Guerra: ripensare la stretta su auto e plastica, più tempo su uso contante

Politica e Primo piano

Intervista al Corriere della Sera

di Lorenzo Salvia

«Sì, raccolgo l’appello del presidente del Consiglio: alcune misure della manovra vanno ripensate. Penso alla stretta sulle auto aziendali o alla plastic tax». Maria Cecilia Guerra è sottosegretario all’Economia per Leu e dice di «condividere» le parole di Giuseppe Conte «per ridurre ancora di più le tasse».

Sottosegretaria, siamo concreti: sulle auto aziendali cosa si può cambiare?

«L’obiettivo che ci siamo dati è quello di legare l’agevolazione fiscale esistente a un obiettivo di riduzione delle emissioni: e allora, fermo restando che ibride ed elettriche restano del tutto fuori dalla stretta, si potrebbe disegnare un intervento più leggero per le auto meno inquinanti. Così il principio generale verrebbe salvaguardato. Ma lo potremmo raggiungere attraverso gradini meno impervi».

E sulla plastic tax?

«Premesso che una tassa del genere c’è in molti Paesi europei, credo che potrebbero essere esclusi i prodotti monouso che contengono plastica riciclata, oltre a quella compostabile che è già esentata. E si potrebbero rafforzare gli incentivi, già previsti, per le aziende che riconvertono il loro sistema produttivo dalla plastica tradizione a quella riciclabile o compostabile».

E invece la sugar tax, quella sulle bevande zuccherate?

«No, quella non la toccherei. Un’imposta simile è stata introdotta in Gran Bretagna e, un anno dopo, il 50% dei produttori aveva ridotto la quantità di zucchero nei propri prodotti per una quantità complessiva di 45 milioni di chili. Mi sembra un ottimo risultato, al quale dovrebbe tendere anche un Paese come l’Italia. Le statistiche ci dicono che l’obesità riguarda una percentuale rilevante della nostra popolazione, purtroppo anche giovanile».

Sottosegretaria, sugar tax a parte, gli altri interventi costano. Da dove prenderebbe i soldi necessari? Da una stretta su Quota 100?

«Guardi, su Quota 100 ero favorevole a lasciare la platea intatta ma anche a ridurre la spesa con il meccanismo delle famose finestre. Un accordo di ferro nella maggioranza, però, ci dice che per il 2020 su Quota 100 non si tocca nemmeno una virgola. E se cominciamo a parlarne non si sa dove andiamo a finire. Anche se per il 2021 se ne dovrà discutere».

D’accordo, ma adesso i soldi da dove li prendiamo?

«Credo che si possa limare, almeno per i primi anni, il sistema di forti incentivi che la manovra disegna per l’uso della moneta elettronica».

Che fa, difende anche lei l’uso del contante?

«No condivido assolutamente l’obiettivo di una transizione verso i pagamenti elettronici. Ma, considerato che si interviene su abitudini consolidate degli italiani, credo si possa procedere con una maggiore gradualità».

Il suo partito, Leu, ha presentato diversi emendamenti in tema di pensioni, di diritto alla casa. Quale considera più importante?

«Ce ne sono tanti ma credo che il problema fondamentale sia il potenziamento dei fondi del piano per le non autosufficienze. Oggi se hai una pensione bassa è un problema grave, ma se ti devi fare anche aiutare diventa una tragedia. Se ne parla poco, ma le situazioni di vero disagio sono purtroppo in aumento».