Fondati sul lavoro: con Speranza e Scotto a Marina di Ravenna le prime adesioni ad Articolo 1

Politica e Primo piano

A Marina di Ravenna, la braciolata del Primo maggio si svolge ogni anno, dal 1947. Quest’anno ha tenuto a battesimo il Movimento Articolo 1, che ha aperto qui la campagna di adesione. In un clima positivo, emozionato, caratterizzato dalla felicità di ritrovarsi e dalla voglia di tornare a fare politica, famiglie e gruppi di tutta la Romagna – seduto ai tavolini c’era anche Vasco Errani – hanno accolto Roberto Speranza e Arturo Scotto, venuti per firmare e consegnare le prime tessere, appena stampate. I volontari della braciolata, capitanati da Pierangelo Orselli, hanno anche dato appuntamento a inizio giugno per una vera e propria festa del Movimento.

“Non useremo le tessere per costruire filiere”, ha promesso Scotto, garantendo che Articolo 1 sarà accogliente, inclusivo, aperto – come testimoniato dai saluti portati da rappresentanti dei Verdi e di Campo progressista. “Sarete semi di speranza, ha proseguito, invitando a ricordare la lezione di Gramsci: non rassegnarsi all’ingiustizia e al mondo così com’è. Occorre cambiare strada rispetto a politiche, come il jobs act, che hanno aumentato la precarietà, ridotto a merce il lavoro e generato un vero schiavismo moderno. E a chi dice “con gli scissionisti mai”, Scotto risponde che “la politica non si fa coi pregiudizi, i veti e le fatwe”, invitando tutti a misurarsi sui programmi e sui problemi.

“Il centrosinistra ha sbagliato strada e ha perso un pezzo del nostro popolo”, ha aggiunto Speranza, spiegando che “Articolo 1” è un nome che significa la volontà di tornare ai valori di fondo, di ripartire dai fondamentali. Per questo il nostro essere “fondati sul lavoro”, ha detto, deve essere per noi una vera ossessione, il centro del nostro impegno, perché “un cittadino senza lavoro non è fino in fondo un cittadino”.

Alle domande dei giornalisti che chiedevano un commento sulle primarie del Pd, Speranza ha poi risposto di avere “il massimo rispetto per la partecipazione democratica che c’è stata, ma non si può far finta di non vedere che manca un terzo dei votanti, circa un milione di elettori, rispetto a quattro anni fa, con punte di calo nelle regioni rosse. Chi dal congresso del Pd si aspettava discontinuità anche dopo le brutte sconfitte delle amministrative e del referendum si trova invece una forte rilegittimazione di Renzi, la cui personalità si identifica ormai pienamente con il Pd. A noi tocca, con Articolo 1, dare una casa a chi non crede più nel Pdr”.

(ha collaborato Gessica Allegni)