Paolucci: strafelice che Bassolino sia dei nostri a Roma il 1 luglio

Politica e Primo piano

Intervista al Corriere del Mezzogiorno

di Simona Brandolini

«Sono strafelice che Antonio sia dei nostri a Roma». Massimo Paolucci, eurodeputato tra i primi a uscire dal Pd, per Mdp è ormai una sorta di sherpa in tutto il Sud. Inutile dire che se Antonio Bassolino decidesse di lasciare anche il Pd, lui sarebbe «due volte strafelice».

Prima l’editoriale di Enzo d’Errico sul Corriere del Mezzogiorno, poi Bassolino. La tesi è che in Campania e nel Sud in generale il risultato del Pd è dovuto all’assenza di avversari. Che ne pensa?

«Che è così, solo uno che non vuol vedere che è complicato perdere quando sei solo in mezzo al campo, direbbe il contrario. Nel Sud e in Campania c’è una crisi verticale di Forza Italia. Dopo l’arresto e la condanna di Cosentino e le difficoltà di Cesaro il centrodestra non ha più i suoi punti di riferimento. Se aggiungi la debolezza storica dei 5 Stelle nel Sud alle amministrative è evidente che era una partita senza avversari. Senza contare che esplicitamente o in maniera mascherata il Pd ha stretto alleanze col centrodestra il gioco è spiegato».

Anche Mdp a Melito s’è alleato con Fratelli d’Italia.

«A Melito c’è stata una lista civica all’interno della quale c’erano esponenti di Fatelli d’Italia, era un’alleanza per fermare un candidato molto chiacchierato. Un caso, nulla di più».

Il risultato alle politiche sarà lo stesso?

«È un’illusione. La rabbia non è esplosa alle amministrative ma si vedrà alle politiche. Cova sotto la cenere. Ed è una grande illusione pensare di spegnere il malessere col basso livello, con le fritture di pesce, senza idee né progetti non si va molto lontano».

La prima uscita pubblica di Pisapia e Bersani a Napoli era al fianco del recordman di cambi di casacca Michele Pisacane.

«La vicenda di Pisacane è stata un errore, ne prendiamo le distanze. Il nuovo centrosinistra nel Mezzogiorno non può avere il volto di un vecchio personale politico passato attraverso tutti i partiti. Bene ha fatto Scotto a dirlo».

Ma lei davvero pensa che in Italia e in Campania ci sia voglia di sinistra?

«Noi non abbiamo partecipato in tutti i comuni, ma eravamo presenti a Portici, Torre Annunziata, Melito, Arzano. La sinistra fuori dal Pd a Torre Annunziata prende l’11,36 per cento, a Portici il 19,11, ad Arzano abbiamo vinto. Ci sono tantissime forze e saranno quelle che si presenteranno sabato in piazza e che hanno dimostrato che c’è uno spazio politico da occupare a sinistra».

Lei conosce molto bene Bassolino. Pensa che lascerà il Pd?

«Mai fatto l’interprete di Bassolino, sto ai fatti. Bassolino è stato in questi mesi un coraggioso protagonista di una battaglia per provare a cambiare il Pd».

Non riuscendoci.

«Il Pd è stato completamente sordo alle tante cose di buon senso dette. Che non abbia partecipato alle primarie è un fatto rilevante. Bassolino continua ad essere uno delle principali risorse che ha il centrosinistra nel Mezzogiorno».

Il centrosinistra che avete in mente è lontano dal Pd di Renzi e da de Magistris?

«Con de Magistris ho opinioni differenti su tante questioni e non piego le mie opinioni alla tattica politica, ma non va demonizzata quell’esperienza. Sarebbe miope sottovalutare il fatto che i comuni non beccano un quattrino. Quindi autonomia sulle scelte da fare ma condividendo un percorso».

E rispetto a De Luca?

Noi abbiamo fatto campagna elettorale contro Caldoro sui fondi europei. Ora buona parte dei fondi sono utilizzati per portare avanti i progetti di Caldoro. Dei 4 miliardi disponibili ad oggi sono stati impegnati zero euro, vorrei essere smentito, non lo sarò. E poi l’atteggiamento è insopportabile, si promettono fondi europei a destra e a manca, sono fondi pubblici non sono nella disponibilità di De Luca. Quando ascolto che la Campania è la nuova California mi cadono le braccia, il Pil è aumentato del 2,4 per cento, ma anche le diseguaglianze e non è diminuita la disoccupazione. Basta raccontare favole».