Mognato: perché alla sinistra adesso occorre una fase costituente

Politica e Primo piano

Pubblicato su enordest.it

di Michele Mognato

Il risultato elettorale consegna alla sinistra la responsabilità di costruire una proposta e un progetto in grado davvero di guardare alle grandi necessità che hanno oggi il nostro paese e il mondo. Serve una fase costituente.

Dobbiamo agire per cambiare

Perché dobbiamo dire che questo mondo, segnato dall’aumento delle disuguaglianze, dall’emergenza derivante dal cambiamento climatico, dall’emergere e riemergere di conflitti nuovi e vecchi, alcuni proprio alle nostre porte, non ci piace, e dobbiamo agire per cambiarlo. La guerra in Ucraina ci colpisce perché è appunto prossima alle nostre frontiere, a quelli dell’Unione europea; ma sono 150 i conflitti dimenticati in questi anni, in regioni cruciali per gli equilibri d’Europa e d’Italia, come l’Africa.

Una fase costituente che riprende l’intuizione del Papa

Regioni che, se non saranno aiutate, contrastando il crollo delle economie e l’impoverimento delle persone e accogliendo chi fugge, causeranno squilibri ancora maggiori di quelli cui assistiamo oggi. Il rischio vero che abbiamo davanti è la graduale composizione dei frammenti della guerra mondiale a pezzi intuita da papa Francesco.

Dobbiamo scegliere una volta per tutte chi vogliamo rappresentare

Per me la scelta è chiara: sono le lavoratrici e i lavoratori, a partire dai precari, dagli intermittenti, dalle e dai giovani che hanno di fronte a loro un mercato del lavoro spezzatino, da coloro che rischiano di non tornare a casa la sera perché la sicurezza sui luoghi di lavoro non viene rispettata. Sono le persone che non godono di adeguate tutele sindacali perché in questi anni è cresciuta una giungla contrattuale che fa scegliere direttamente dal datore di lavoro quale contratto adottare e con chi siglarlo, in assenza di una legge sulla rappresentanza sindacale che stabilisca contratti validi erga omnes. Dobbiamo saper riconoscere che oggi c’è un enorme sfruttamento tra le partite iva e il lavoro autonomo.

La fase costituente per affrontare la questione sociale

È quella sociale la questione che la sinistra deve prendere a piene mani, perché la forbice delle disuguaglianze tra chi ha più e chi ha meno o nulla si va sempre più ampliando, e noi scegliamo di stare dalla parte di questi ultimi.

Da dove partire

Una questione sociale che prima di tutto deve partire dalla salvaguardia dei beni comuni, salute e istruzione, che costituiscono le grandi infrastrutture sociali in grado di ridurre se non azzerare quella forbice. Lo abbiamo toccato con mano nella pandemia, e lo stiamo toccando con mano in queste settimane in cui i sistemi regionali troppe volte avviano processi di privatizzazione silente del sistema di cure e prestazioni socio sanitarie, che il sistema sanitario universalistico è l’ultimo argine in grado di garantire uguaglianza e solidarietà, tra le persone e tra i territori.

Fase costituente e cosa vediamo in Veneto

E tocchiamo con mano, soprattutto in Veneto, il fenomeno di migliaia di giovani ragazze e ragazzi che, alla fine del loro ciclo di studi, sceglie di andare altrove, in altri paesi e anche in altre regioni, mentre dovremo fare tutto il possibile perché questo sia il luogo dove possano mettere a frutto i propri talenti e la propria formazione, costruendo il loro progetto di vita.

Sociale, ambiente, transizione ecologica

Ed insieme a quella sociale, la questione ambientale e della transizione ecologica, dentro la quale siamo già collocati. Anche in questo caso, dovremo essere consapevoli che noi stiamo conoscendo in queste settimane, dopo un’estate arida e i fenomeni di maltempo violento, ciò che intere popolazione di altre aree del mondo stanno conoscendo già da anni. Bisogna accelerare sulla transizione ecologica, sulle fonti di energia rinnovabili, garantendo politiche di innovazione economica e industriale e di salvaguardia dei livelli di lavoro, perché la destra che esprimerà il governo è portatrice di una cultura ambientalmente arcaica, scettica nei confronti della scienza.

Una legge sciagurata

Se guardiamo al numero assoluto di voti, la destra italiana non rappresenta la maggioranza degli italiani. Essa ha vinto e avrà la maggioranza dei seggi solo grazie ad una legge elettorale sciagurata, che non votai nella mia passata esperienza parlamentare.

Il perché di una nuova fase costituente

Se le forze riformiste e progressiste metteranno in campo un progetto nuovo, in grado di dialogare e tessere rapporti non solo all’interno del parlamento, ma nel paese reale, non solo torneranno a dare voce alla maggioranza delle italiane e degli italiani, ma sapranno richiamare al voto i milioni di delusi che questa volta hanno scelto di non esprimere il proprio voto.

Perché serve

Serve una “fase costituente”, una discussione profonda sulla funzione e la prospettiva della sinistra in Italia, una nuova forza politica che avvii un processo per la nascita di una nuova egemonia culturale che intercetti la rabbia, la delusione di tanti per canalizzarla in una visione più larga che guardi a una società nuova.

Il primo impegno

Anche per questo il primo impegno dovrà essere quello contro un disegno di revisione costituzionale che si preannuncia deleterio, perché se il contrappasso all’autonomia leghista è la torsione dell’uomo forte celata dal presidenzialismo, è chiaro che si sta cercando di cambiare la forma di Stato, che per la nostra Costituzione è centrata sul parlamento e sul principio di equilibrio dei poteri.

Costituente anche e soprattutto per Venezia

Credo inoltre che il voto di domenica 25 settembre debba essere considerato anche nella prospettiva della nostra regione e della nostra città, Venezia. Sul piano regionale, è evidente la crisi della Lega che non viene trainata dal presidente della giunta e viene miseramente lasciata al palo da Fratelli d’Italia. Per ora si tratta di una riarticolazione interna al centro destra, ma che dimostra che niente è cristallizzato come sembrava solo qualche settimana fa. Naturalmente questo implica la necessità  di avere una proposta chiara per l’alternativa, a partire dai temi del lavoro e dell’ambiente, che non scimmiotti le parole d’ordine della destra.

L’altra considerazione riguarda la città di Venezia e la sua amministrazione

Anche in questo caso va sottolineato il fallimento dell’esperimento politico di Brugnaro, la cui lista si ferma a livelli meno che mediocri, e il fatto che il centro-sinistra raccoglie più voti e consensi di quanto accaduto con le elezioni amministrative di due anni fa. C’è spazio per un’azione incisiva dell’opposizione, sui temi che riguardano la vita concreta e il futuro di questa città, la sua economia, il disagio sociale di tanti cittadini, per tornare ad essere sfidanti e vincenti.

C’è molto da capire per recuperare la fiducia di tante donne e uomini e c’è ancora voglia di far politica, diamoci da fare.