Guerra: maternità, non servono misure ad hoc. Deve cambiare la società

Economia e Primo piano

Intervista a La Stampa

di Flavia Amabile

Maria Cecilia Guerra, sottosegretaria al Mef, non è sorpresa dallo sfogo della sindaca Appendino. “Condivido le sue parole, pone in evidenza un problema che non è stato sufficientemente affrontato nel nostro paese e costituisce la discriminazione fondamentale per le donne nell’accesso al lavoro e quindi per le coppie di scegliere liberamente se fare un figlio”.

Com’è possibile che nel 2021 ancora si debba parlare di maternità in questi termini?

Se ne parla ma non c’è la disponibilità nell’altra metà del cielo a farsi carico di questo problema, che viene considerato come una questione. di organizzazione sociale e economica. Sono disponibili a elargire qualche misura ma non una diversa ripartizione dei ruoli. È necessaria una responsabilizzazione congiunta di uomini e donne. Bisogna smettere di considerare il tema della conciliazione soltanto al femminile.

Cosa si può fare?

Ci sono degli stereotipi molto radicati, difficili da estirpare. Noi donne dobbiamo darci da fare per eliminarli. Dei passi avanti sono stati fatti anche grazie a una forte mobilitazione della società civile. Nel Pnrr si è prestata grande attenzione perché le politiche siano trasversali senza adottare misure di piccolo calibro, considerando le donne dome una categoria svantaggiata. Non abbiamo bisogno di misure ad hoc, ma di un ripensamento della società. Per questo abbiamo scelto di investire soldi nelle infrastrutture sociali che dovrebbero migliorare la qualità dei servizi di cura in genere prerogativa di madri, sorelle, figlie e consentire di liberare tempo per le donne.