Panzeri: finora bene, ma lavoriamo per le prossime elezioni

Politica e Primo piano

Pubblicato da Huffington Post

di Pier Antonio Panzeri

(Questo post è stato scritto insieme a Francesco Biglieri, Martina Draghi, Paolo Pagani, Carlo Porcari della Direzione nazionale di Articolo Uno)

La nascita del governo giallorosso nel settembre 2019 è stata per Articolo Uno una vittoria indubitabile. È giusto ricordare che è l’unico soggetto politico che ha convintamente scommesso sulla formazione della nuova maggioranza, senza dover fare capriole o piroette.

La significativa presenza al governo, in rappresentanza di LeU, con il segretario Roberto Speranza al ministero della Salute e con Cecilia Guerra al ministero dell’Economia e delle Finanze, è il premio di tale coerenza. Soprattutto è un’opportunità irripetibile per dare un impulso a due obiettivi: il consolidamento di questa maggioranza parlamentare e la sua trasformazione in maggioranza politica con una prospettiva che traguardi la legislatura, il rinnovamento della sinistra affinché siano superati gli errori e i limiti dell’ultimo ventennio.

In quattro anni questa avventura politica ha conosciuto momenti di entusiasmo e altri più difficili. Abbiamo commesso errori, ma abbiamo attraversato questi tempi non facili con la determinazione e la tenacia di chi crede di poter dare un piccolo ma importante contributo al progresso del nostro Paese e alla costruzione di una nuova sinistra democratica, socialista ed ambientalista.

Dopo più di un anno di questa esperienza di governo, stante la condizione di partenza, possiamo andare orgogliosi dei risultati ottenuti, in particolare nella gestione dell’emergenza sanitaria e sociale che si è determinata.

Ma ciò non può bastare.

Dalle elezioni europee del 2019 abbiamo lanciato la parola d’ordine della Ricostruzione. Abbiamo avanzato la proposta di realizzare, in un rimescolamento delle carte, un nuovo soggetto popolare di ispirazione democratica e socialista fondato su istanze di sostenibilità ambientale e di giustizia sociale.

Abbiamo sfidato prima di tutto il Pd a condividere con noi questo obiettivo, ma la risposta purtroppo è stata finora ampiamente deludente. Al punto in cui siamo, pur nella consapevolezza della straordinarietà della situazione, riteniamo indispensabile coinvolgere tutta la nostra comunità in un ampio e partecipato confronto politico per decidere in che direzione procedere, essendo in gioco il nostro destino. Non si tratta di cambiare strategia politica, ma prendendo atto delle condizioni attuali decidere le modalità più utili per conseguire gli obiettivi che ci siamo dati.

Le opzioni possono essere diverse, tutte legittime e valutabili, ma ciò che non possiamo permetterci è la paralisi politica. Questa oggi non è una sensazione, ma la condizione reale che viviamo nei territori. Si terranno in primavera importanti elezioni, che decideranno l’amministrazione delle principali città metropolitane e che influenzeranno anche la solidità del governo. Non possiamo arrivare a quella scadenza nelle condizioni che abbiamo sperimentato a settembre e negli ultimi due anni.

È vitale che la prossima direzione avvii in modo trasparente questa discussione, indicando come avviare urgentemente un confronto in tutti i territori, che si concluda in tempi rapidi con un’Assemblea nazionale che assuma decisioni democraticamente condivise. In assenza di una tempestiva iniziativa temiamo l’accentuarsi di una diaspora già in atto e il suo esito in rapida consunzione, di cui il gruppo dirigente sarebbe responsabile.