Fornaro: possiamo vincere se tornano a votare le nostre roccaforti

Politica e Primo piano

Colloquio con Il Secolo XIX

di Mario De Fazio

La disamina è chiara, come l’ottimismo della volontà di chi conosce quel filo di appartenenza a cui la sinistra genovese può e deve aggrapparsi in vista del voto di domenica prossima. “Se tornano a votare alcune nostre roccaforti di sinistra, possiamo ribaltare i pronostici”, afferma Federico Fornaro, capogruppo alla Camera di Liberi e Uguali e deputato di Articolo Uno, che oggi sarà prima a Ceranesi per sostenere la candidatura a sindaco di Claudio Montaldo, e poi a Genova tra Pontedecimo, Certosa e Bolzaneto, per lanciare la volata ai candidati di Articolo Uno in comune e nel municipio di Valpolcevera.

Una presenza legata al progetto che vede il partito di Speranza e Bersani correre – a sostegno del candidato sindaco Ariel Dello Strologo – nella stessa lista con Pd e Psi. “Una sperimentazione importante che avevamo già provato alle regionali, un segnale di quella unità che la nostra gente ci chiede – racconta Fornaro al Secolo XIX – L’unità è una condizione non sufficiente ma necessaria a vincere le elezioni, e proprio in Liguria ce l’ha insegnato l’esperienza delle regionali del 2015”. Un’era geologica fa, almeno in politica, quando il centrosinistra diviso fu sorpreso dalla vittoria di Toti in regione. Oggi il centrosinistra sembra più forte, anche a Genova. Ma per il parlamentare alessandrino “i sondaggi non colgono una variante importante, costituita dall’astensionismo: Bucci cinque anni fa ha vinto con oltre la metà dell’elettorato che non è andato a votare. C’è un deficit di rappresentanza e fiducia verso la politica che si ribalta nell’astensionismo, e noi dobbiamo essere bravi a ritrovare quel filo di rappresentanza, perché se tornano a votare alcune roccaforti della sinistra genovese possiamo ribaltare i pronostici”. Anche perché, è il ragionamento di Fornaro, “esiste il fenomeno dell’elettore intermittente, che decide se e cosa votare solo nell’ultima settimana”.

Per convincere astenuti e indecisi bisogna puntare innanzitutto sui temi. “E la nostra priorità è il mondo del lavoro, su cui bisogna anche comunicare meglio cosa abbiamo fatto, come il blocco dei licenziamenti durante il Conte 2, così come l’impegno attuale sul tema del salario minimo e per una legge sulla rappresentanza”, continua Fornaro. “L’idea di città dev’essere incentrata sullo sviluppo solidale, la sinistra deve essere il fronte di chi non vuole lasciare nessuno indietro. La solidarietà è un valore fondante della società”. Così come necessario è, per il capogruppo di LeU a Montecitorio, coniugare la necessità di sviluppo e infrastrutture con la sostenibilità e la tutela di un territorio sempre più fragile: molte polemiche nei confronti della nostra coalizione, sul tema delle infrastrutture, sono del tutto strumentali”.

Rispetto allo schema di gioco, e all’alleanza progressista tra Pd e M5S, Fornaro rivendica che “in tempi non sospetti, e allora in beata solitudine, noi di Articolo Uno abbiamo detto che era necessaria una coalizione progressista ampia, con all’interno anche il Movimento 5 Stelle, e quella resta la strada maestra”. Anche dinanzi a pezzi di riformisti, come Italia viva, che scelgono l’altro campo. “Non mi stupisce il sostegno di Renzi a Bucci, Italia viva è alla ricerca di una collocazione politica dopo il fallimento del terzo polo”.