Conte: urgente revisionare il ruolo delle regioni, autonomia diventa pretesa

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Luca Cavallero, Politicanews.it

I regionalismi, quelli del Nord più di quelli del Sud, hanno mostrato limiti in un settore, la sanità, che rappresenta oltre l’80% del loro bilancio. De Luca? Ha conquistato un ruolo nazionale e credo che, stando alle sue dichiarazioni e alla sua storia, intenda esercitarlo riproponendosi come Presidente della Regione, dove si profila uno scontro con un centro destra modello Salvini. Bersani dice le cose che pensa non per colpire gli avversari, quindi sbaglia la destra a indignarsi, ma per promuovere un’alternativa che è sempre di merito e politica, non personale. Non ci sono le condizioni per un governo di unità nazionale. Non è tempo di inciuci, la crisi si affronta con un piano pluriennale coerente e realistico che consenta al vitalismo locale di esprimersi e ai partiti di farne motivo di mobilitazione dal basso e nelle istituzioni per fare sintesi tra le culture politiche compatibili.

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Scotto: una destra senza distanziamento sociale e politico dal fascismo

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Arturo Scotto, Globalist.it

Non si possono liquidare gli insulti al Presidente Mattarella di alcuni manifestanti che sfilano con il tricolore come una semplice sgrammaticatura. Ho l’impressione che sia più che altro la manifestazione esplicita di un sentimento di estraneità alla Repubblica, alle sofferenze che l’hanno attraversata, alle paure che l’hanno animata, alle fratture che ne hanno scandito il percorso. Il video di Globalist squarcia questo velo in maniera implacabile, ivi comprese le manine alzate al risuonare dell’inno di Mameli. Chi insulta il Presidente della Repubblica non compie soltanto il reato di vilipendio, ma straccia un pezzo di storia del paese. Lo calpestano, dopo averla calpestata durante il ventennio, come fece il monarca che si consegnò mani e piedi al Duce. E come tradì la Repubblica chi abbassò la testa davanti alla mafia che sparava, metteva le bombe, invadeva l’economia legale. Non so dove fosse la destra quando accadeva questo, so da che parte era gente come Sergio Mattarella. Mi aspetto una presa di distanza da Salvini, Meloni e Tajani.

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Il tempo di un fatto nuovo è ora. Il documento della Direzione nazionale

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Documento approvato dalla Direzione nazionale di Articolo Uno che si è riunita via web sabato 23 maggio alla presenza del ministro Speranza

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Visco: servono nuovi schemi nella relazione tra Stato e Regioni

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Vincenzo Visco, Il Sole 24 Ore

Il Titolo V va rivisto in profondità. Non si tratta di trasferire competenze esclusive o concorrenti da un elenco a un altro, ma di stabilire princìpi generali da cui far discendere le scelte concrete. Ciò significa che nella Costituzione, per quanto riguarda le relazioni tra Stato centrale ed enti decentrati, sarebbe sufficiente prevedere che essi vanno stabiliti in base al principio di sussidiarietà, ferma restando la prevalenza dell’interesse generale, quando necessario. L’articolazione concreta delle funzioni e prerogative di ciascun ente andrebbe riservata alla legge ordinaria che meglio può farsi carico di curare dettagli e situazioni specifiche. L’approccio proposto, oltre a essere l’unico razionale, presenta tutti i gradi di flessibilità necessari, e si presta al trasferimento in sede decentrata di molte più competenze rispetto a quelle che oggi vengono esercitate, senza compromettere l’unità operativa del processo decisionale.

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Scotto: questo governo fa (anche) cose di sinistra. E dà fastidio

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Arturo Scotto, Huffington Post

Caro Alessandro De Angelis, con grande franchezza: non sono d’accordo con te e proverò a spiegare perché stavolta nutro un dissenso profondo rispetto a quanto scrivi. A questo governo è caduto addosso un macigno gigantesco nel momento in cui stava cominciando ad amalgamarsi, quando cominciava ad entrare all’ordine del giorno l’urgenza di una prospettiva politica e la cancellazione di politiche di destra che tu invochi. Non sto cercando alibi, ma il contesto conta. La regolarizzazione dei migranti valeva anche ieri e l’altro ieri, persino quando la Bellanova era viceministro di un altro governo che sottoscriveva gli accordi con la guardia costiera libica. La sanatoria serviva anche allora. E senza voucher, perché non serve regolarizzare i migranti se poi regolarizzi il caporalato. In questo momento, vedo un’offensiva senza precedenti di un pezzo del mondo produttivo – dal piglio persino un po’ padronale – per far saltare l’attuale equilibrio politico, l’alleanza tra centrosinistra e Cinque stelle. Sarà maldestra questa maggioranza, ma evidentemente genera fastidio – e molto – se continua a dialogare col sindacato dei lavoratori, se ha una certa condotta autonoma in Europa, se ritorna a parlare di intervento pubblico nell’economia.

