancora è in maggioranza con De Magistris. Ma il ciclo si è chiuso o no?

«Con l’uscita di de Magistris da Palazzo San Giacomo si chiude un ciclo di governo della città molto lungo, che non può essere ridotto a una parentesi. Pur nelle differenze anche radicali tra un’esperienza e l’altra lo schieramento progressista è alla guida di Napoli da 30 anni».

C’è già Bassolino ma il Pd prima l’accusa di favorire il centrodestra e poi annuncia che si lavorerà assieme per il ballottaggio.

«Bassolino conosce benissimo la città e ne segnala tutti i giorni le sofferenze, le inefficienze e i ritardi. Nessuno nel centrosinistra deve alzare ponti levatoi sulla sua storia, perché attorno a lui si muove tanta sinistra partenopea che è parte anche del mio percorso di militanza. Sarebbe miope rimuoverlo. E non credo alle separazioni consensuali, non dirò mai: ci vediamo al secondo turno. Penso che sia necessario invece coinvolgere tutti in una grande conferenza sulla città, per costruire un’agenda comune, da cui nessuno deve sottrarsi. Nemmeno Bassolino. Amare Napoli è una condizione necessaria, ma non sufficiente».

Anche perché il centrodestra sembra agguerrito.

«Si parla solo del dibattito a sinistra, ma a destra siamo ancora all’anno zero. Salvini ha accarezzato l’idea di mettere le mani sulla città in passato, ma il grande cuore democratico di Napoli lo ha sempre spinto ai margini».

Nel frattempo Maresca ogni giorno promuove un dibattito o è a un’iniziativa ma non scioglie il nodo della candidatura.

«Io non ho capito se Catello Maresca c’è o meno. O meglio se si candida o sta facendo solo un’operazione di auto-promozione: a questo punto chiarisca al più presto se si candida oppure no. Anche perché, faccio una provocazione: fa il magistrato ma ogni giorno è ad un’iniziativa a Napoli o Roma. Non possono essere esistere giudici part time. Ma il tema tuttavia non è lui, un magistrato che rispetto perché ha dimostrato valore, coraggio e competenza. Il vero problema invece sono i suoi padrini politici».

Intanto al nazionale la Sinistra si è spaccata su Draghi.

«Noi abbiamo deciso di stare dentro con Roberto Speranza e con LeU perché abbiamo risposto a un appello di Mattarella per gestire l’emergenza, non essendoci le condizioni per votare. Lo abbiamo deciso insieme alla coalizione con Pd e Cinque Stelle e ascoltando i nostri riferimenti sociali, a partire dalla Cgil. Non siamo a Berlusconi del 2011 prima di Monti. Allora c’era lo spread a 500 e gli scandali Ruby. Qui invece c’è il Recovery Fund, 209 miliardi di euro portati a casa da un Presidente capace ed anche da ministri di valore, penso ad Enzo Amendola che in Europa si è fatto rispettare».