Nel suo intervento su La Stampa, Renzi dichiara: “Il reddito di cittadinanza è una misura che non funziona. Lo dimostrano i numeri inoppugnabili”. E ancora: “Lo dimostra l’aumento della povertà” e “il fallimento dei navigator”.
La povertà è aumentata per colpa della pandemia, con una caduta del Pil di circa 9 punti. Il Rdc è corso in aiuto ai poveri: sono il 48% in più i nuclei che hanno beneficiato di almeno una mensilità di Rdc nel 2020 rispetto al 2019. L’Istat ci dice che, anche grazie al Rdc, l’intensità della povertà è diminuita: i poveri sono di più ma la povertà morde meno, in tutte le ripartizioni geografiche.
Quanto ai navigator è molto difficile collocare persone che, nel 67% dei casi (Inps), non hanno avuto nessun rapporto col mercato del lavoro nei due anni precedenti l’introduzione del Rdc e che hanno un tasso di scolarità molto basso. Ma lo è ancora di più in un periodo in cui l’occupazione è calata, dal febbraio 2020 al febbraio 2019, di 846 mila unità. In questo contesto, per legge, dall’aprile del 2020 si è deciso di sospendere gli obblighi relativi all’accettazione di offerte di lavoro per i percettori di Rdc. Nonostante questo, i dati Anpal sul primo anno di applicazione ci dicono che il 25,7% dei beneficiari tenuti alla stipula del patto sul lavoro ha avuto almeno un contratto, per quanto solo il 15% a tempo indeterminato. E uno studio controfattuale, condotto dall’Irpet con riferimento alla Toscana, “rileva l’inesistenza di un effetto divano”: il Rdc non disincentiva la ricerca di lavoro.
I numeri dei nostri istituti pubblici, davvero inoppugnabili, ci dicono altro anche sul rapporto Rdc-lavoro: circa metà delle persone che ricevono il Rdc non sono attivabili al lavoro. Anche perché spesso già lavorano: nel 57% dei nuclei beneficiari sono presenti persone occupate. Si può essere poveri anche senza essere “pigri”. Quando un lavoro non basta per mantenere con dignità la propria famiglia non è sempre possibile averne due: per esempio, in famiglie con figli minori o anziani non autosufficienti di cui, in tante zone di Italia, nessun servizio pubblico si occupa. Non è un caso che fra i beneficiari attivabili che non lavorano la maggior parte sono donne.
Il Rdc ha molti difetti e andrebbe migliorato, ma prima di fare un referendum per abolirlo, bisognerebbe almeno ricordare che 926 mila dei beneficiari attuali (più di un quarto) sono minorenni. Per loro è ancora più evidente che la povertà non discende da colpe individuali.