Genova, il tempo delle decisioni. Dichiarazione di voto e risoluzione di LeU

Politica e Primo piano

Dichiarazione di voto di Federico Fornaro sulle comunicazioni del Governo in merito al crollo del Ponte Morandi di Genova.

Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, inaccettabile, sì credo che abbia ragione il Presidente Fico ad aver usato questo aggettivo, perché credo che sia anche il pensiero di tutti gli italiani: è inaccettabile quello che è accaduto a Genova con il crollo del ponte Morandi il 14 di agosto. E il nostro primo pensiero non può non andare alle quarantatré vittime innocenti, alle loro famiglie e ai loro cari e, nel contempo, un doveroso ringraziamento ai soccorritori per la loro abnegazione, per la dimostrazione di coraggio che credo ci abbia reso onore nel mondo. E anche una condivisione vera e sincera delle preoccupazioni per il futuro degli sfollati, delle imprese, dei genovesi tutti e anche, se mi è consentito, pur non essendo loro della mia parte politica, un rispettoso apprezzamento per l’atteggiamento istituzionale dei vertici della città e della regione.

Vede, signor Ministro, per ogni cosa c’è il suo tempo e oggi il tempo della propaganda è finito. Oggi è il tempo delle decisioni, oggi è il tempo della ricostruzione, oggi è arrivato il tempo di sostenere Genova in una delle pagine più tristi della sua storia. Ed è con questo spirito che noi abbiamo presentato questa risoluzione, che è stata bocciata dal Governo, una risoluzione che cerca di individuare priorità; questo è quello che oggi dobbiamo fare.

Per noi la prima priorità è quella di assumere tutte le iniziative e individuare le risorse economiche necessarie per procedere alla ricostruzione del ponte sul viadotto Polcevera, individuando in tempi brevi, anche in deroga alle normative vigenti, il soggetto attuatore e, nel contempo, tempi certi per la realizzazione dell’opera, nonché le modalità di verifica e controllo della realizzazione dell’opera stessa. È fondamentale ricostruire quel ponte per l’importanza che ha nella vita non solo della città, della regione, ma dell’Italia tutta.

E poi è necessario, lo abbiamo detto nei giorni immediatamente successivi al disastro, predisporre una legge speciale per Genova che affronti strutturalmente tutte le criticità, individuando risorse certe, congrue e stabili nel tempo per attuarla e istituendo e ci spiace che non ci sia stato il parere favorevole del Governo presso il Ministero dello Sviluppo economico un’unità di crisi dedicata proprio alle aziende e al sistema economico genovese.

E poi – se n’è discusso molto sui giornali, sui social network, si sono fatti annunci roboanti e poi, come vedremo, nella risoluzione della maggioranza questo è sparito, quasi per magia – noi crediamo che si debba arrivare alla revoca della concessione in essere, stante la portata catastrofica dell’evento, ferme restando le necessarie verifiche giuridiche.

E, infine, è evidente che questa vicenda ha riportato, ha fatto emergere un tema legato alla necessità di procedere al superamento del modello di concessione della rete autostradale, attivando un processo per un progressivo passaggio a modelli di gestione pubblica.

Queste sono le cose che si devono fare e che si devono fare subito insieme, come l’affidamento dei compiti di regolazione e controllo sugli investimenti previsti e sicurezza sulle reti autostradali a un’agenzia ad hoc da istituire e l’affidamento, anche per le concessioni in essere alla data del 31 dicembre 2012, della valutazione dei piani economico-finanziari e della regolazione tariffaria all’Autorità di regolazione dei trasporti.

C’è poi – è evidente – la necessità di affrontare su Genova un tema di investimenti finalizzati al nodo per il potenziamento della rete ferroviaria locale e interregionale che consenta a merci e passeggeri, in un territorio denso e congestionato, una mobilità sostenibile.

E devo dire, con una grande onestà, che ho trovato, signor Ministro, una distanza siderale tra le dichiarazioni sue, del Presidente del Consiglio, dei Vicepremier Salvini e Di Maio, in questi giorni dopo il disastro del ponte Morandi, una distanza siderale tra quelle dichiarazioni e la risoluzione della maggioranza.

