Lopalco: andazzo inaccettabile, la sinistra riprenda la questione morale

Politica e Primo piano

Intervista a Il Corriere del Mezzogiorno

di Francesco Strippoli

I contagi in ascesa («è il picco»). Le precauzioni da continuare a prendere («un errore far correre il virus»). Le inchieste sulla Regione («va fermato l’andazzo»). Pier Luigi Lopalco coniuga ormai con dimestichezza le competenze scientifiche con quelle politiche.

Professore, 13.150 casi in un giorno. La situazione è preoccupante?

«Non lo è. La variante Omicron del virus circola in una popolazione già ampiamente esposta: al virus, al vaccino o a entrambi. Le manifestazioni cliniche sono completamente diverse rispetto a quelle che vedevamo tempo fa. In passato con questi numeri avremmo avuto un disastro negli ospedali. Oggi il virus procura la polmonite con minore frequenza».

Cosa pensa? Meglio lasciar correre il virus e proteggersi col vaccino oppure continuare con le mascherine?

«Escluderei l’idea di lasciar correre il virus. Per una semplice ragione che attiene alla grandezza dei numeri. E vero che il 99% delle infezioni sono leggere. Ma se avessimo numeri molto grandi di contagi, quella piccola percentuale di casi gravi sarebbe una cifra molto alta. E lì il virus provocherebbe danni molto seri. Con un circolazione virale così alta, soprattutto le persone deboli devono prendere precauzioni maggiori: quindi mascherine ed evitare luoghi affollati».

La Regione rilancia la campagna vaccinale ma il potenziamento degli hub sarà graduale.

«Come al solito, l’importante è essere pronti. La quarta dose di vaccino, nei mesi scorsi, non è stata accolta con entusiasmo. Quella risposta ha indotto la Regione a ridurre l’offerta delle strutture. Ora è indispensabile riprendere la campagna in maniera proattiva, direi perfino in modo pressante per convincere i cittadini a tornare a farsi vaccinare».

Lei diventò assessore (ottobre 2020) prendendo il posto, da esterno, lasciato libero anzitempo da Salvatore Ruggeri, prima della nuova legislatura.

«Infatti, non ho mai conosciuto Ruggeri. E come lei ha detto, non sono mai stato in giunta con lui».

Cosa pensa dell’inchiesta che ora lo travolge e getta un’ombra sulla giunta?

«Questo fattaccio non getta ombre sulla giunta, tanto meno su quella attuale. Poi, come ovvio, le responsabilità sono certamente personali. Piuttosto penso che quel che accade debba rappresentare un momento serio di riflessione. In questi giorni mi è venuta in mente un’espressione che usava spesso mia madre: l’andazzo».

Dove vuole arrivare?

«È evidente che in alcuni settori della pubblica amministrazione esiste un andazzo. Un andazzo che può andare dall’illecito penale fino a condotte non illecite ma sconvenienti. È un continuum che si propaga: dalla condotta sconveniente fino ai picchi, che sono la punta dell’iceberg e che sono veri e propri fatti illeciti. La politica deve riflettere su questo e chiedersi se si deve o non si deve accettare questo andazzo».

Non si deve, è chiaro. Allora che fare?

«La politica deve inserire, in maniera autonoma e prima dell’arrivo della Finanza, dei meccanismi di tutela: devono servire a tenere lontane quelle persone che si presume possano assumere le condotte sconvenienti di parlavo prima. È la nota questione morale: sono anni che se ne parla. Questi fatti sono l’occasione perché se ne possa parlare anche a casa nostra».

Prima la Protezione civile ora la sanità. Ha mai avuto il sentore di qualche stranezza quando era assessore?

«Da sempre sono stato considerato un corpo estraneo ed ero estraneo all’andazzo, per usare l’espressione di prima. Nell’ambiente le persone si conoscono. A me non si avvicinavano, sapendo che ero del tutto estraneo a certe logiche».

Che pensa del silenzio di Emiliano sulla vicenda di questi giorni? Non sarebbe giusto che intervenisse?

«Sono sicuro che la decisione di non parlare sia una scelta di comunicazione politica suggeritagli dai suoi spin doctor. Ebbene, secondo me non solo farebbe bene a parlare: farebbe bene ad agire».

In direzione delle cose che diceva prima?

«Guardi: sull’integrità di Emiliano metto sul fuoco non una mano ma due. Ma è necessario che egli esca da quel meccanismo che, per puro machiavellismo, lo induce ad accettare l’andazzo perché l’andazzo porta consenso. Bisogna smetterla con l’idea che il mondo va così e così si vincono le elezioni. Una forza di centrosinistra deve fare propria la questione morale. E vincere le elezioni riappropriandosi anche di questo tema. Alla questione morale si lega la questione dell’uguaglianza e delle pari opportunità. Se c’è un sistema che fa i favori – di questo stiamo parlando – chi ha santi in paradiso va avanti e chi non li ha resta indietro. Questo non è sinistra, molto semplice».