Bubbico: non vogliamo crisi di governo, ma risposte su lavoro e soggetti deboli

Politica e Primo piano

Intervista a La Gazzetta del Mezzogiorno

di Antonella Inciso

Senatore, a 24 ore delle dimissioni da viceministro la sua scelta improvvisa alimenta il dibattito politico, con i giornali che sostengono che a spingerla sia stato Massimo D’Alema.

«Non commento le sciocchezze».

Eppure quella decisione resta un atto forte.

«Essa nasce e matura nei termini conosciuti. I gruppi parlamentari di Mdp hanno posto una serie di questioni al Ministro dell’ Economia. Questioni che non sono state state considerate, a partire dalle politiche per sostenere una fase espansiva dal nostro Paese. Quelle posizioni non hanno trovato attenzione, tanto da indurre i due gruppi di Camera e Senato a decidere di non votare la risoluzione sul Def, ma di approvare solo lo scostamento di bilancio per evitare i meccanismi di incremento automatico dei prelievi fiscali. Io appartengo al gruppo di Mdp dal momento della sua costituzione e non potevo agire che in coerenza con le decisioni assunte dai gruppi».

La sua scelta, comunque, ha provocato la dura reazione del Partito democratico. Partito che lei stesso, solo qualche settimana fa, in un’intervista, aveva definito “non un avversario”. Cosa è successo ora: i dem sono diventati “il nemico da abbattere”?

«Non abbiamo nemici da abbattere. Vogliamo promuovere un’interlocuzione feconda nel campo del Centrosinistra. Vogliamo parlare ad orecchie che hanno voglia di ascoltare ed interloquire. Oggi (ieri ndr) sul Def la disponibilità non è emersa».

Spera che emerga su questo e su altro?

«Noi coltiviamo la speranza su politiche che portino ad affermare la priorità del lavoro e della tutela dei soggetti più deboli, perché anche l’impresa risultata danneggiata dalla scarsa attenzione alle politiche sociali».

Ma la scelta di non votare il Documento di economia e finanzia non mette a rischio il governo Gentiloni?

«No, perché abbiamo votato a favore dello scostamento. La nostra intenzione non è produrre una crisi di governo ma affermare le priorità in cui crediamo. Se c’è chi ritiene che i problemi che poniamo non siano fondamentali lo dica, come nel caso dei ticket per la sanità o i problemi legati alla ripresa del ciclo produttivo attraverso gli investimenti».

Le sue dimissioni, comunque, hanno scatenato anche le voci su una sua possibile candidatura a governatore della Basilicata alle regionali 2018. È questo il futuro di Filippo Bubbico?

«Non c’è nesso tra le mie dimissioni e le elezioni regionali perché la mia presenza nel Governo non avrebbe impedito una mia candidatura. Chi lo mette in relazione non ha ben chiaro il funzionamento delle Istituzioni».

Senatore, ma lei lo esclude completamente?

«Non è un tema all’ordine del giorno».