Pubblicato su The Post Internazionale
di Chiara Geloni
Facciamo un po’ di dietrologia. E se tra le ragioni del corto circuito mediatico di Capodanno su D’Alema e la “malattia” del Pd ci fossero le altre sue parole, assai più urticanti e meno rilanciate, sulla possibilità che Draghi diventi il prossimo presidente della Repubblica? Gli umori dei gruppi parlamentari alla vigilia delle votazioni sono per definizione insondabili, e questa volta di più. Ma è difficile non supporre che nonostante la crescente propensione di Enrico Letta a puntare sul presidente del Consiglio per il Colle, in fondo a sinistra, e non solo fuori dal Pd, stia crescendo il disagio per «la campagna culturale che accompagna l’operazione, sulla necessità di sospendere la democrazia e affidarsi a un potere, che altro non è se non quello della grande finanza internazionale». Chi lo ha detto? D’Alema su Zoom, naturalmente. Ma forse non solo.
C’è poi un punto, forse più di fondo. Come ha detto Mattarella (non sospettabile di anti draghismo) nel messaggio di fine anno, non è che un presidente della Repubblica debba essere privo di appartenenze per poter rappresentare tutti. La storia dei presidenti (e quella di Mattarella stesso, uomo di solida cultura istituzionale pari alla nettezza delle sue posizioni politiche, protagonista addirittura di una scissione, quella dei Popolari, che fu all’origine dell’Ulivo) è la storia di personalità politiche capaci di “spogliarsi” (cito) del proprio abito di parte per assumere in toto il ruolo di custode della Costituzione. E di farlo proprio a partire dalla loro biografia spesa in modo trasparente e “partigiano”, al servizio della Repubblica. Possibile che questi pensieri facciano breccia soltanto sui giornali impegnati nella campagna elettorale pro Berlusconi al Colle, e non anche nella mente di qualche grande elettore di sinistra?
E infine, obiezione che ho letto in un’intervista di un saggio e navigato novantenne come Rino Formica ma giuro di aver sentito anche dal parrucchiere (e volete che a sinistra nessun altro se lo chieda?): in tempi di anti politica che messaggio danno un Paese e un Parlamento che sembrano avere come soluzione di tutto solo un’unica persona?