Speranza: intervenuti dopo lo stop tedesco ad Astra Zeneca, ma c’è fiducia

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Intervista al Corriere della Sera

a cura di Monica Guerzoni

Un Paese intero trattiene il respiro per lo stop ad AstraZeneca, il virus della paura rischia di contagiare gli italiani e il ministro della Salute lancia un appello alla fiducia. «I vaccini restano l’arma fondamentale per uscire da questi mesi così difficili — ripete per tre volte Roberto Speranza, intervistato dal direttore del Corriere Luciano Fontana durante il talk sulla sanità di Rcs Academy — Crediamo fortemente nella nostra campagna di vaccinazione e continueremo, con tutte le energie».

Ministro, in che tempi ripartiranno le vaccinazioni?
«La decisione dei principali Paesi europei è esclusivamente precauzionale e riguarda solo AstraZeneca. Il governo ha preso l’iniziativa a seguito della valutazione dell’agenzia tedesca di sorveglianza del farmaco. Ora si attende per giovedì il giudizio sui nuovi dati emersi in Germania e in altri Paesi. Siamo fiduciosi che possano emergere tutti gli elementi di rassicurazione che ci consentano nel più breve tempo di ripristinare la campagna vaccinale».

C’è stato un eccesso di cautela?
«Ho massima fiducia nelle agenzie regolatorie europea e italiana, ma quando emerge qualcosa di nuovo in un Paese come la Germania, guida della UE per forza e prestigio, è giusto avere tutti gli atteggiamenti di cautela e prudenza. Ci aspettiamo che EMA analizzi con massimo rigore i dati e ci metta nelle condizioni di poter dare unitariamente un messaggio di sicurezza, che ci consenta di ripartire».

Chi è stato già vaccinato può stare tranquillo?
«Chi ha fatto AstraZeneca non ha ragione d’essere preoccupato, per gli scienziati non ci sono elementi di sostanziale preoccupazione».

Se Ema dirà che si può andare avanti, nel fine settimana si ripartirà con il siero dell’azienda anglo-svedese?
«Attendiamo con fiducia il giudizio definitivo di EMA giovedì e ci auguriamo che sia positivo. L’auspicio è che si possa ripartire insieme con i principali Paesi europei».

In Gran Bretagna sono stati vaccinati con lo stesso siero quasi 11 milioni di cittadini, eppure la campagna non è stata sospesa. Perché un approccio così diverso?
«Il fatto nuovo è stata la sospensione prudenziale dell’agenzia tedesca, che però non ha emesso un giudizio definitivo. Io penso sia corretto fare verifiche e controlli e quando emergono fatti nuovi da istituzioni scientifiche di alto livello è giusto rifletterci e se necessario fermarsi».

Come farete a triplicare il numero quotidiano delle iniezioni, se le aziende non rispettano gli accordi?
«Il governo sta chiedendo con grandissima forza di rispettare gli impegni. A gennaio e febbraio il problema era il numero limitato di dosi, ma a fine marzo ci sarà una crescita molto alta. Nel secondo trimestre ci aspettiamo oltre 50 milioni dosi e nel terzo fino a 80 milioni. Una accelerazione che ci consentirà di correre molto di più».

Visti gli intoppi, saremo pronti a iniettarle?
«Stiamo provando a mettere in campo la rete più organizzata possibile per intercettare l’aumento di dosi, l’Italia è un grande Paese, all’altezza della sfida. Dopo i medici di medicina generale e gli specializzandi ho appena firmato gli accordi con pediatri, medici ambulatoriali e odontoiatri e stiamo studiano una norma che consentirà agli infermieri e alle farmacie di dare un contributo maggiore».

Toti chiede l’obbligo di vaccinarsi per il personale sanitario. Concorda?
«Stiamo attenti a non dare un messaggio sbagliato, perché la stragrande maggioranza degli operatori sanitari, che voglio ringraziare ancora, ha risposto immediatamente e in maniera positiva, dando il buon esempio. Stiamo verificando i numeri finali e su quella base si valuterà».

L’ultimo triste bollettino conta 502 morti e 20.396 casi, quando ne usciremo?
«Anche a causa della variante inglese abbiamo ancora una fase non semplice davanti e altri sacrifici per le persone. Dobbiamo essere molto cauti e prudenti per riuscire a piegare la curva, perché la pressione sugli ospedali è forte e più di tremila sono i letti occupati in terapia intensiva. Ma voglio dare un messaggio di ragionata fiducia».

Quale, ministro?
«La svolta è vicina. Se guardiamo ai contagi tra i medici e tra gli anziani delle Rsa vediamo che c’è già una curvatura significativa. Vuol dire che i vaccini funzionano».