Bersani: il voto utile è quello per Fava. Per una sinistra civica, della legalità e del governo

Politica e Primo piano

Intervista a Il Giornale di Sicilia

di Gerardo Marrone

“Il voto utile? Una leggenda metropolitana che stanno mettendo in giro.  Ma il voto utile è quello libero, come dice sempre Fava, e noi suggeriamo che sia utilizzato per ricostruire una sinistra civica, della legalità e di governo. Perché queste siano elezioni di riscossa!”. Pierluigi Bersani, l’ex ministro e segretario Pd che è ora parlamentare del Movimento Democratici e Progressisti,  sta “tirando la volata” nell’Isola al candidato presidente della sinistra Claudio Fava. E a Matteo Renzi, che agli elettori di sinistra aveva “consigliato” Fabrizio Micari “come unica soluzione per fermare la destra”, Bersani ribatte: “Con tutto il rispetto, però quella di Micari era partita come ipotesi civica e in discontinuità. Alla fine, s’è rivelata cinica e in continuità. Con Alfano e Crocetta dentro. Questo è il risultato di un’operazione gestita su tavoli romani, che ha favorito il trasformismo. No, non si può più. Basta!”.

In tanti siete già usciti dal Pd. Molti altri vi seguiranno dopo il 5 novembre?

“Questo non lo so, francamente. Se più che ai gruppi dirigenti guardiamo all’elettorato, ai militanti, noi sentiamo certamente una forte attenzione. Un’attenzione vigile, esigente. Questa gente, che è andata via dal centrosinistra e sta considerando se tornare a votare, non è mossa da antipatie e risentimenti. Ha in testa, invece, temi come sanità e lavoro. I tatticismi, le alleanze, sono cose che non commuovono nessuno. Questo, però, Renzi non lo ha forse ancora capito”.

A proposito. Nessuno, o quasi, parla di programmi per la Regione. I vostri?

“I problemi della Sicilia e dell’Italia sono gli stessi. Solo che in Sicilia sono il doppio. Ci vogliono, quindi, dosi doppie. Il lavoro, intanto. Va tolta precarietà e servono investimenti. Non sgravi, che non creano occupazione. Poi, la Sanità. Noi diciamo nazionalmente che bisogna togliere i superticket, ma questi sono poco cosa rispetto al problemone dei tagli. Dobbiamo rimettere mano ai servizi universalistici. Come la Sanità, appunto”.

O come il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, qui lontano anni luce dagli standard nazionali.  

“Quando parliamo di investimenti, noi stiamo proponendo un piano di interventi con una griglia nazionale ed esecuzioni locale che abbia come titolo il territorio. Acqua, rifiuti, viabilità sono servizi basici ma le reti sono in decadenza. Noi non abbiamo più la manutenzione in questo Paese. In Sicilia, peggio. Ad ogni modo, queste sono chiacchiere se la Pubblica amministrazione non funziona. E’ una cosa che dico soprattutto quando vengo nella vostra terra”.

Silvio Berlusconi ha programmato una due-giorni nell’Isola, Beppe Grillo tornerà venerdì a Palermo. Chi la spaventa di più?

“La destra è regressiva e conservativa. Hanno messo assieme tutti pur di vincere, per lasciare ogni cosa com’è. I Cinque Stelle, come s’è visto dalle loro prime esperienze di governo e dalle battute oltre le righe che fanno, dimostrano invece una rabbiosa impotenza. Insomma, mi preoccupano entrambi”.

Magari, però, fa più paura l’astensionismo.

“A far paura due volte è l’astensionismo visto nelle ultime Amministrative. Che non è stato, come si dice dalle mie parti, a bevuta pari perché ha riguardato di più gli elettori del centrosinistra. La destra, spesso, ha vinto grazie a questo. Ecco perché diciamo che vanno risollevate le idee, le bandiere, della sinistra di governo”.

Campagna elettorale dominata dal “tormentone-impresentabili”. Gira e rigira, la politica in Sicilia e in Italia fa sempre i conti con le stesse grane. O no?

“Per la nostra Costituzione, le funzioni pubbliche vanno esercitate con disciplina e onore. Una frase fantastica. Per tacere degli aspetti giudiziari, o addirittura delle possibili contiguità con ambienti criminali, quando si parla di onore e disciplina non significa che deve esserci un minimo grado di rigore, disinteresse, coerenza? Anche la facilità con cui si passa da una sedia a un’altra… Mamma mia!”.

In primavera, le Politiche. Il “Rosatellum” vi imporrà di venire a patti con il Partito Democratico?

“Al contrario. Il Rosatellum è fatto apposta per impedire questa cosa. Non è un maggioritario di collegio, ma neppure un proporzionale puro. E’ un ibrido che si fonda su finte coalizioni, senza alcun amalgama politico, e ha dietro un difettuccio: tu voti per un collegio e la tua scelta finisce su listini bloccati. Non hanno voluto discutere, hanno fatto il business con Berlusconi e la Lega. Ma quando apparecchi una legge elettorale con questi clienti, ciò significa che hai scelto di andare da quella gente là”.