Speranza: basta veti, non si fanno esclusioni per la carta d’identità

Politica e Primo piano
Intervista al Fatto quotidiano
di Tommaso Rodano
Per tutta l’intervista Roberto Speranza si sforza di schivare le polemiche. A sinistra i grandi “vecchi” si stuzzicano a mezzo stampa: D’Alema definisce Pisapia “il suo leader” in un’intervista al Fatto, Pisapia risponde che non si vuole candidare; Bersani gli chiede di ripensarci, ma l’ex sindaco di Milano ispira un articolo del Corriere in cui si sostiene che “nella cabina di regia” del nuovo partito, “non dovrebbero esserci né Bersani, né D’Alema”. Speranza, coordinatore nazionale di Articolo 1, ostenta una pazienza zen: “Parliamo di contenuti. Abbiamo bisogno di un’agenda politica”. Aggiunge: “Nessuno si può permettere di escludere qualcun altro per la sua carta d’identità. Lavoriamo insieme”.
Però Pisapia…
La interrompo. Noi vogliamo fondare una grande forza progressista. Articolo 1 sta mettendo le sue energie a disposizione di un progetto più grande. Vogliamo coinvolgere la minoranza del Pd e tutta la sinistra: Civati, Fratoianni e il movimento del Brancaccio, insieme al mondo cattolico insofferente nei confronti di una svolta che allontana sempre più il Pd dal suo progetto originario.
Come?
Con un’agenda politica comune. Questa è la chiave: 4 o 5 punti qualificanti in discontinuità col renzismo. Per esempio, il Jobs Act: noi vogliamo ripristinare l’articolo 18. O le tasse: Renzi dice che vuole abbassarle a tutti, anche ai miliardari, noi vogliamo la progressività fiscale. O l’immigrazione: Renzi parla di numero chiuso, noi di corridoi umanitari. La sinistra Pd che ne pensa? E gli altri?
Se magari la smetteste di litigare…
Rovesciamo la piramide: smettiamola di partire dalle personalità. Partiamo dalla proposta politica. Chi ci sta?
Però mi spieghi che succede tra Pisapia e gli altri.
Giuliano ha dato il via al processo. È fondamentale. Non si vuole candidare. Condivido quello che dice D’Alema: Pisapia è un leader. Può farlo sia dentro che fuori dal Parlamento. Io spero che ci ripensi: la generosità a volte è fare un passo avanti invece che un passo indietro.
La sua volontà di non candidarsi è un messaggio a D’Alema e Bersani, no?
Bersani e D’Alema sono personalità di primissimo piano della storia della sinistra, ma non sono nel coordinamento di Articolo 1. E’ stata una scelta presa insieme a tutto il gruppo dirigente. Quindi non capisco questa discussione: è falso dire che loro vogliono entrare nella cabina di regia e qualcuno stia mettendo un veto.
Pisapia fa il rottamatore.
Lui parla di rotazione. Da noi è già un fatto: la ruota gira.Basta vedere i nostri gruppi dirigenti. Francesco Laforgia, capogruppo alla Camera, ha poco più di 35 anni. Partiamo dall’agenda, non dalla carta d’identità delle persone: quella roba lì la faceva Renzi. Nessuno si può permettere di escludere, siamo qui per lavorare insieme.
Tutto condivisibile. Poi però, sul Corriere, Pisapia decide chi va bene e chi no.
Si decide insieme. Oggi chi non va a votare, non ha alcun interesse nelle questioni personali del ceto politico.
Martedì vi incontrate con l’ex sindaco. Tirerà le orecchie ai tre “vecchi”?
Sono sicurissimo che viaggeremo insieme. Stiamo parlando di veline dettate ai giornali, ricostruzioni. L’obiettivo di tutti è creare una grande forza popolare e progressista.
Resta il fatto che voi di Articolo 1 state cercando di tenere dentro tutti. Gli altri collaborano meno.
È la nostra missione, essere il baricentro di un campo largo. Chiediamo a tutti di smetterla con le logiche dei veti e di far vivere il confronto nel merito dell’agenda politica.