Bersani: Magneti Marelli, pezzo dopo pezzo stiamo segando le radici industriali

Politica e Primo piano
Intervista a Agenzia Nova
di Paola Alagia
L’ex ministro dello Sviluppo economico e deputato di Liberi e Uguali Pier Luigi Bersani, interpellato da Agenzia Nova sulla vendita, da parte di Fca (Fiat Chrysler Automobiles), di Magneti Marelli al gruppo giapponese Calsonic Kansei, non ha nascosto la sua preoccupazione, sottolineando come da troppo tempo in Italia si assiste alla vendita “o svendita di asset strategici”. Per poi rimarcare come proprio quest’ultima operazione non sia altro che “un ulteriore anello che si aggiunge alla catena. In questo caso, poi, è particolarmente significativo e anche doloroso se si pensa che stiamo parlando di un’impresa che è lì dal 1919”.
Il deputato di LeU e membro della commissione Attività produttive di Montecitorio, inoltre, sul rischio per il know-how italiano dopo tale cessione, ha sottolineato: “Pezzo dopo pezzo stiamo segando le nostre radici industriali e questo non è solo un fatto sentimentale. Lì dentro c’è un know-how straordinario”. Di qui la sfida che si prospetta “perché la traiettoria dell’elettrico porta a una rivoluzione totale della componentistica e non poter affrontare questa rivoluzione da protagonisti, quali siamo stati nella storia industriale, ma da gente che dovrà valutare, e mi auguro non subire, le strategie che verranno fatte in Giappone o negli Stati Uniti è una cosa che desta molta preoccupazione”.
Quanto alla mancata applicazione del golden power (poteri speciali che consentono all’esecutivo di blindare una società qualora sia in pericolo l’interesse nazionale, ndr) da parte del governo, Bersani si è limitato a dire che indagarla diventa “una cosa da avvocati. Piuttosto mi impressiona il fatto che non si sia neanche cercata un’interlocuzione, visto che il governo ha strumenti di una moral suasion rafforzata da mettere in campo. Una volta – ha aggiunto – si diceva ‘quel che fa bene alla Fiat fa bene all’Italia’. Adesso, invece, quel che fa bene alla ‘famiglia’ fa bene all’Italia e siamo qui ad applaudire. Davvero non capisco chi saluta con applausi una cosa di questo genere. Stiamo parlando della filiera dell’auto e, in particolare, della componentistica che ha un peso enorme”.
Quindi, l’ex ministro ha precisato: “Discende da qui la mia preoccupazione. E io non sono certo uno che mette barriere e dogane. Tuttavia, mi piacerebbe che in un mercato aperto ci fosse la possibilità di sviluppare un protagonismo industriale di peso. Penso a un precedente: noi siamo stati i primi in Europa, ci ho messo qualcosa di mio, nel liberalizzare l’alta velocità ferroviaria. Potevamo essere quei privati che diventavano protagonisti in Europa nel farla e invece abbiamo venduto anche lì. Ecco perché, anche alla luce di quest’ultima operazione, serve fare una riflessione” sulla politica industriale.
Rimangono, infine, per Bersani i dubbi sullo scopo di questa operazione di vendita: “Penso che Fca faccia cassa. Ma le risorse serviranno per abbattere i debiti? Per qualche altra proposta d’investimento? E se sì, dove? Ma soprattutto sarà coinvolto il know-how italiano, i nostri centri di ricerca? Restano questi punti interrogativi”. Di un fatto, però, è sicuro il deputato di Liberi e Uguali e cioè della necessità “non solo di non stare fuori dall’elettrico, che è una cosa importante, ma anche di non fermarci e inventarci altro in attesa che arrivi l’elettrico a tutti. Serve anche questo – ha concluso – perché significa stare con i piedi per terra”.