Bersani: caro Lepore, da Bologna parta un movimento progressista

Politica e Primo piano

Pubblicato su Repubblica Bologna 

di Pier Luigi Bersani

Caro sindaco,

innanzitutto mi unisco alla felicità dei bolognesi per l’attribuzione della cittadinanza onoraria al cardinale Zuppi. La leggo come il segno di una qualità della vita democratica di Bologna che non tramonta e che non si smentisce. Ho visto il resoconto del primo anno della tua amministrazione e ho apprezzato sia i risultati sia la consapevolezza delle sfide che si affacciano. Più di ogni altra cosa credo sia preziosa nel tempo di oggi l’idea che hai espresso sull’identità di Bologna e quindi sulla sua funzione: la città più progressista, un comune da combattimento.

Mi sembra che questo sottintenda un’idea ben intesa di politicità dell’autonomia, fatta cioè di risultati che promuovano al concreto una cultura democratica, di uguaglianza e di progresso. Il “senso” dunque di quello che si fa. Senza il quale i fatti rimangono sacchi vuoti che non stanno in piedi da soli. Non è questo il valore vero dell’autonomia? Il valore sarebbe forse nell’essere “padroni a casa propria”? O nell’esprimere delle esemplarità superficiali e di vetrina buone per la comunicazione di giornata? No.

Il valore dell’autonomia sta nel suo universalismo
Ho sempre pensato che la legittimazione e il valore dell’autonomia stiano nel suo universalismo. Allestire cioè dei prototipi di soluzioni che portino dal cielo alla terra qualche diritto in più in modo estensibile e replicabile. Questo ho trovato di attuale e di antico nella tua proposta. Adriana Lodi non avrebbe fatto a Bologna il primo asilo nido d’Italia se non avesse pensato al diritto universale dei bambini e delle mamme per tutti e dappertutto. E ben prima che venisse una qualche norma nazionale sui nidi!

Viviamo adesso tempi difficili. Sia per la corsa incessante delle disuguaglianze e delle esclusioni, sia per la minaccia ambientale, sia per i rischi incombenti di arretramento dei diritti civili e sociali. Non si può lasciare tutto questo al già detto e al già saputo, né alle bandiere di un antagonismo sterile. Forse può venire dal sistema delle autonomie, nelle sue parti più avanzate e consapevoli, una reazione positiva. Parlo del ribadimento dei valori fondamentali di pace, di uguaglianza e di convivenza; di priorità programmatiche mirate all’equilibrio sociale e ambientale; di combattimento in nome dei diritti sociali e civili. Non in astratto, ma nella concretezza della vita reale, nella carne viva dei problemi che un amministratore frequenta e conosce.

C’è bisogno di mobilitazione e cultura democratica
È troppo immaginare che da Bologna metropolitana possa partire in questo senso un richiamo generoso e senza barriere alle parti più vive delle autonomie italiane e delle culture civiche e progressiste che le animano? Un invito cioè alla discussione e all’iniziativa? A una reazione che produca mobilitazione e cultura democratica? Non so se sia possibile ma so che certamente ce ne sarà bisogno.

Buon lavoro, caro sindaco.