Scotto: obbligare chi mi ha aggredito a leggere il diario di Anna Frank

Politica e Primo piano

Pubblicato su Huffington Post

di Arturo Scotto

Sono certo che li prenderanno. Ho fiducia nell’azione della magistratura e nelle forze dell’ordine. Non mi interessa l’entità della pena che subiranno. Non è compito mio. Mi basterebbe tuttavia una condanna esemplare: l’obbligo di leggere i diari di Anna Frank. Quella che hanno oltraggiato in quell’incredibile capodanno, mentre tutto il mondo festeggiava e brindava nella splendida cornice di Piazza San Marco.

Sì, perché Venezia è una città mondo, meticcia per antonomasia, naturalmente accogliente verso le diversità. E io mi sono sentito accolto, non respinto. Per questo non è normale che all’alba degli anni venti del 2000 si ripetano azioni simili agli anni venti del secolo scorso. Questi episodi si iscrivono in una dannazione della memoria che ha contagiato tutti, perché abbiamo finito per schiacciarci nell’assolutizzazione del presente, nella dittatura del fotogramma istantaneo. Come non ci fosse “ieri” né tantomeno “domani”.

Invece la storia esiste e scava solchi, non è mai neutra, rispunta sempre fuori quando si abbassa l’attenzione. E la storia ci dice che l’Olocausto è stato il più grande delitto di sempre. E negarlo non è un’opinione. È semplicemente un crimine.

Eppure una reazione c’è. Due ragazzi che non hanno paura di denunciare e uscire allo scoperto. Vlady e Fabrizio. Due ragazzi di venti anni, con due storie diverse ma molto belle di un’Italia capace di tenere testa alla violenza. Hanno dimostrato fegato, perché quando vedi che qualcuno è sotto le botte dei fascisti non puoi stare fermo. Provi a dare una mano. Non credo abbiano un vissuto politico, ma anche la sensibilità umana fa parte della politica. Perché è la bussola che ti consente di capire quando un’ingiustizia si compie. A loro dico: continuate a indignarvi. Ma non limitatevi a questo. Trasformate questa rabbia in impegno, partecipazione, coinvolgimento dei vostri coetanei. Sarebbe la risposta più bella all’odio. Perché noi non diventeremo mai come loro.