Conte: Alta velocità, confusione inutile. Occorre equilibrio

Politica e Primo piano

Intervista a Il quotidiano del Sud

di Paolo Tarso

Alta velocità e Alta capacità ferroviarie nella provincia di Salerno, si è acceso il dibattito negli ultimi giorni su un tema cruciale della dotazione infrastrutturale del territorio. Tante discussioni, qualche disputa territoriale, ma anche un po’ di confusione. Ne parliamo con Federico Conte, deputato di Liberi e Uguali, che segue la questione in Parlamento.

Onorevole, ci aiuta a fare un po’ di chiarezza?
In un progetto approvato nel ’90 si prevedeva un sviluppo della rete ferroviaria ad Alta velocità (persone) e ad Alta capacità (merci) fino a Napoli, e da lì fino a Reggio Calabria, con prima fermata intermedia a Battipaglia. La giunta regionale della Campania, guidata da Antonio Bassolino concordò anni dopo con il governo nazionale una modifica del progetto, individuando come prima fermata la stazione di Afragola mentre il terminale finale è diventato Bari, in luogo di Reggio Calabria, modificando così l’asse di sviluppo meridionale.

Scusi ma a Salerno e a Battipaglia l’Alta velocità c’è.
Non è esattamente così: prima a Salerno e ora a Battipaglia è stato portato solo il prolungamento del servizio a lunga percorrenza (treni Frecciarossa e Italo), con un potenziamento delle rete esistente. Alta velocità e Alta capacità sono un’altra cosa.

Dunque di cosa di cosa si discute tanto in questi giorni?
Durante il secondo governo Conte abbiamo ottenuto che venisse inserito nel decreto Rilancio uno stanziamento di 40 milioni di euro per i progetti di fattibilità di nuovi interventi di potenziamento sulla direttrice Salerno-Reggio Calabria, dove è prevista, recuperando il vecchio progetto,  una nuova linea di Alta velocità e Alta capacità, che attraversa la provincia di Salerno, con due snodi, uno a ridosso di Salerno e uno nella Valle del Sele, collocati per ragioni logistiche nelle prossimità e non dentro i centri abitati.

Come per le autostrade, ci saranno, quindi, due linee AV/AC per il Sud: la Napoli – Bari, in via di realizzazione, e la Napoli – Salerno – Reggio Calabria in programma?
Sì, anche se per quest’ultima il lavoro è ancora nella cosiddetta prima fase, quella preliminare alla progettazione.

Con quali prospettive concrete di vederla realizzata?
È una grande opera, che deve essere parte di un grande progetto, un obiettivo strategico da inserire nel Recovery Plan, per rendere europeo il Mediterraneo e mediterranea l’Europa. Si tratta di una infrastruttura strategica e fondamentale per l’interscambio con la portualità, le Zes, la rete delle merci dentro il corridoio europeo Nord-Sud.

Da più parti si sollevano rivendicazioni per orientarne il tracciato. Che dice a tal proposito?
Servono responsabilità e buon senso. È necessario restare uniti sul territorio e a livello politico, non alimentare divisioni controproducenti o inutili scontri.

In che modo?
Bisogna elaborare proposte, e non polemiche; concorrere con contributi mirati all’interesse comune, facendo opera di onesta e rigorosa chiarezza sui reali termini della questione.

Non sono utili, quindi, le fughe in avanti di questi giorni sulle localizzazioni?
L’infrastruttura va fatta dove realizza il maggiore equilibrio tra efficienza e basso impatto ambientale, per stare compiutamente dentro il solco di quella transizione ecologica che è un punto cardine dello sviluppo infrastrutturale indicato nelle linee guida dell’Unione europea nel Next generation Eu.

Quello delle stazioni è un falso problema allora?
È un problema da non sottovalutare ma va risolto con equilibrio. È questo il compito della buona politica. Il tema vero sono le reti di interconnessione, che devono includere nel piano tutte le aree: dobbiamo impegnarci all’insegna dell’unità territoriale per garantire da subito che ovunque si decida di andare a collegare lo snodo ferroviario, esso sia profondamente interconnesso al resto del territorio, in modo da ribaltare su tutta l’area del salernitano i vantaggi e le ricadute di un collegamento che ha un senso se non si limita ad attraversare ma sviluppa lungo tutto il percorso una potenza di trasformazione.

Qual è il suo auspicio?
L’obiettivo deve essere dotare il territorio del salernitano di presìdi strategici, con “vista sul Mediterraneo e sull’Europa”, quindi dentro e fuori di se stesso.