Scotto: certi riformisti non conoscono la parola riforma

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Umberto De Giovannangeli, L’Unità

Chi distribuisce patenti di riformismo negandole alla Schlein soltanto perché parla con Conte oppure perché interloquisce con la piattaforma del sindacato mi stupisce. Riformare per me è allargare i diritti. Il riformismo degli ultimi anni i diritti spesso li ha tolti spacciandolo per adesione alla modernità. Se oggi abbiamo una difficoltà con un pezzo rilevante di popolo italiano non è per incapacità di comunicazione o perché non siamo bravi sui social o troppo poco “fighi” in televisione. Quella difficoltà è figlia di errori come l’abolizione dell’articolo 18.

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Bugani: Grillo scherza, ora vorrei Conte in piazza col Pd

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Paolo Rosato, Quotidiano Nazionale

I 5 Stelle guardino ai tanti punti che ci uniscono e non ripetano lo stesso errore fatto con Bersani dieci anni fa. Elly era in quella piazza per tendere una mano, per aprire con generosità a un dialogo che spesso è inspiegabilmente boicottato da più parti. Conte dovrebbe stringerle la mano con forza e senza fraintendimenti. Prepararsi ad andare in una piazza organizzata dal Pd su altre tematiche comuni (e sono tante) con la stessa umanità, umiltà e generosità con cui si è mossa lei.

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Scotto: quello di Grillo un pretesto, vogliono solo logorare Elly

| Politica e Primo piano
Giacomo Salvini, Il Fatto quotidiano

C’è un lavorio di logoramento nei confronti di Schlein che sta sconcertando il nostro elettorato. È un vecchio vizio: costruire una dialettica politica basata sui pregiudizi. La segretaria ha fatto benissimo ad andare perché là dove c’è una piazza che manifesta contro la precarietà, il Pd deve esserci. Poi la leader del principale partito dell’opposizione fa il suo mestiere: prova ad unire l’alternativa al governo Meloni. Così ha fatto un gesto di vicinanza e amicizia a un alleato come il M5S, a meno che non pensiamo di tenerci Meloni per altri vent’anni. Il nostro interlocutore è Conte, non Grillo o Moni Ovadia.

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Speranza: sono in ritardo, governo usi il Pnrr per assumere medici

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Paolo Russo, La Stampa

Pare che queste risorse da spendere siano un problema da risolvere a cui si guarda con un certo fastidio e non come una chance per l’Italia. Il cuore della missione 6 è l’idea di prossimità. Una sanità più vicina alle persone, a partire dalla casa come primo luogo di cura e dalle nuove strutture di prossimità. In passato la destra mi è sempre sembrata piuttosto scettica rispetto a questa idea di fondo. Temo questo oggi stia emergendo. Dai banchi dell’opposizione sarò al fianco di chiunque si batta per chiedere più risorse per il nostro Ssn.

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D’Attorre: Meloni subalterna a Washington, qual è il fine?

| Politica e Primo piano
Umberto De Giovannangeli, L’Unità

Sostenere un paese aggredito è sacrosanto, ma il governo non può pensare di fornire armi acriticamente e senza discutere con gli alleati. È arrivato il momento di dire che l’invio delle armi deve legarsi a un’interlocuzione con i nostri alleati americani e con il governo ucraino per discutere di quale sia la finalità delle armi e della prosecuzione della guerra. Che vuol dire vincere la guerra e sconfiggere la Russia? Immaginiamo davvero che la guerra possa concludersi con la deposizione e l’arresto di Putin? Berlusconi ha trasformato la nostra società: questo deve riconoscerlo anche chi, come me, ne ha un giudizio molto critico.

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D’Alema: Berlusconi un combattente. Sui giudici ha avuto qualche ragione

| Politica e Primo piano
Tommaso Labate, Il Corriere della Sera

Ho provato dispiacere. Berlusconi era un combattente. Un avversario, certo, ma un uomo capace anche di suscitare ammirazione e persino simpatia dal punto di vista umano. Credo che abbia sollevato un problema reale declinandolo nel modo sbagliato. E cioè interpretandolo come se ci fosse il complotto dei magistrati di sinistra contro di lui. In realtà quello che si era determinato nel nostro Paese era stato uno squilibrio nei rapporti tra poteri dello Stato. E alla fine quel suo scontro con i giudici ha creato un clima nel quale non è stato possibile fare nessuna riforma.

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Geloni: qualche grosso dubbio su Berlusconi “moderato”

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Chiara Geloni, Il Foglio

Berlusconi non è stato mai moderato in niente. Nel male, e a volte perfino nel bene. Limiti non ne ha mai conosciuti o riconosciuti. È stato un avversario formidabile, e però la sinistra lo ha battuto due volte, gli ha vietato l’accesso al Quirinale direttamente o per interposta persona, lo ha respinto nei referendum. Facendo alleanze, percorsi: politica. Ma intanto qualcuno aveva cominciato a pensare che la sinistra fosse piena di perdenti da rottamare, e che per vincere bisognasse invece essere bravi, bravi come lui. E invece bisognava essere bravi, bravi ma diversi: l’opposto di lui.

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Bersani: io gemello diverso di Silvio provo un enorme dispiacere

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Pasquale Napolitano, Il Giornale

Siamo nati nello stesso giorno, pensavo che fosse immortale. Il momento più intimo la visita in ospedale a Milano. Volevo dire che la politica non è odio. È scontro. Ma anche dignità e rapporti umani. Berlusconi è stato un liberale immaginario. Lascia in eredità una destra reazionaria e conservatrice che non si è evoluta. Quel partito liberale di massa di cui si parlava allora non c’era e non si è realizzato.

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Bersani: empatia e generosità, così Berlusconi affascinava il popolo

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Monica Guerzoni, Il Corriere della Sera

Andai a trovare Berlusconi quando gli tirarono la statuetta. Fu lui a tenere la mano a me, aveva un vitalismo inesausto. Ma sua lunga leadership non lascia un centrodestra liberale. Credo si possa dire che lui, dopo la senilità paludosa della prima Repubblica e di Tangentopoli, ha dato per una ventina di anni l’imprinting di un elemento che in parte c’è ancora. Quale? La personalizzazione della politica, che per vincere diventa critica della politica e poi antipolitica e questo è un made in Italy che deriva da Berlusconi. Voleva essere la soluzione di un problema, è diventato un guaio.

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