Guerra: catasto, operazione verità: raccontano storie per bloccare riforma

Economia e Primo piano

Intervista ad Askanews

di Costanza Zanchini

La delega fiscale richiederà ancora un po’ di tempo ma “ormai ci siamo” e vedrà la luce in uno dei prossimi consigli dei ministri e si troverà la quadra tra le varie componenti della maggioranza. E’ quanto ritiene la sottosegretaria all’Economia, Maria Cecilia Guerra (Leu).

“Probabilmente – ha spiegato Guerra ad Askanews – si arriverà forse alla prima settimana di ottobre, qualche slittamento ancora forse ci sarà anche perché ci sono un insieme di cose che devono essere decise e che sono collegate fra loro”. Guerra ha ricordato che si debbono “valutare gli spazi aperti dalla Nadef” e ha aggiunto che in vista della manovra di bilancio “tradizionalmente qualche intervento fiscale lo fa”, si potrebbe così incassare anche la pronuncia “attesa a fine mese” da parte del Parlamento sul documento presentato dal Mef sul tema della riscossione che “potrebbe entrare nella delega”.

 

Sulla delega fiscale il governo è al lavoro e nella delega ci sarà probabilmente spazio anche per la riforma del catasto nonostante le polemiche politiche di questi giorni. Ne è convinta la sottosegretaria all’Economia, esponente Leu, Maria Cecilia Guerra.

Dopo la levata di scudi di alcune componenti della maggioranza (Lega e Fi), Guerra sottolinea ad Askanews che “al di là del fatto che un intervento è chiesto dall’Europa, una riforma fiscale è necessaria. Sicuramente la delega fiscale verrà portata in uno dei prossimi consigli dei ministri, questo è sicuro e ci saranno tanti temi importanti. Ci sarà anche un intervento sul catasto, in quale forma, con quali tempi e con quale prudenza dipenderà dall’accordo che verrà raggiunto anche in Consiglio dei ministri”, che ha l’ultima parola e dove arriva “la sintesi tra le diverse visioni nella maggioranza”.

 

“Il problema è essenzialmente questo: noi abbiamo un prelievo sulla casa di tipo patrimoniale, l’Imu è commisurato al valore della casa. Quello che si vuole fare non è cambiare ciò che è tassato e ciò che non è tassato, ma di andare a vedere se il valore è impostato correttamente” assicurando comunque “l’invarianza di gettito” e “probabilmente vedremo che la maggioranza potrà verificare che per lei invece le tasse diminuiranno”. La sottosegretaria all’Economia, Maria Cecilia Guerra (Leu), cerca di mettere ordine in un dibattito, quello della riforma del catasto, che è stato in questi giorni incandescente.

L’idea è quella di “sostiture i vani con i metri quadri ma anche rivedere le differenze all’interno dei diversi comuni che hanno valori diversi degli immobili (il comune di Portofino non avrà case con lo stesso valore di un posto sperduto sull’Appennino modenese) ma anche all’interno dello stesso Comune”, conferma.

La proposta, sottolinea ad Askanews, è quella di “distribuire meglio chiamando chi ha avuto un grosso incremento di valore, a contribuire un po’ di più e chi invece ha subito una svalutazione a pagare meno”.  “Io potrei vedere che la mia casa adesso è valutata 100mila euro e domani 105mila ma non vuol dire che pagherei di più perché contemporaneamente verranno diminuite le aliquote; mentre invece chi ha una casa valutata 100mila ma ne vale il doppio, anche se diminuisco un po’ l’aliquota pagherà un poco di più ma tutto dentro l’invarianza di gettito”, tenendo fermo il prelievo complessivo. Si tratta di mettere un po’ di senso, non dico neanche di equità, nella tassazione”.

Vale la pena anche ricordare che le prime case sono escluse tranne quelle di lusso: “tre quarti delle famiglie italiane sono proprietari dell’immobile di residenza e l’immobile di residenza non è tasato e resta non tassato”, puntualizza.

Per spiegare il suo punto di vista, Guerra ripercorre cosa è accaduto in questi decenni: “il valore dell’immobile su cui paghiamo l’Imu è stato fissato alla fine degli anni ’80. Ovviamente risultando nel tempo sottovalutato è stato poi applicato un moltiplicatore, cioè per tutti si è fissato un aumento percentuale, da ultimo con il governo Monti, del 60%”.

