Speranza: primi in Europa a fermare i voli dalla Cina, attenzione alta

Politica e Primo piano

Intervista al Corriere della Sera

di Monica Guerzoni

Ministro Roberto Speranza, il coronavirus fa paura?

«L’Italia è un grande e forte Paese, non deve avere paura».

Il virus ha varcato le nostre frontiere, ci sono due cittadini cinesi ricoverati.

«La situazione è sotto controllo – tranquillizza il responsabile della Salute, 41 anni, unico ministro di Leu nel governo Conte -. Abbiamo il più alto livello di attenzione e prevenzione in Europa. Già dopo il 23 gennaio, quando l’Organizzazione mondiale della sanità ha deciso di non proclamare l’emergenza globale, noi abbiamo costruito risposte che la stessa Oms ha giudicato di massima sorveglianza».

Poi però l’Oms ha alzato il livello di allerta, dichiarando l’emergenza globale.

«E noi lo abbiamo innalzato ancora, proclamando la stato di emergenza come già nel 2003 per l’infezione Sars. Si tratta di una misura precauzionale, che in caso di bisogno consente l’utilizzo più veloce di uomini, mezzi, strutture».

Può darci le cifre aggiornate del contagio?

«Parliamo di 18 casi in tutto in Europa. Sei in Francia, sette in Germania, due in Gran Bretagna, due in Italia, uno in Finlandia. Si tratta di pochissime unità rispetto a una popolazione di oltre 500 milioni di persone, una persona infettata ogni 24 milioni di abitanti. Quindi nessun allarmismo, vogliamo dare un messaggio di serenità assoluta. Il Servizio sanitario italiano è forte, in grado di governare questa vicenda».

«Frontiere aperte, incapaci al governo», attacca Salvini. Avete perso tempo?

«No, abbiamo agito con la massima serietà, il massimo rigore. Siamo il Paese che per primo in Europa ha deciso di chiudere tutti i voli da e verso la Cina, come misura prudenziale. Io non faccio polemica su una vicenda come questa. Non è il momento di dividersi tra maggioranza e opposizione, per vincere la sfida bisogna stare uniti».

L’Oms è contraria a restrizioni di viaggio o commerciali alla Cina e anche l’ambasciata cinese a Roma auspica che l’Italia possa al più presto garantire la circolazione dei passeggeri. Quando si tornerà a volare?

«Evitare la diffusione del contagio è l’aiuto più concreto che possiamo dare alla Cina per uscire rapidamente da una situazione di emergenza».

E le ricadute economiche?

«La salute delle persone è una priorità assoluta, tutto il resto viene dopo. Dico grazie a medici, infermieri, operatori, a tutte le donne e uomini che da una settimana danno una mano, notte e giorno. La nostra macchina è al lavoro con grande impegno, rigore e serietà ed è la maggiore garanzia di sicurezza per lo Stato».

Sbaglia chi accusa il governo di sottovalutare il virus?

«In questi momenti si capisce quanto conta avere uno dei migliori servizi sanitari del mondo e perché insisto nel chiedere finanziamenti. Abbiamo una rete di strutture per le malattie infettive di altissimo livello. La validità dello Spallanzani, dell’Istituto superiore di sanità e di tutta la comunità scientifica è riconosciuta a livello mondiale».

Ha un senso proteggersi con la mascherina?

«Le misure che stiamo prendendo sono di natura precauzionale, non vanno declinate in forma di allarmismo. I due cittadini cinesi ricoverati allo Spallanzani sono in buone condizioni, così come le persone con cui sono venuti a contatto».

La Cina ha dato l’allarme troppo tardi?

«Il governo cinese sta facendo uno sforzo vero per contenere l’avanzata del virus, con scelte imponenti e forti. Il nostro auspicio è che al più presto queste misure possano ridurre il contagio fino ad arginarlo».

Perché sei mesi di stato di emergenza? Pensate che i tempi saranno lunghi?

«Provvedimenti del genere si declinano su vari mesi. Ma l’auspicio è che da qui a poco si possa arrivare al picco e possa iniziare la fase di regressione».

Chi vive o lavora nelle chinatown d’Italia, come Prato, via Sarpi a Milano o piazza Vittorio a Roma, rischia di più?

«Non ci sono luoghi pericolosi in Italia. Bisogna evitare fake news e inutili allarmismi».

Se la sente di sfatarli, vista la psicosi che c’è? Un hotel a Roma ha vietato l’ingresso a chi proviene dalla Cina.

«Il virus non si trasmette attraverso i tessuti o con i pacchi che arrivano dalla Cina».

E i ristoranti cinesi?

«La trasmissione attraverso gli alimenti non ha nessun fondamento scientifico».

Con quale animo affronta questa emergenza?

«Con il massimo rigore, lavorando h24. È un onore servire il mio Paese e lo farò con tutte le mie energie».

Ha paura per i suoi figli?

«No, assolutamente».