Documenti: Fornaro, dichiarazione di voto su mozione contrasto antisemitismo

Politica e Primo piano

Dichiarazione di voto del capogruppo di Liberi e Uguali Federico Fornaro sulla mozione concernente iniziative volte al contrasto dell’antisemitismo

La cancelliera tedesca Angela Merkel, in questi giorni in Israele, visitando il memoriale dell’Olocausto, ha detto, con riferimento alla notte dei cristalli del 9 novembre 1938, quindi quasi ottant’anni fa, che quello che ne seguì furono i crimini senza precedenti della Shoah e la sua rottura con la civiltà. Angela Merkel ha poi proseguito: “da qui deriva l’eterna responsabilità della Germania a ricordare questo crimine e a opporsi ad antisemitismo, xenofobia odio e violenza”. Ebbene, sono parole forti quelle della cancelliera tedesca, che riportano anche, però, alla nostra storia, perché credo si possa dire, in quest’Aula, con forza, che l’Italia non ha fatto i conti fino in fondo con le sue responsabilità, con le responsabilità del regime fascista nell’approvazione, prima delle leggi razziali, ottant’anni fa, e, poi, con la concreta collaborazione nella realizzazione, anche sul nostro territorio, dell’Olocausto. Furono, infatti, italiani, furono i militari volontari dalla Repubblica Sociale a collaborare attivamente ai rastrellamenti e al trasporto di ebrei, zingari, omosessuali, avversari politici verso i campi di sterminio, così come è vero che sia in Germania che in Italia ci furono donne e uomini che eroicamente si adoperarono per salvare la vita a famiglie di ebrei.

Vedete, è importante riflettere attorno a questi temi, oggi, non soltanto per un doveroso ricordo alle milioni di vittime di quella stagione drammatica, tragica, e unica, com’è stato dichiarato dagli organismi internazionali che fu l’Olocausto, perché l’antisemitismo è una sorta di virus, è un virus che si può introdurre e diffondere nel corpo sano di una nazione con una velocità impensabile; il miscuglio di antisemitismo, di intolleranza e di xenofobia è oggi presente nella società europea e nella società italiana, dobbiamo avere il coraggio di riconoscerlo e di attivarsi ed è per questo che è giusto ragionare attorno a questi temi e, come chiediamo nel dispositivo della nostra mozione, di impegnare il Governo ad assumere tutte le iniziative utili alla lotta contro antisemitismo e, comunque, contro ogni forma di razzismo, odio, intolleranza e xenofobia.

E dobbiamo anche oggi, per attualizzare la questione, dire che esiste un ruolo fondamentale nella trasmissione: il vettore della trasmissione del virus oggi, e bisogna dirlo con chiarezza, sono i social media, vi sono decine, centinaia, migliaia di pagine che inneggiano a figure più o meno direttamente riconducibili al nazismo e fascismo, ci sono pagine piene di simboli che ricordano la svastica e altri simboli di quella stagione. L’odio attraverso la rete si sta diffondendo con una velocità altrimenti impensabile e, da questo punto di vista quindi, dobbiamo iniettare nel corpo sano dell’opinione pubblica, che passa anche attraverso i social media, degli anticorpi, dobbiamo richiamare con forza le piattaforme digitali alla loro responsabilità. Quando si diventa vettori di questo odio si diventa complici di questo fenomeno ed è inaccettabile che ci sia una deresponsabilizzazione di questi soggetti. Dobbiamo, quindi,
compiere uno sforzo straordinario e mi rivolgo al Governo, ringraziandolo per aver dato parere favorevole alla nostra mozione, perché credo che su questo bisognerà, anche in sede parlamentare, presto, il più presto possibile, ragionare su come costruire, in collaborazione con la piattaforme digitali, questi anticorpi. Perché, vedete – e mi avvio alla conclusione – quello che colpisce guardando a quegli anni, a quella storia è la velocità con cui l’opinione pubblica, gli umori dell’opinione pubblica possono cambiare. C’è un libro straordinario di Allen, Come si diventa nazisti, che racconta il microcosmo di un piccolo paese che, in pochi anni, passa da paese a maggioranza, larghissima maggioranza, dell’SPD a essere un paese pieno di nazisti. Ma c’è un altro libro che mi permetto di sottolineare in questa sede, che mi veniva in mente sentendo e leggendo le varie mozioni, il libro di uno storico, Christopher Browning, il cui titolo, Uomini comuni, vedete, racconta la storia delle unità operative speciali dei reparti tedeschi che seguivano l’avanzata dell’esercito della Wehrmacht verso Est, con un obiettivo, l’annientamento degli ebrei, degli zingari e degli avversari politici, andavano in piccoli comuni, in piccoli paesi dove era maggiore la presenza della comunità ebraica, e che cosa facevano? Al mattino rastrellavano, nel pomeriggio gli facevano scavare le fosse e, alla sera li uccidevano, li fucilavano e ricoprivano le fosse, 1.000, 1.500, 2.000 al giorno. Ebbene, quello che colpisce e che credo debba essere un monito per l’oggi è che a realizzare, a comporre queste unità operative non erano esaltati nazisti della prima ora, non erano le SS. Christopher Browning racconta la storia dei componenti di questo reparto, che erano fino a pochi mesi prima commercianti, impiegati, persone normali. Ordinary Men è il titolo originale. Questo deve essere il monito che viene per l’oggi. Noi dobbiamo, da un lato, come diciamo nella nostra mozione, preservare il ricordo della Shoah, dell’unicità della Shoah e delle responsabilità politiche degli Stati e di coloro che attuarono le politiche repressive di sterminio nei confronti della comunità
ebraica e di tutti i diversi. Dobbiamo quindi compiere oggi uno sforzo straordinario – non siamo in tempi ordinari – per favorire progetti di carattere culturale-educativo, volti a contrastare il razzismo, la xenofobia e l’antisemitismo e a promuovere la cultura della conoscenza, il dialogo e l’integrazione. Dobbiamo farlo usando i metodi antichi della formazione, del lavoro nelle scuole, ma anche – come dicevo – chiedendo uno sforzo straordinario alle piattaforme digitali, richiamandole alle loro responsabilità, perché la velocità con cui questi strumenti possono diffondere l’odio e l’antisemitismo è molto grande. Questo virus potrebbe infettare, molto più
velocemente di quello che noi oggi immaginiamo, il corpo sano di una nazione, che però – e chiudo come ho iniziato – deve fare fino in fondo i conti con la propria storia e con la vergogna delle leggi razziali, che rimangono una delle pagine più oscure della nostra storia nazionale