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Speranza: sono un ministro novecentesco, i sondaggi? Li trovo eccessivi…

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Gad Lerner, il Venerdì di Repubblica

La pandemia è l’esperienza più drammatica della mia vita. Non credo la nostra generazione possa conoscere un trauma peggiore. Ho giurato sulla Costituzione e, pur essendo un uomo di sinistra, un politico appassionatamente di parte, da ministro rispondo all’insieme dei cittadini del mio Paese. Il più popolare nei sondaggi? Vivo con disagio questo genere di classifiche. Penserete che sono novecentesco, ma rifuggo la comunicazione esagerata e resto parsimonioso nell’utilizzo dei social. La sanità da sempre è stata la mia passione. Considero l’articolo 32 della Costituzione, quello in cui si dice che “vanno garantite cure gratuite agli indigenti”, uno dei pilastri del contrasto alle disuguaglianze sociali, così come considero il Servizio Sanitario Nazionale una delle più grandi conquiste di progresso del nostro Paese.

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Gotor e Laccetti: l’università durante l’emergenza sanitaria del Coronavirus

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Miguel Gotor e Giuliano Laccetti, il Mulino

Una volta superata la fase di emergenza non si deve pensare di trasformare questa modalità straordinaria in una strategia operativa ordinaria. Le opportunità offerte dalle nuove tecnologie didattiche, a regime, dovranno servire esclusivamente per integrare/migliorare l’insostituibile approccio in presenza (parimenti non sostituibile in caso di tirocini, di attività di laboratorio, di uscite sul campo. Si pensi, ad esempio, alle attività pratiche, specifiche di professioni come quella dei geologi e degli archeologi). In ogni caso occorre che gli studenti siano in grado di utilizzare un’adeguata postazione di lavoro, dotata di necessari strumenti hardware e software, oltre che di una connessione stabile, a banda larga. Per il momento non è certamente così per tutti. Se è stato giusto finanziare la realizzazione e/o la ristrutturazione di nuovi presidi sanitari, riteniamo altrettanto giusto prevedere finanziamenti per l’edilizia scolastica e universitaria. Una particolare attenzione andrebbe rivolta agli studenti fuori sede, molti dei quali stanno continuando a pagare l’affitto, senza potere usufruire dell’abitazione, e hanno bisogno di un orizzonte il più possibile sicuro per programmare il proprio immediato futuro.

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Scotto: dietro gli attacchi a Conte le élite che chiedono tutto allo Stato

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Arturo Scotto, Globalist.it

Non ho mai assistito ad un attacco così multiforme come quello che nelle ultime settimane ha investito l’esecutivo Conte. Martellante nei contenuti, trasversale nella composizione, talvolta persino volgare nei toni. È una constatazione banale, non è figlia di un mega complotto dei poteri forti, ma di una precisa lotta per equilibri politici e sociali diversi nel nostro paese. La strategia del lockdown sembra produrre una inedita rivolta delle élite che usano la sofferenza popolare come alibi per una ripartenza rischiosa e per chiedere ancora una volta tutto allo Stato senza dare in cambio nulla. Ma di fronte a un panorama drammatico come quello che segnerà l’Occidente nel tempo della pandemia è evidente che non ce la caviamo solo con il pallottoliere in Parlamento. Il Governo Conte si rilancia se mette il naso fuori dalla contingenza, se trasforma l’emergenza in una strategia, se si mette in sintonia con la nuova domanda di protezione, di intervento pubblico, di equilibrio ecosostenibile che sta crescendo nelle società occidentali al tempo del Covid.

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Fornaro: coronavirus, così nel mese di aprile è nato il “caso Piemonte”

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Redazione, Lo Spiffero

Tra Piemonte e Liguria si registrano il 26,9% dei nuovi casi Covid-19 in Italia, quando in queste regioni gli abitanti sono solo il 9,8% del totale. Questi dati confermano che in Piemonte e Liguria, pur all’interno di una tendenza nazionale alla diminuzione del fenomeno, la situazione dei nuovi casi Covid-19 è ancora da monitorare seriamente. La pressione sugli ospedali è scesa significativamente, ma guai a far scendere l’asticella dell’attenzione. Se non vogliamo avere brutte sorprese alla riapertura bisogna concentrare l’attenzione sui cosiddetti focolai domestici con tamponi e isolamenti domiciliari. Dal territorio arrivano invece segnalazioni di disfunzioni organizzative e ritardi nei tamponi che ogni giorno che passa diventano francamente incomprensibili e soprattutto inaccettabili pensando alle conseguenze per i pazienti e il sistema nel suo complesso.

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