Pubblichiamo qui (e aggiorneremo) il calendario delle assemblee territoriali in vista dell’assemblea nazionale congressuale, 6 e 7 aprile a Bologna.

Pubblichiamo qui (e aggiorneremo) il calendario delle assemblee territoriali in vista dell’assemblea nazionale congressuale, 6 e 7 aprile a Bologna.
Sono tanti i motivi di obiezioni di merito a questo provvedimento, ma contiene una ispirazione di fondo – mettere molti soldi sulla povertà, sul disagio, per i ceti popolari – a cui ci sentiamo di fare un’apertura, almeno di principio, culturale.
Si avvicina l’appuntamento con la nostra assemblea congressuale nazionale #NoiXRicostruire, che si svolgerà a Bologna il 6 e 7 aprile. Iscrivetevi.
Ministero del Lavoro, Istat Inps, Inail, Anpal, con il loro secondo rapporto congiunto sul mercato del lavoro, Il mercato del lavoro 2018 verso una lettura integrata, uscito a febbraio, ci dicono che anche questo 8 marzo abbiamo poco da festeggiare. Anche per questo oggi le donne italiane, assieme alle donne di tutto il mondo, sono in sciopero e manifestano nelle piazze del Paese. Ecco i dati.
Siamo autonomi rispetto al Pd ma pronti a fare la nostra parte per una lista unitaria elle Europee insieme a Zingaretti. Non vogliamo rientrare nel Partito democratico, ma mi pare che la linea di chiusura a sinistra sia stata sconfitta alle primarie. Oggi c’è un nuovo segretario che volta pagina rispetto al passato, riconoscendo alcuni errori. Così è più facile ricostruire un’alternativa alle destre. Possiamo provare a farlo anche alle amministrative, vanno al voto 4 mila comuni. Quello che c’è oggi a sinistra non basta, né il Pd da solo né le altre sigle. Siamo per l’unità se la premessa è il cambiamento di paradigma, smettere di essere subalterni al pensiero neoliberista.
Il reddito di cittadinanza è una misura importante che però va accompagnata da misure di giustizia fiscale e da politiche economiche di contrasto al lavoro povero. Faremo le nostre proposte migliorative, ma se io fossi in Parlamento voterei sì. Nella passata legislatura, nonostante facessimo un’opposizione feroce al governo Renzi, votammo a favore degli 80 euro e del ‘rei’. Quando s’intraprendono misure che agiscono sul terreno del contrasto alla povertà e della redistribuzione sociale, la sinistra deve stare a sentire. Il reddito trasformerà il rapporto tra i 5 Stelle e i suoi elettori, specialmente nel Meridione. Il Movimento è destinato a diventare una forza politica più tradizionale perdendo una parte del voto di opinione che fin qui l’ha contraddistinto, ma costruendo un legame con un blocco sociale di riferimento, un bacino elettorale più ristretto ma più fidelizzato.
Con la partecipazione è alta e il buon risultato di Zingaretti, allora si può dire che è cominciato sul serio il dopo Renzi. La gente è molto preoccupata per quel che sta accadendo, e le primarie sono diventate un modo di opporsi all’attuale situazione. Noi con il Pd un rapporto abbiamo continuato a mantenerlo, alle regionali ci siamo presentati ovunque insieme, nel Lazio poi siamo stati determinanti per la vittoria di Zingaretti alla regione. Detto questo, è presto e controproducente parlare già ora di rientri e cose simili. Il problema è provare a fare tutti insieme una cosa nuova, non inseguire schemi vecchi.
Per un europeismo che rinnovi la tradizione e il sogno di un socialismo europeo e realizzi una svolta radicale rispetto alla fase neo-liberista che ha caratterizzato l’ultimo ventennio, riconciliando l’Europa con l’impianto avanzato della nostra Costituzione
Le europee sono un’opportunità. Ma sono stanco di commentare le proposte degli altri. Propongo una lista socialista, progressista, del lavoro, ecologista. Ci confronteremo con tutti, con il Pd e con gli altri. Ma non sono d’accordo con chi parte dal presupposto che destra e sinistra non esistano più. Il mio obiettivo sarà sempre combattere la destra, oggi rappresentata da Salvini. Ma serve dire un no netto allo status quo dell’Europa, fermare l’austerità e favorire la democratizzazione delle istituzioni europee. Nella manifestazione unitaria dei sindacati e nei voti regionali in Abruzzo e Sardegna vedo i segnali della ripartenza: serve interpretare la domanda di cambiamento e ricercare un campo largo e unitario. Unità e cambiamento si tengono insieme o cadranno entrambi.