Conte: l’alleanza va costruita sulla base della legge elettorale

Politica e Primo piano

Intervista a Il Dubbio

di Stefano Iannaccone

Avanti con i 5 Stelle. E delimitazione del perimetro dell’alleanza sulla base dei contenuti, perché con ricette diverse non possono stare insieme Bersani e Berlusconi. Il deputato di LeU Federico Conte indica la strada, ma avverte: “Dipende tutto dalla legge elettorale”.

Il Partito democratico rilancia un’alleanza larga, che vada dalla sinistra a Calenda compreso il Movimento 5 Stelle. Come si fa a mettere insieme progetti tanto diversi?

Quello delle alleanze non è un tema astratto, ma è strettamente legato alla legge elettorale. Se resta in vigore quella attuale, si deve cercare la costruzione di una coalizione che stia insieme sui contenuti. Nel caso in cui dovesse cambiare, in senso proporzionale, il tema delle alleanze cambierebbe profondamente aspetto. Faccio un esempio: in Germania, con un modello proporzionale, i socialisti si stanno alleando con i liberali per avere una maggioranza.

Ma in qualsiasi caso bisognerebbe trovare un accordo tra le varie forze politiche. Come si fa ad andare da Bersani a Giorgetti, come teorizzato da Calenda, o allearsi con Forza Italia come proposto da Nardella?

Se le ricette per il Paese sono differenti come si può pensare di fare l’alleanza tra Bersani e Berlusconi? Per questo bisogna lavorare con serietà a un impianto programmatico rivolto al Paese. Vogliamo occuparci di lavoro, sanità, beni comuni, ambiente, insomma dei diritti sociali? Bene, e in quale modo? Il problema non è nei nomi, ma nei contenuti da cui formare un’alleanza.

In modo da definire il perimetro che oggi non è ben tracciato per la natura del governo Draghi?

L’agenda di Draghi non può essere l’agenda di tutti per il semplice fatto che se ci fosse sempre accordo unanime non ci sarebbe neanche competizione elettorale. Perciò bisogna spiegare qual è la proposta di centrosinistra, anche allargato, che vuole guidare il Paese per 30 anni. Su quell’elemento si deve discutere delle alleanze, su un’agenda comune che sappia guardare al futuro dell’Italia. Questo compito spetta principalmente al Pd. E Letta è titolato a fare da federatore.

Il Movimento 5 Stelle resta sempre un interlocutore?

Il M5S rientra a pieno titolo nel discorso, il dialogo deve andare avanti. Ma più in generale ci vorrebbe una discussione, una Cosa nuova, come dice Bersani, sulla base della quale fare le proposte.

Conservando sempre una coerenza di valori?

In un sistema di coalizioni, vanno formate su una visione comune per evitare di continuare su questo falso bipolarismo.  È anche una questione di coerenza.