Errani: pace e lavoro, con Elly rimettiamo al centro i temi cari alla sinistra

Politica e Primo piano

Colloquio con Il Corriere della Romagna

di Chiara Bissi

Vasco Errani non ha risparmiato nel lungo percorso congressuale il suo apporto alla complicata missione di aggregare la sinistra e dialogare con il Pd, dopo anni di distanza. Oggi guarda al risultato di Elly Schlein, prima segretaria donna del Partito democratico, con soddisfazione e si dice ben determinato a guardare avanti, immaginando un partito plurale e non più al passato. Apprezza la partecipazione come segnale di vitalità e spiega: “Il risultato rappresenta la ragione del sostegno a Elly, ovvero la possibilità di costruire una relazione con tanta parte del popolo di sinistra che in questi anni ha vissuto una situazione difficile e si è allontanato. Si apre una fase nuova per costruire un nuovo Pd in grado di interpretare le grandi questioni del lavoro, dell’ambiente, della guerra, e capace di affermare una cultura politica vicina a coloro che vivono difficoltà e disuguaglianze. Un percorso che vede tanti protagonisti insieme alla segreteria per rappresentare una forza politica alternativa”. A Errani più che le dinamiche interne preme e interessa organizzare l’opposizione e dare una voce nuova al partito: “Dobbiamo avere la consapevolezza che la destra fa il suo mestiere, vuole riscrivere la storia, è ideologica e impone alla sinistra la necessità di dover avere una chiara identità. Il Pd deve rappresentare quelli che non ce la fanno da soli e deve dare un’idea alternativa di società, dove la forza non è del singolo ma della comunità che si fa carico dei problemi con impegno, elaborazione, studio, tempo. Deve esprimere la capacità di stare sui problemi reali delle famiglie, dei giovani, delle donne”.

Il nuovo partito
All’orizzonte c’è un quadro tutto da costruire per un partito che non nasconde gli esiti negativi delle correnti e la difficoltà di rigenerare la propria classe dirigente senza contare il rientro di una parte della sinistra fuoriuscita con uno strappo doloroso nel 2017 e di un elettorato poco vicino per sensibilità alle posizioni di Bonaccini. Ma Errani non cede alla tentazione e guarda al risultato: “La nuova fase aperta dal Pd mette in discussione l’intero sistema politico italiano. Dobbiamo guardare avanti e affrontare i problemi con una visione chiara e un’identità precisa. Basta guardare quello che sta alle spalle, gli elettori hanno dato un giudizio. Vogliono un nuovo Pd, un partito plurale che abbia la capacità di dare risposte innovative”.

Bonaccini
Sul superfavorito della vigilia, sul candidato che buca lo schermo, sul quale si è stretta la Romagna degli amministratori, dei sindaci e dei parlamentari, sempre presente nei tavoli dove si decide il destino dei territori, Errani ha parole concilianti. “Bonaccini ha fatto la sua parte con un discorso che ho apprezzato. La mia stima rimane intonsa, adesso però bisogna fare la sintesi più alta e avanzata possibile. Possono e debbono partecipare tutti i protagonisti attuali, guai a fare l’errore di pensare di aver risolto i problemi del Pd. Per ora abbiamo aperto una strada che porta a essere la forza che costruisce l’alternativa alle destre”. Il futuro quindi è tutto da costruire.