Documenti: Fornaro ricorda in Aula Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta

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Signor Presidente, colleghe e colleghi, oggi, in quest’occasione, in questa commemorazione, al tempo stesso, compiamo un dovere ed esercitiamo un diritto. Il dovere è quello della memoria, di ricordare un magistrato straordinario, che ha speso la sua vita nella lotta contro la mafia, come Paolo Borsellino, e di ricordare i cinque agenti della sua scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, morti servendo anch’essi lo Stato. Il dovere della memoria è fondamentale, ce lo ricorda il filosofo Remo Bodei quando, giustamente, osserva che è anche attraverso il dimenticare che si costruisce l’identità di una nazione.

Però noi, oggi, stiamo esercitando anche un diritto, è il diritto a pretendere la verità, la verità sulla strage di via D’Amelio, la verità sulla stagione delle stragi del 1992 e 1993, perché, dopo Capaci e via D’Amelio, l’Italia non è stata più la stessa.

Ed è attraverso questo duplice esercizio, dovere e diritto, che si costruisce e si deve costruire un’identità condivisa della nostra nazione, fondata sulla legalità e su una cultura dell’antimafia. Questa è la base per sconfiggere la mafia e il cancro della mafia che affligge il nostro Paese. Abbiamo e dobbiamo esercitare un diritto alla verità, perché, come ha scritto la sentenza del “Borsellino quater”, si è verificato il più grave depistaggio della storia giudiziaria del nostro Paese e, quindi, di fronte all’Aula di questo Parlamento, credo che tutti noi dobbiamo impegnarci affinché non ci si fermi, fino a quando l’ultimo dei mandanti di quella strage e di quella stagione delle stragi non sarà scoperto e consegnato alla giustizia.

Concludo, facendo nostre le parole del procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, quando, alcuni giorni fa, ha detto: “Sono convinto che non occorrerà tantissimo tempo per rimettere a posto tutti i punti fermi sulla strage di via D’Amelio e scoperchiare questo calderone di sporcizia che ha infangato anche le parti migliori del nostro Stato”.

Sì, siamo stati qui ad onorare la memoria di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta e siamo stati qui, oggi, a rivendicare il diritto alla verità; lo facciamo per ricordare quegli uomini e quelle donne e lo facciamo per stringerci in un grande abbraccio alle famiglie di queste vittime.