Cinquecento banchetti in tutta Italia, nel week end il battesimo di Articolo 1

Politica e Primo piano

Alla vigilia quella cifra tonda – cinquecento – era sembrata un azzardo, ma domenica sera a conti fatti non si è rivelata per niente irrealistica. Davvero Articolo 1, tra sabato e domenica, è stato presente in tutto il paese con circa cinquecento iniziative. Quelle coi leader e le sale piene – Roberto Speranza in Sicilia, Enrico Rossi in Puglia, Guglielmo Epifani in Veneto – e quelle dei militanti col banchetto in strada e i volantini. Sulla rete l’hashtag #articoliamoci ha accompagnato la pubblicazione di centinaia di foto, da Mesagne a Monfalcone, da Torre Annunziata a Orzinuovi, con le bandiere di Articolo 1 che sventolavano al sole. Importante anche la manifestazione presidio davanti al Quirinale di sabato mattina, con Arturo Scotto, per fare pressione per la liberazione di Gabriele Del Grande, poi finalmente avvenuta.

Una specie di prova generale in vista dell’apertura della campagna di adesione al Movimento, nel fine settimana del 6 e 7 maggio. Ma anche un segnale importante di cosa già oggi è Articolo 1 e di quali aspettative suscita.

“L’Italia ha bisogno di un centrosinistra forte che abbia il coraggio di ripensare radicalmente le politiche del lavoro e del welfare anche attraverso la progressività fiscale per cui chi ha di più deve dare di più – ha detto Roberto Speranza parlando ai giornalisti domenica mattina al gazebo di Largo Argentina a Roma – Dopo il risultato del referendum del 4 dicembre abbiamo il dovere di individuare una legge elettorale che impedisca di avere un parlamento di nominati, per questo diciamo no ai capilista bloccati”. Sulle scelte future del Movimento, Speranza ha aggiunto: “Ci interessa capire il progetto che si intende mettere in campo per l’Italia a partire dal lavoro, dalla scuola, dall’ambiente e dagli investimenti. Discutiamo di merito. Se ad esempio si parla di una misura universale di contrasto alla povertà noi siamo disponibili a votarla anche con i grillini. Se invece su un tema serio come quello dell’immigrazione si usano le parole strumentali di Di Maio, allora non ci siamo proprio”. 

(Ha collaborato Maura Pisciarelli)