Intervista a la Repubblica Bologna
di Silvia Bignami
“Le mie prime battaglie saranno il salario minimo e la lotta contro i contratti pirata e il precariato”. Maria Cecilia Guerra, modenese, 66 anni, arriva direttamente da Articolo Uno con un curriculum che l’ha vista prima sottosegretaria al ministero del Lavoro con Mario Monti e poi sottosegretaria allo stesso dicastero con Enrico Letta. Schlein le ha dato la delega alle politiche del Lavoro nella nuova segreteria.
Lei ha una delle deleghe più delicate della nuova segreteria. Avrebbe voluto si cambiasse nome al partito, come propose Matteo Lepore, per trasformare il Pd in Partito democratico del Lavoro?
Io ero d’accordo con Lepore e firmai la sua proposta. Tuttavia credo che il concetto fondamentale sia passato: questo è un nuovo Pd, non perché sia un partito nuovo ma perché è un partito rinnovato.
Lei lasciò il Pd ai tempi dell’approvazione del Jobs Act, e dopo l’abolizione dell’Articolo 18. Tornerà su questi temi?
Il tema fondamentale è che lavoratore e datore di lavoro devono potersi confrontare ad armi pari: abolire l’Articolo 18 consentì invece al padrone di licenziare anche senza giusta causa. Per noi era inaccettabile. Oggi bisogna comunque tenere conto che il mondo del lavoro è cambiato, e che la prospettiva di lavorare tutta la vita nello stesso posto è spesso irrealistica.
Quindi cosa farete?
Le nostre priorità sono quelle che erano contenute anche nel programma di Schlein. Innanzitutto la lotta alla precarietà del lavoro e per il salario minimo legale. Oltre alla tutela delle categorie più fragili: i giovani, per i quali bisogna abolire i cosiddetti stage extracurriculari, che sono “falsi stage”, perché rappresentano lavoro sottopagato. E poi le donne.
Farete una battaglia sul congedo paritario?
Sì, perché il lavoro di cura deve essere secondo noi distribuito sui due generi: sia uomini che donne devono potersi fare una famiglia e una carriera.