Vedete, lo dico ai cittadini che ci stanno ascoltando, avete ascoltato il Premier e i Viceministri dire con forza, in più occasioni, che a questo punto c’era una strada obbligata, quella della revoca e, invece, il documento che verrà approvato dalla maggioranza parla molto timidamente di verificare, in relazione al rapporto di concessione, se vi siano gli estremi per la revisione, la revoca o la risoluzione della concessione.

E poi quante volte i cittadini hanno sentito dire che adesso basta, è ora di finirla con la gestione dei privati e bisogna passare a una nazionalizzazione; anche qui una timidezza devo dire assolutamente stupefacente; la risoluzione della maggioranza dice: a valutare la possibilità di individuare un soggetto a prevalente o totale partecipazione pubblica subentrante nel rapporto concessorio, ferma restando la salvaguardia delle funzionalità delle infrastrutture.

E il terzo punto è quello che non c’è, e che ci ha stupito più di tutti, signor Ministro. Lei, non in una dichiarazione, ma un paio di ore fa ha dichiarato, leggo lo stenografico: «il Governo sta predisponendo un provvedimento d’urgenza per Genova e per le infrastrutture». Bene, di questo provvedimento d’urgenza non c’è traccia nella risoluzione che verrà approvata dalla maggioranza. Mi domando, ci domandiamo e, se mi è consentito interpretare il pensiero dei genovesi, si domandano i genovesi perché nella risoluzione della maggioranza non c’è la citazione del decreto-legge speciale su Genova?

Signor Ministro, lei è stato sostanzialmente smentito dalla sua stessa maggioranza. Mi avvio alla conclusione. Io credo che questo dibattito abbia dimostrato proprio questa differenza: c’è un tempo per la propaganda, c’è un tempo anche per una risposta istintiva di fronte a un disastro inaspettato come quello del crollo del ponte e un tempo in cui, con senso dello Stato, con senso delle istituzioni, si fa un lavoro insieme alle istituzioni, in Parlamento, per dare una risposta a Genova per la sua ricostruzione.

Ebbene, questo non l’abbiamo sentito, signor Ministro, e non lo vediamo in questa risoluzione di maggioranza, che non avrà il nostro voto, e soprattutto non l’abbiamo sentito nel suo intervento, e mi sia consentito anche su questo sottolineare il fatto che lei abbia rinunciato a replicare. Io credo che questo sia il luogo del confronto, il Presidente Fico anche in altre occasioni lo ha sottolineato. Bene, quale miglior luogo del confronto, in una replica costruttiva, per ricercare anche quei fili che potevano ricostruire o ritessere un tessuto unitario che, ricordo, di fronte a tragedie importanti, questo Parlamento ha sempre trovato.

E, quindi – lo dico a me, ma mi permetto di dirlo a lei, signor Ministro – forse occorrerebbe ogni tanto ricordare cosa dice l’articolo 54 della Costituzione, che afferma che i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore. Qui non è in discussione l’onore, ma, vede signor Ministro, in quel sostantivo rientra l’obbligo di usare, in quest’Aula, nell’Aula in cui si esprime la volontà popolare, un linguaggio differente da quello che si userebbe in un discorso propagandistico in un contesto non istituzionale. Signor Ministro, la prossima volta, per favore, si ricordi dell’articolo 54 della nostra Costituzione. 

 

