Guerra: peccato, un gesto di equità è passato come un balzello

Politica e Primo piano

Intervista a Il Mattino

di Nando Santonastaso

Sottosegretaria Guerra, il cosiddetto contributo di solidarietà è finito prima ancora di essere approvato: che è successo?

«Mi faccia dire subito una cosa: c’è stata una narrazione inesatta intorno al contributo di solidarietà – risponde Maria Cecilia Guerra, sottosegretaria al ministero dell’Economia e delle Finanze in quota Leu -. È stato raccontato come un aumento delle tasse per le persone con redditi più alti, mentre invece si trattava solo di posticipare per un anno o due il taglio di imposte per i contribuenti con redditi superiori ai 75mila euro, e utilizzare, in questo periodo di grave emergenza per i prezzi dell’energia, quelle risorse per arginare l’aumento delle bollette».

Lei quindi l’avrebbe introdotto? E con quale motivazione?

«Sì, lo avrei fatto soprattutto per motivi di equità. Il contributo di solidarietà andava infatti, per quanto solo temporaneamente, nella direzione di migliorare il profilo distributivo dell’intervento di 7 miliardi sull’Irpef».

Le forze di centrodestra si erano subito schierate contro, pensa che dopo lo stop al contributo il governo sia più debole?

«Questa maggioranza va da Leu alla Lega. Sul fisco abbiamo posizioni opposte: noi vogliamo una tassazione più equa, con un prelievo progressivo, e che faccia pagare pari imposta a parità di reddito. Il centrodestra vuole invece una imposta piatta, con un forte favore per alcune tipologie di reddito. E inevitabile che su questi terreni la maggioranza fatichi a reggere e quindi il governo si trovi in maggiore difficoltà».

C’è però chi teme che di questo passo si possa riproporre anche la patrimoniale, più volte respinta con perdite.

«Intanto io credo che non dobbiamo avere paura di dire che qualcuno paghi di più e qualcuno di meno. E chi deve pagare di più sono le persone che attualmente evadono le imposte e sappiamo tutti che sono troppe. Quanto alla patrimoniale: in Italia ce ne sono già quattro, una sugli immobili, l’Imu, una sulle attività finanziarie, le imposte di bollo, e due per immobili e attività finanziarie detenuti all’estero. Chi come noi di Leu parla di imposta patrimoniale propone un riordino in termini di equità: non più una serie di imposte ma una sola che preveda un’esenzione di base molto alta, come per le case più modeste, ad esempio, e tasse progressive per i patrimoni più alti esattamente come accade per i redditi».

II governo ha assicurato che ci saranno altri 300 milioni per tamponare l’aumento delle bollette attraverso il Fondo appena creato, basteranno?

«Uniti ai 2 miliardi che già sono stati stanziati in legge di bilancio saranno un aiuto visibile se lo concentreremo sulle famiglie più in difficoltà e sulle imprese più piccole. Poi, bisognerà pensare però anche alle bollette degli enti locali che usano energia per servizi pubblici essenziali».

E l’eventuale decontribuzione per i redditi sotto i 35 mila euro, su cui pure il governo si è impegnato, la convince?

«Un intervento sui contributi versati dai lavoratori a basso reddito, su cui il governo procederà, serve sicuramente a migliorare l’impatto distributivo della manovra. E va giustamente nella direzione richiesta dai sindacati. Si tratta però di un intervento per un solo anno; quindi, il tema si riproporrà con forza l’anno prossimo».