Speranza: “Ora alleanza con Pisapia. Serve discontinuità con le politiche di questi anni, sceglieremo i candidati con le primarie”

Politica e Primo piano

Intervista a La Stampa

di Carlo Bertini

«Noi abbiamo sempre detto di preferire un modello maggioritario, ma ci pare che il Pd abbia scelto la strada dell’intesa con Berlusconi e Grillo sul proporzionale e tocca prenderne atto».

E come Speranza? Se passa questa legge con la soglia al 5% voi che farete?

«Dentro questo scenario dobbiamo organizzare una nuova proposta politica, un’alleanza per il cambiamento. Il nome non è ancora scelto, l’idea è dare una casa a milioni di persone che si sentono di centrosinistra e che non si sono sentite rappresentate dal Pd renziano».

Tutti insieme, voi di Mdp, Sel di Fratoianni e Pisapia col suo Campo progressista, in una sorta di lista Arcobaleno di sinistra?

«Non si può partire da sigle o da singole personalità. La strada è mettere al centro un nuovo progetto per l’Italia, a partire da lavoro, equità sociale, ambiente e diritti».

Quelli del Pd a caccia di voti a sinistra vi accuseranno di fare un’ammucchiata per tutelare ceto politico…

«Qui l’obiettivo è ridare una casa ad un popolo che si sente orfano. Dobbiamo metterci in discussione per una nuova sfida più larga, senza pregiudizi, con un confronto politico dal basso, con una centralità del programma, senza partire dal perimetro delle sigle».

Starete insieme a Pisapia e ai compagni di Sel o no?

«Per me Pisapia è una risorsa straordinaria. Non lo voglio tirare per la giacca, sta facendo le sue valutazioni, ma l’auspicio è che si possa fare un pezzo di strada insieme, condividendo un progetto per il paese, in discontinuità con politiche fatte in questi anni su scuola e lavoro».

Con quale prospettiva? Un’alleanza col Pd dopo il voto?

«Dobbiamo provare a evitare che un popolo di centrosinistra resti a casa o insegua le sirene grilline. Poi conteremo le nostre forze e ci misureremo con le proposte in campo. Ma va scongiurata la scelta evidente del Pd di un abbraccio con Berlusconi. Votare per noi significa combattere le larghe intese. Detto ciò, per me la comunità del Pd non sarà mai un nemico. E la nostra ambizione non è di testimonianza, ma di governo. Però la cultura di governo deve avere il coraggio di una maggiore radicalità e di una maggiore discontinuità sulla politica fiscale: meno bonus, più investimenti».

E chi sarà il leader, Pisapia?

«Non abbiamo bisogno di un altro uomo solo al comando. Nella costruzione di questa alleanza, due cose saranno essenziali: il progetto e la partecipazione democratica».

Quindi lo sceglierete con le primarie?

«Sarà indispensabile una forma di partecipazione democratica dal basso».

Stesso dicasi per i candidati nelle liste?

«Sì, non servono operazioni di palazzo e di tutela del gruppo dirigente, ma navigare in mare aperto».

Dicono che D’Alema sarà candidato nell’uninominale. Sarebbe una figura troppo ingombrante per voi?

«Non partiamo dalle varie personalità per decidere le candidature. Il metodo sarà la partecipazione dal basso, sarà quello l’elemento caratterizzante».

Cosa farete oggi sul voto di fiducia alla manovrina?

«Non voteremo la fiducia, perché riteniamo un errore gravissimo infilare nella manovra i nuovi voucher, in barba a milioni di firme raccolte sul referendum. Errori di metodo dunque, raggirando con una sorta di insulto l’istituto del referendum costituzionale. Ed errori di merito, perché bisognava chiamare le parti sociali e discutere. Nessuno è contrario a riconoscere una tipologia di lavoro occasionale, specie nelle famiglie, ma andava fatto in altro modo».

Così uscite dalla maggioranza e indebolite il governo.

«Il governo ha scelto di indebolirsi facendo questa scelta. Noi abbiamo sempre detto che sostenevamo il governo per una svolta economica e sociale. Auspico che si ravvedano, ma Forza italia anche al Senato non farà mancare il suo sostegno. Del resto, l’emendamento approvato in commissione da Pd, Forza italia e Lega sembrava il primo voto della prossima legislatura».