Intervista a Il Sole 24 Ore
di Marco Mobili e Gianni Trovati
«Dobbiamo intervenire per evitare il blocco di attività che erano partite sulla base di un legittimo affidamento sulle norme in vigore. Per esempio ci sono grosse banche che hanno acquisito crediti con rami o società specializzate per poi raccoglierle con operazioni infragruppo che dobbiamo riattivare. Anche la facilità con cui in passato sono stati raccolti questi crediti è un elemento da rivedere». Maria Cecilia Guerra, sottosegretaria all’Economia, spiega le ragioni che hanno convinto il governo della necessità di un nuovo correttivo alle regole anti-frodi sui crediti d’imposta; correttivo destinato a entrare nel prossimo decreto sull’energia.
Con che tempi?
Il governo punta a portare il provvedimento in consiglio dei ministri la prossima settimana.
Un nuovo correttivo mostra che è stato un errore chiudere così repentinamente le porte alla cessione multipla?
No, era necessario intervenire per la mole delle frodi che è emersa, e che danneggia tutti. Ma è altrettanto giusto correggere in corsa gli elementi che determinano un blocco del mercato. Blocco che, va sottolineato, è stato determinato dall’assenza di garanzie preventive sulla bontà del credito, che espongono le banche al rischio di sequestri dei crediti nelle indagini penali, non dallo stop alle cessioni multiple.
Quindi non riattiverete questa possibilità?
Non penso che sia utile. Già prima dell’estensione della cedibilità l’Uif aveva segnalato l’esigenza di accorciare la catena, anche per non rendere impossibili i controlli prevenire attività di riciclaggio. Se la catena si accorcia, diventa più facile per le banche acquisire la documentazione necessaria per i controlli.
Per i crediti verificati dai controlli ex ante, invece, che cosa si può fare?
In questi casi, riaprire alla cessione fra banche e fra altri intermediari finanziari soggetti alle regole del Testo unico bancario penso sia una via percorribile.
E per chi ha visto cadere la possibilità di cessione?
Mi sembra importante studiare la possibilità di intervenire a sostegno della liquidità di questi soggetti, specie quelli che hanno concesso lo sconto in fattura. Per esempio mediante la possibilità di utilizzo di questa voce a sostegno di un credito bancario garantito, tenendo conto dei limiti sugli aiuti di Stato. Nel caso dei sequestri, poi, si dovrà valutare se prolungare la vita del credito ora limitata a cinque anni, per tenere conto della durata del procedimento.
L’esplosione delle frodi può spingere il governo a tagliare i tempi di uscita dal Superbonus?
No, in legge di bilancio abbiamo costruito un orizzonte triennale. Che va rispettato.