#ingiroperlItaliaconArticoloUno: la prima tappa, Tivoli e Latina

Politica e Primo piano
Siamo tre ragazzi che hanno deciso di fare una piccola ma grande impresa: vogliamo girare l’Italia a bordo di una Y10, per raccontare le storie, le battaglie, gli obiettivi che la sinistra e Articolo 1 stanno portando avanti in tutto il Paese. Per più di un mese abbiamo organizzato il viaggio, fissato gli incontri e raccolto i fondi necessari. Ieri finalmente siamo partiti. Su questo sito vogliamo tenere un diario, cercando di raccontare al meglio quello che vediamo, ogni giorno. Da qui speriamo che possa nascere una bella storia che racconti chi siamo e cosa vogliamo fare.

 

24 luglio. Partenza – Tivoli – Latina
Ci vediamo, un po’ preoccupati, la mattina presto. Non crediamo ancora che questo progetto abbia preso realmente vita e che per davvero la nostra macchina stia per cominciare a solcare le strade d’Italia per più di 21 giorni. Ci troviamo tutti insieme nel box sotto casa di Michele: la Y10 ha piccole perdite al radiatore, non è proprio un bel modo per cominciare un viaggio così lungo. Caricata l’auto fino allo stremo, partiamo. La prima destinazione è Tivoli, a una cinquantina di chilometri da Roma. Per cominciare fin da subito a risparmiare decidiamo di prendere le strade provinciali. Arriviamo senza tante difficoltà nel centro della cittadina alle 11:40. Ad aspettarci c’è Gabriele Carini, circondato da ragazzi e ragazze che offrono volantini di Mdp e fette di anguria ai passanti, riscuotendo un discreto successo. Ci parlano di uno spazio sociale che stanno tenendo con tanta fatica e cura. Una ragazza di 15 anni, Giada, e un ragazzo di 18, Fabio, ci accompagnano per le stradine di Tivoli fino a questo posto: parlando si capisce fin da subito quanto loro siano entusiasti di quello che stanno facendo. Hanno creato un posto dove potersi aggregare, dare ripetizioni, organizzare assemblee e autogestioni nelle scuole. Lei ci dice senza tanti giri di parole che se non ci fosse quel posto, non saprebbero dove andare. Dopo averli intervistati andiamo a mangiare insieme in un pub. Mentre aspettiamo i panini si percepisce tra una chiacchiera e l’altra la voglia e la volontà di portare avanti questo grande progetto e di costruire tutti insieme una valida alternativa a sinistra non solo per la loro città. Ma anche per il resto d’Italia.
Dopo pranzo, verso le 15:30 riprendiamo la nostra piccola Y10 e partiamo alla volta di Latina. Nel percorso abbiamo subito la nostra prima perdita: lo stuoino di Michele scivola via dal portapacchi e si perde lungo l’autostrada; anche femandoci non ci è stato possibile recuperarlo. Il navigatore decide di farci fare una strada decisamente alternativa e dopo tornanti, cu
rve, vigne e campi coltivati arriviamo nel centro di Latina. Ad aspettarci c’è Francesco Pannone, con Matteo, due giovani militanti di Articolo1. Insieme aspettiamo Domenico Di Resta, ex esponente di primo piano della sinistra Pontina. Decidiamo di recarci al Giardino comunale, passato alle cronache per aver cambiato di recente il nome, da Arnaldo Mussolini a “Falcone e Borsellino”. Domenico, con la pazienza di una guida esperta, ci racconta non solo la storia di questo parco e del fatto che in realtà non si chiami parco Mussolini dagli anni ’40, ma ci spiega il complicato rapporto che c’è stato tra la sinistra e una città come Latina. Chi è di sinistra non può odiare questa città perché gran parte è stata costruita durante il fascismo; la sinistra dovrebbe combattere chi ha speculato sulla costruzione di orrori edilizi che rovinarono molti dei palazzi storici della città, e suona molto strano come la destra di Latina, che nulla disse quando vennero costruiti tali obbrobri, si faccia paladina di una battaglia sul nome di un parco. Continuiamo per almeno tre quarti d’ora una bella chiaccherata con Domenico e anche con Francesco e Matteo. Verso le 19, stanchi ed affamati, ci ritiriamo in casa di Francesco, per riposare e lavorare ai video e alle registrazioni fatte durante la giornata.
E così finisce il nostro primo giorno di viaggio. Domattina, Napoli.

Dario Barberini, Michele Calzoni e Francesco Virgili