Il testo della risoluzione di Liberi e Uguali

La Camera, premesso che:
il 14 agosto 2018 a Genova è crollato un tratto del viadotto Polcevera, noto come ponte Morandi, sull’autostrada A10, al momento del crollo transitavano sul ponte oltre 30 veicoli tra automobili e mezzi pesanti. A seguito del crollo sono morte 43 persone e numerosi sono i feriti, alcuni ancora in gravi condizioni;
a seguito del crollo oltre 300 famiglie sono state costrette ad abbandonare le loro abitazioni, famiglie alle quali dovrà essere garantita una soluzione abitativa in tempi brevissimi;
il viadotto Polcevera crollato è in concessione ad Autostrade per l’Italia del Gruppo Atlantia che gestisce circa 3.000 chilometri, (circa il 50 per cento) della rete autostradale in Italia;
la procura di Genova ha aperto una indagine per disastro colposo e omicidio colposo plurimo;
le conseguenze, del crollo del tratto di viadotto sull’autostrada A10, sull’economia di Genova e della Liguria sono incalcolabili, gravi le ripercussioni e i danni per il porto e la viabilità in una Liguria oggi spezzata tra Ponente e Levante; a causa del crollo, e sono gravi anche le ripercussioni e i relativi disagi per i residenti e per le 230 aziende, in particolare piccole e medie, rimaste ferme con una gravissima ricaduta anche in riferimento ai livelli occupazionali;
il viadotto Polcevera che collega l’autostrada A10 con il casello di Genova Ovest fu inaugurato nel 1967, e a detta di Autostrade per l’Italia, concessionaria, nulla lasciava presagire che potesse accadere il crollo e che assolutamente non c’era nessun elemento per considerare il ponte Morandi pericoloso, essendo stato interessato da interventi di manutenzione su diversi fronti e trattandosi di un’opera soggetta a costante attenzione e cura, ha sottolineato. In particolare, per verificare la sicurezza della struttura, sarebbero stati utilizzati strumenti avanzati, comprendenti anche prove riflettometriche per rilevare la situazione all’interno del calcestruzzo dalle quali non era emerso nulla. Dichiarazioni che lasciano perplessi e che andranno verificate anche al fine di individuare le responsabilità nelle sedi giudiziarie;
il crollo di una parte del viadotto Polcevera non può non aprire una riflessione profonda sullo stato delle intera rete autostradale nazionale, sui 6.000 chilometri di autostrade in concessione, sul livello e la qualità delle manutenzioni nonché sull’efficacia dei controlli e dello stesso modello della concessione anche alla luce dell’esperienza degli ultimi venti anni e di quanto sta emergendo dalle pubblicazione delle clausole contrattuali fino ad ora secretate;
il crollo del Ponte Morandi è solo l’ultimo gravissimo evento che ha interessato tratti autostradali e cavalcavia negli ultimi anni, tra questi: il 18 aprile 2017 crolla un viadotto della tangenziale di Fossano, in provincia di Cuneo; il 9 marzo 2017 lungo l’autostrada A14 Adriatica all’altezza del chilometro 235 tra Camerano e Ancona Sud, nelle Marche, crolla un cavalcavia mentre era in corso di ristrutturazione; il 28 ottobre 2016 un cavalcavia sulla provinciale 49 Molteno-Oggiono cede al passaggio di un Tir all’altezza del chilometro 41,9 della superstrada Milano-Lecco; nella notte tra il 21 e il 22 ottobre 2013 a causa di un nubifragio crolla il ponte a Carasco sul torrente Sturla; il 7 luglio 2014 crolla un tratto del viadotto Lauricella lungo la statale 626 tra Ravanusa e Licata, in provincia di Agrigento; inaugurato il 23 dicembre 2014 con tre mesi di anticipo sui tempi previsti, dopo dieci giorni il viadotto Scorciavacche sulla Palermo- Agrigento ha ceduto; il 10 aprile 2015 una frana innescata da un periodo di prolungato maltempo causa del crollo di un pilone del viadotto Himera sull’Autostrada A19 Palermo-Catania, alcuni di questi gravi eventi hanno causato morti e feriti;
appare quindi necessario ed improrogabile procedere ad una strutturale opera di messa in sicurezza e riqualificazione delle infrastrutture in particolare autostradali oggetto di eventi gravi causati anche dal dissesto idrogeologico dei luoghi in cui insistono;
da questa tragedia si dovrà uscire con un progetto complessivo capace anche di dare ai cittadini alternative valide all’automobile, con servizi di trasporto pubblico, efficienti e accessibili a tutti. Oggi queste condizioni mancano, anzi in questi anni sono stati ridotti i treni regionali (- 8 per cento dal 2010) mentre sono aumentate le tariffe per i pendolari del 49 per cento, nonostante il servizio non sia cresciuto nelle stesse proporzioni;
in particolare per Genova, che oggi è una priorità, appare necessaria una legge speciale che affronti strutturalmente tutte le criticità con uno stanziamento di risorse adeguato, per:
realizzare in tempi brevi la ricostruzione del viadotto, individuando, tenuto conto del Codice degli appalti, il soggetto che deve realizzare l’opera;
b) sostenere le imprese, in particolare piccole e medie che stanno rischiando una grave crisi che può comportare la perdita di numerosi posti di lavoro;
c) assumere misure di sostegno alle famiglie sfollate per la sostituzione dell’abitazione, prevedendo anche la realizzazione di edifici per la destinazione definitiva delle famiglie che non individuassero una soluzione abitativa autonomamente;
d) intervenire nei confronti degli istituti di credito con i quali le famiglie che sono state costrette ad abbandonare le abitazioni, con in corso mutui, al fine di applicare la remissione unilaterale dei mutui prima casa relativi agli immobili soggetti ad abbattimento;
e) assicurare la continuità didattica agli studenti sfollati e a quelli che, a causa del blocco della viabilità nella Valpolcevera, potrebbero vedere compromesso il diritto allo studio;
f) ripristinare ed attuare un sistema integrato di trasporti regionale e interregionale che garantisca la mobilità ai cittadini liguri;
g) a realizzare interventi efficaci e strutturali sul territorio che affrontino il grave dissesto idrogeologico che interessa il Comune di Genova e la Liguria,

