Stumpo: sul Green pass dalla Lega solo spot imbarazzanti

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Alessandro Di Matteo, La Stampa

Non è con un emendamento che si può ragionare sulle politiche di apertura e uscita dalla pandemia, è un percorso da costruire tutti insieme, con la progressività necessaria. Non ci si riesce se ognuno rivendica qualcosina con piccoli “spot”. Tutti ricorderanno i video di Salvini nella prima fase della pandemia: prima “aprite tutto”, poi “chiudete tutto”. Questa ricerca di visibilità crea solo imbarazzi nella maggioranza, in controtendenza rispetto alle pratiche che Draghi aveva richiamato.

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Speranza: il lockdown fu una scelta inevitabile. Teniamo le mascherine

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Tommaso Ciriaco, la Repubblica

Ricordo tutto di due anni fa. L’Italia non era preparata, ma chi lo era nel mondo? Abbiamo sempre seguito la scienza. Ho voglia anch’io di mettermi alle spalle questa stagione, come dice Draghi. Siamo dentro un percorso e dobbiamo continuarlo, ma tenendo i piedi per terra. Sappiamo che con il 91% di over 12 vaccinati e la variante Omicron c’è un contesto diverso. Ma serve gradualità.

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D’Attorre: per sostenere Draghi serve la politica, non l’antipolitica

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Alfredo D’Attorre, Huffington Post

Lo stucchevole coro per Draghi, che lo contrappone all’indistinta rissosità e inaffidabilità dei partiti facendo di tutta l’erba un fascio, è la solita antipolitica. Serve invece un patto politico tra il premier e le forze disponibili a sostenerlo con serietà. Con meno di questo, rischiamo di ritrovarci non solo un ultimo anno di legislatura meno efficace dal punto di vista dei risultati, ma anche macerie politiche.

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Geloni: intimidire i partiti non è un metodo di governo

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Chiara Geloni, Tpi.it

Non penso che “strigliare i partiti” possa diventare un metodo di governo. C’è, in certi resoconti della stampa e purtroppo anche nelle parole del premier, una voluttà nel non riconoscere mai le ragioni della politica, della rappresentanza degli interessi, della dialettica tra i partiti che prescinde dalle reali colpe dei politici. Scherza col fuoco chi mette i bastoni tra le ruote a un presidente del consiglio come Draghi, ma scherza col fuoco anche chi pretende di governare contro il Parlamento.

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Bersani: fuor di metafora. Rischio la macchietta? Mi esprimerò in latino

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Carmine Saviano, Il Venerdì di Repubblica

Non c’è bisogno di essere marxisti per sapere quello che il vecchio Marx ha scoperto. Durante una rivoluzione tecnologica tutto si capovolge. Se oggi i padroni sono schiavi dell’algoritmo, figuriamoci come stanno messi gli operai. Il 73 per cento dei nuovi contratti è precario. Stiamo destrutturando il lavoro, la nostra sola materia prima. Il Pci, e anche la Dc, erano allineati su una cosa: la politica era una cura contro il narcisismo. Bisogna mettersi alla stessa altezza di chi incontri.

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Speranza: sanità, disuguaglianze odiose. Ecco la svolta per il Sud

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Marco Esposito, Il Mattino

Il diritto alla cura e all’assistenza non può dipendere dal luogo dove si nasce o dal reddito familiare. La straordinaria opportunità di riformare e rilanciare il nostro Ssn si gioca su tre parole chiave: prossimità, innovazione, uguaglianza. Prossimità, per riportare la salute vicino a tutti, sul territorio. Innovazione, per semplificare l’accesso alle cure e la comunicazione tra il Ssn e le persone. Uguaglianza, perché la salute non debba più dipendere più dal territorio in cui si nasce o dal reddito.

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D’Attorre: la sinistra può arrivare al 30%. Come se ci fosse il proporzionale

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Alfredo D’Attorre, l’Huffington post

Di qui alle prossime elezioni politiche, il Pd – assieme alle forze che come Articolo Uno hanno deciso di partecipare alla costruzione del programma tramite le Agorà – dovrebbe fare come se il proporzionale ci fosse già. Questo significa impegnare i prossimi mesi non a seguire i contorcimenti dell’area centrista o a sperare che il M5S regga in qualche modo fino alle elezioni, ma a costruire un progetto per l’Italia, all’altezza degli sconvolgenti cambiamenti degli ultimi anni e delle sfide gigantesche che il Paese sarà chiamato ad affrontare nei prossimi.

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Guerra: ora contratti di qualità, basta incentivi a chi assume part-time

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Paolo Baroni, La Stampa

Impostare il nostro sviluppo sul lavoro povero, su riduzione e compressione del costo del lavoro, non è la via da seguire: non fa bene ai lavoratori e nemmeno alle imprese. L’aumento dei prezzi in atto, che riduce il potere d’acquisto, può generare un conflitto: servono una legge sulla rappresentanza e il salario minimo. Il governo deve accompagnare questi processi rafforzando le politiche industriali.

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Stumpo: il Jobs act ha portato precarietà e crisi a sinistra

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Francesco De Palo, L’Argomento quotidiano

Ripensare un modello di società in cui i diritti tornino ad essere esigibili per 12 mesi l’anno e per tutta la vita lavorativa abbandonando ricette sbagliate. Per una volta da una crisi si dovrebbe uscire con più diritti e non con più rinunce. Investiamo su un campo largo in una prospettiva diretta verso la positiva evoluzione dei Cinque Stelle che fin qui c’è stata. Il governo giallorosso prima, in seguito le alleanze alle amministrative e il filo comune che si sta tenendo sia nell’attuale maggioranza che nel passaggio per il Qurinale, lo dimostrano.

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