Fornaro: in un Pd davvero nuovo noi di Articolo Uno potremmo entrare

Politica e Primo piano

Intervista a Il Fatto quotidiano

di Giacomo Salvini

C’è vita a sinistra del Pd. Ieri il ministro della Salute e leader di Articolo Uno, Roberto Speranza, ha inviato una lettera a Enrico Letta e Giuseppe Conte per invitarli a far nascere “un progetto nuovo” che dia “casa alla sinistra plurale”. E Federico Fornaro, capogruppo alla Camera di LeU, rilancia il tema facendo un passo in avanti: il possibile ritorno della Ditta nel Pd a quattro anni dalla scissione dove i dem persero molti dei propri fondatori, da Pier Luigi Bersani a Massimo D’Alema fino a Guglielmo Epifani.

Onorevole Fornaro, Letta vuole un Pd ripulito dalle correnti e aperto a tutti nel centrosinistra.

Il nuovo segretario ha parlato della costruzione di un nuovo Pd e ora si aprirà una discussione ampia su che tipo di partito sarà. Non solo: sarà fatto anche un bilancio dopo 13 anni di esistenza.

Alla luce del “rinnovamento” che vuole portare Letta, voi siete pronti a rientrare nel Pd?

Se si tratta di un semplice ritorno nella logica dell’heri dicebamus (Dov’eravamo rimasti, ndr), non servirebbe a nessuno, né al Pd né a noi. Se invece si tratta di costruire insieme un nuovo soggetto politico di una nuova sinistra di governo larga e plurale, allora lo trovo necessario.

Che tipo di partito dovrà essere?

Tutti gli attuali contenitori sono insufficienti, anche quello più grande e organizzato. Una semplice riproposizione del modello Ulivo con un grande partito al centro e tanti piccoli intorno non è egualmente sufficiente per vincere.

Questo contenitore potrebbe essere anche il Pd?

Sì, non mi impicco sui nomi. L’importante è costruire un partito unico che tenga dentro una pluralità di posizioni sul modello del Labour inglese o del Partito democratico americano. Il messaggio che arriva dalla nostra gente è quello di unità e non di frammentazione.

Quali saranno i primi passi per questo nuovo partito?

Noi oggi abbiamo lanciato un documento per avviare il dialogo. Poi ci vuole una costituente della sinistra: le agorà democratiche che ha proposto Letta potrebbero essere un punto di partenza per iniziare un percorso. Nei prossimi giorni Roberto Speranza incontrerà Letta e sarà l’occasione per fare insieme i primi passi.

Alla luce di questo, LeU è stato un fallimento?

Per chi di noi è uscito dal Pd è sempre stato chiaro che l’obiettivo non era costruire l’ennesimo partitino a sinistra. Volevamo essere il seme di una ricostruzione della sinistra di governo e se uno guarda l’impianto della segreteria Renzi e vede quella di Zingaretti e quella di Letta il cambiamento è evidente.

Alcuni adesso vedono una competizione tra Giuseppe Conte ed Enrico Letta come leader del centrosinistra.

Se la competizione è virtuosa per interpretare al meglio i bisogni e le domande degli italiani è solo positivo.