Speranza: la salute vale più dell’economia, continua stop ai voli per la Cina

Politica e Primo piano

Intervista al Corriere della Sera

di Monica Guerzoni

Giovedì Roberto Speranza volerà a Bruxelles per la riunione dei ministri europei della salute e per il segretario di Articolo Uno, che l’ha richiesta «con forza», è una buona notizia: «Questa partita si vince lavorando tutti insieme. La priorità per me è la difesa del diritto alla salute».

Vuol dire che i voli per e dalla Cina restano chiusi?
«Si, non cambiamo linea, pensiamo sia giusto aver scelto una risposta più prudenziale rispetto ad altri Paesi. Le persone infettate sono 35 mila nel mondo, con una crescita media di 3500 al giorno. L’allarmismo è sbagliato, ma dobbiamo tenere una soglia di attenzione molto alta».

L’epidemia non rallenta?
«È ancora in fase espansiva. Io spero che le meritorie decisioni del governo cinese possano consentire di raggiungere presto il picco e iniziare la fase regressiva».

Tornando ai voli, la Farnesina chiederà di modificare il decreto? 
«Abbiamo deciso insieme nella massima condivisione e insieme confermiamo che i voli sono e resteranno chiusi. Lo ha detto anche Di Maio. C’è piena unità nel governo, con il presidente Conte e con i ministri abbiamo scelto di tenere il più alto livello possibile di salvaguardia».

Fino a quando?
«Dipende dall’evoluzione del contagio. L’articolo 32 della Costituzione, che tutela il diritto alla salute, viene prima di tutto. Sono numeri significativi, parliamo di 60 voli a settimana e almeno 200 persone a bordo di ogni aereo. La nostra misura ha ridotto in modo importante gli scambi. E i cargo che trasportano merci continuano a volare».

Lei è contrario ai voli speciali? E cosa farà il governo per riportare a casa dalla Cina i tanti italiani impauriti?
«Nessuno è bloccato, assolutamente. Ci stiamo facendo carico, con autorizzazioni straordinarie, sia dei rimpatri in Cina, sia del ritorno dei nostri concittadini in Italia. Dopo i 56 italiani in quarantena alla Cecchignola, altri otto sono proprio oggi in arrivo. Chi vuole può rientrare tranquillamente, non ci risultano particolari tensioni da questo punto di vista».

Non aumenta il rischio di contrarre il virus, per gli italiani rimasti in Cina?
«L’unità di crisi della Farnesina è al lavoro per monitorare eventuali esigenze ulteriori e costruire risposte adeguate. Le persone tornate da Wuhan siamo andate a prenderle noi e che debbano stare 14 giorni in isolamento lo decide la scienza, non la politica. La scelta si è rivelata giusta. Uno dei 56 italiani evacuati è risultato positivo ed è in cura all’ospedale Spallanzani».

Sugli aerei che restano a terra è tensione tra Cina e Italia, primo e unico Paese europeo ad aver adottato una misura così restrittiva.
«È vero, siamo stati i primi in Europa. Ma l’ultimo rapporto Oms segnala 72 Paesi che hanno adottato restrizioni di viaggio. Le relazioni diplomatiche sono rilevanti e le questioni economiche fondamentali, ma il diritto alla salute è più importante ancora».

E il Pil della Cina, che frena del 55%? E Confindustria che preme? E la preoccupazione del Quirinale?
«Il modo migliore per aiutare un Paese amico è contribuire a contenere questo virus. Indubbiamente l’ipotesi di riduzione del Pil della Cina ha un peso rilevante rispetto al Pil del mondo. Noi abbiamo costruito una task force di ministri competenti, voluta da Conte, che si riunisce lunedì a Palazzo Chigi per ragionare su come ridurre i problemi sul lato economico».

Un ripensamento sarebbe una sconfitta politica?
«Chissenefrega della politica, chi lo pensa è uno sciocco. Parliamo di un fatto di natura globale che riguarda la salute delle persone. La politica deve fare un passo indietro. A orientare le scelte del governo è un tavolo permanente, composto da tecnici e scienziati di comprovata validità».

Gli studenti tornati dalla Cina possono stare a casa giustificati e Salvini esulta. Avete aggiornato la circolare dopo la richiesta dei «governatori» leghisti?
«No, non decide la contesa politica e non ho tempo per fare polemica con chi non capisce che in momenti così il Paese deve essere unito. I nostri scienziati sono tra i più bravi al mondo e dobbiamo fidarci, invece di dividerci con polemiche inutili».

Non è un controsenso fermare i voli, ma lasciare alle famiglie la scelta tra casa e scuola per i bambini tornati dalla Cina?
«Stiamo parlando solo dei pochissimi studenti che negli ultimi 14 giorni sono stati nelle aree interessate dall’epidemia. Con la sorveglianza attiva sarà il personale sanitario a valutare lo stato di salute e l’eventuale permanenza domiciliare fiduciaria. È una misura volontaria, decisa dal tavolo tecnico scientifico».