Quindi ci si è mossi “come se i prezzi delle case fossero cambiati tutti nello stesso modo” e non è così. “In tutti questi anni sono cambiate tante altre cose che hanno inciso sul valore della casa, i comuni montani ad esempio hanno subito fenomeni rilevanti di svalutazione dovuti allo spopolamento, i centri storici sono stati recuperati e sono stati valorizzati. Hanno aumentato il loro valore anche perché si trovano ora meglio serviti da trasporti e servizi pubblici. Perché dovremmo continuare a prelevare un’imposta sul valore della casa con valori così sperequati e ingiusti?”, si interroga Guerra.

 

“Vorrei premettere che almeno due gruppi parlamentari” della maggioranza “sono favorevoli ad affrontare questo tema, Leu e il Pd” e che “sicuramente” da parte di chi in questi giorni ha levato gli scudi contro la riforma del catasto “c’è stato un messaggio molto funzionale a bloccare la riforma sostenendo che comporterà un incremento della tassazione” e questo “non è vero” perché verrà assicurata l'”invarianza di gettito”. Così la sottosegretaria all’Economia, Maria Cecilia Guerra (Leu), che tiene a sottolineare come la “proposta” preveda “un’invarianza di gettito e invece se non si fa niente siamo di fronte alla cristallizzazione di una situazione che è fortemente ingiusta”.

Guerra ritiene ci sia lo “spazio per un confronto più sereno se si parla del merito e non si inventano delle storie”.

 

“Io credo che posso fare una proposta: l’aggiornamento del catasto va comunque fatto, a prescindere da come poi lo si voglia utilizzare, quindi facciamo una operazione in due tempi: prima facciamo vedere alla popolazione che cosa succederebbe nella realtà” con i “dati che sono già disponibili” e poi “potremo andare avanti anche con la riforma della tassazione degli estimi catastali”. E’ l’idea che lancia la sottosegretaria all’Economia, Maria Cecilia Guerra (Leu).

Guerra, parlando con Askanews, si dice convinta che in questo modo “smetteremo di vedere i proprietari che hanno le case di maggiore valore protestare contro la ‘stangata rossa’ come ho letto nel titolo di alcuni giornali, e probabilmente vedremo che la maggioranza potrà verificare che invece le tasse diminuirano”.

“Facciamolo in due stadi, prima facciamo vedere i dati (che già ci sono) e poi facciamo vedere come dobbiamo rivedere le aliquote ed evitare che la comunicazione su questo tema sia gestita unicamente su quelli che difendono solo i propri interessi”, conclude.

 

L’evasione dell’Imu è altissima e si attesta a circa un quarto del gettito: “gli immobili presenti in catasto e che poi non risultano in dichiarazione del contribuente” sono “più di 2 milioni” e “gli immobili dichiarati come prima casa (che sono circa 19,5 milioni) senza esserlo, dalle stime delle principali indagini campionarie farebbero pensare a circa 1,5-2 milioni di immobili”. E’ quanto spiega ad Askanews, la sottosegretaria all’Economia, Maria Cecilia Guerra (Leu), sottolineando come da questo universo di illegalità si potrebbero recuperare “fino a 4-5 miliardi” di mancate entrate a beneficio della collettività.

“C’è il problema che riguarda case che sono accatastate ma che non risultano nella dichiarazione dei redditi dei contribuenti e si tratta di un numero rilevante di immobili”, riepiloga la sottosegretaria, e “quindi lì ci saranno gli accertamenti e poi si psserà alla riscossione”, poi c’è “il fenomeno molto diffuso del tentativo di far passare come prima casa quella che una prima casa non è, come dei coniugi che prendono fittiziamente la residenza in un comune diverso l’uno dall’altro dove hanno la seconda casa per farla figurare come una seconda casa” e infine il fenomeno delle case fantasma: “molte sono state recuperate, però sembra che ce ne siano ancora” e “l’Agenzia ha quasi completato in questo periodo un’ulteriore ricognizione per trovare case non accatastate”.

“Non tutto sarà elusione ovviamente”, precisa Guerra, ma “si sta lavorando” e “gli indirizzi che il ministero ha dato alle Agenzie vanno in questa direzione.

Quanto è possibile recuperare? “Dipende dal valore delle case di cui si parla – sostiene Guerra – ma calcolando che l’Imu si aggira sui 20 miliardi, un’evasione del 25% fa pensare che ci sia spazio per un recupero di 4-5 miliardi e in questo caso spero che nessuno gridi che facciamo pagare di più, perché facciamo pagare chi non paga affatto”.