Epifani: il problema non è rientrare nel Pd ma accorciare le distanze a sinistra

Politica e Primo piano

Intervista a Il Messaggero

di Nino Bertoloni Meli

«Il problema non è rientrare nel Pd, ma accorciare le distanze a sinistra che sono ancora tante». Parola di Guglielmo Epifani, l’unico degli ex segretari dem a non essere passato per le primarie perché l’unico a rispettare l’impegno a non ricandidarsi dopo essere stato leader di transizione.

Onorevole Epifani, se l’aspettava questa affluenza?

«Alla vigilia c’erano due tendenze: una certa freddezza, del tipo sono rimasto scottato e non mi vedono più; e un’altra molto più partecipativa e impegnata, preoccupata soprattutto di opporsi a questa destra e a questo governo. Evidentemente ha prevalso quest’ultima».

Più merito di Salvini e Di Maio che dei tre sfidanti, dunque?

«Beh, la gente è molto preoccupata per quel che sta accadendo, e le primarie sono diventate un modo di opporsi all’attuale situazione».

Solo questo il messaggio dell’alta affluenza?

«Se la partecipazione è alta e se Zingaretti ha un buon risultato, allora si può dire che è cominciato sul serio il dopo Renzi».

E per lei, Bersani e gli altri che siete usciti, che significa?

«Noi con il Pd un rapporto abbiamo continuato a mantenerlo, alle regionali ci siamo presentati ovunque insieme, nel Lazio poi siamo stati determinanti per la vittoria di Zingaretti alla regione. Detto questo…».

Detto questo?

«E’ presto e controproducente parlare già ora di rientri e cose simili. Il problema è provare a fare tutti insieme una cosa nuova, non inseguire schemi vecchi».

Quindi adesso niente ritorni a casa, piuttosto una casa nuova per tutti. Il motivo?

«A sinistra le distanze ancora ci sono e persistono. C’è da recuperare un popolo disperso, bisogna elaborare un progetto credibile che abbia una sua forza, e c’è da rinnovare un po’ di classe dirigente, specie al Sud».