impegna il Governo:

1) ad assumere prioritariamente tutte le iniziative e individuare le risorse economiche per procedere alla ricostruzione del Ponte sul viadotto Polcevera, dell’autostrada A10, individuando in tempi brevi anche in deroga alle normative vigenti, il soggetto attuatore e tempi certi nella, realizzazione dell’opera nonché le modalità di verifica e controllo nella realizzazione dell’opera;
2) ad assumere iniziative volte all’approvazione di una legge speciale per Genova che affronti strutturalmente tutte le criticità tra le quali quelle indicate in premessa, individuando risorse certe, congrue e stabili nel tempo per attuarla, istituendo presso il Ministero dello sviluppo economico una unità di crisi dedicata;
3) alla revoca della concessione in essere stante la portata catastrofica dell’evento, ferme restando le necessarie verifiche giuridiche;
4) a procedere al superamento del modello di concessione della rete autostradale con un progressivo passaggio a modelli di gestione pubblica;
5) a rendere concrete in tempi rapidi forme efficaci, con adeguate risorse umane, strumentali ed economiche, le attività di controllo e verifica delle manutenzioni previste dalle attuali concessioni in essere sull’intera rete autostradale italiana;
6) ad attuare, con urgenza, le procedure necessarie al fine di modificare, per evidenti ragioni di interesse pubblico, le clausole risarcitorie, eventualmente previste, nelle convenzioni contrattuali in essere che prevedano un inaccettabile beneficio a vantaggio dei gestori privati, in caso di revoca delle concessioni per grave inadempimento;
7) ad affidare i compiti di regolazione e controllo su investimenti previsti e sicurezza ad una agenzia ad hoc da istituire;
8) ad affidare anche per le concessioni in essere alla data del 31 dicembre 2012, la valutazione dei piani economico-finanziari e la regolazione tariffaria all’Autorità di regolazione dei trasporti, nonché a presentare immediatamente iniziative normative urgenti su tale secondo ambito di regolazione e vigilanza;
9) a prevedere un piano nazionale di intesa con le regioni dell’intera rete autostradale, previa una mappatura delle criticità aggiornata periodicamente, sostenendo tale attività da parte di regioni e comuni con risorse economiche, strumentazione idonea e qualificazione del personale, al fine del non ripetersi dei crolli di viadotti come quelli che hanno interessato l’intero territorio nazionale negli ultimi anni;
10) a prevedere per Genova investimenti finalizzati al potenziamento del nodo ferroviario che consenta a merci e passeggeri, in territorio denso e congestionato, una mobilità sostenibile;
11) a prevedere l’aggiornamento del Piano generale dei trasporti e della logistica, in cui far rientrare una coerente politica delle regole delle infrastrutture e dei servizi di mobilità sostenibile nel nostro Paese.
(6-00016) «Fornaro, Bersani, Boldrini, Conte, Epifani, Fassina, Fratoianni, Muroni, Occhionero, Palazzotto, Pastorino, Rostan, Speranza, Stumpo».