Errani: in Emilia Romagna un popolo che saprà battere egoismo e chiusura

Politica e Primo piano

Intervista a Strisciarossa.it

di Onide Donati

Governo traballante e senza futuro? Vasco Errani non vuole neanche sentire la domanda: “Il governo deve rilanciare sul progetto di cambiamento”. Il senatore ravennate di Leu ed ex presidente della Regione Emilia-Romagna, scandisce la parola “Cam-bia-mento”: “Questo governo è nato non solo per evitare l’aumento dell’Iva, che pure non è un risultato da poco, ma perché il paese ha bisogno di un progetto di cambiamento. Che significa aprire una fase nuova fondata su lotta all’evasione e per l’equità fiscale e il rilancio degli investimenti in un “green new deal”, ovvero un piano di investimenti del governo a favore di imprese e progetti sostenibili per riqualificare il territorio, dare impulso alla riconversione ecologica, alla transizione energetica e alla ripresa di una manifattura italiana con alti standard ambientali. Insomma un grande salto di qualità. Il governo giallorosso regge se ha la forza di andare oltre le polemiche su questo e quel punto ma dà al paese un’idea di cambiamento, se è capace di far comprendere il progetto che vuole realizzare”.

Quindi resti convinto della coalizione giallorossa?

“Certo. Non è il governo delle tasse come lo rappresenta la destra, è il governo che ha evitato tasse per 26 milioni tra Iva e superticket. Sottolineo: 26 miliardi che avrebbero trascinato il paese in una situazione di recessione. Ci sono ancora tante cose da fare, insisto sulla necessità che il nostro progetto venga fatto comprendere ma l’inizio è stato positivo”.

L’impressione, però, è che sia sotto un bombardamento continuo con poche difese…

“Bisogna fare un salto di qualità, a partire dalla valorizzazione delle scelte che stiamo facendo nella legge di bilancio che vanno nella direzione giusta: investimenti verdi, asili nido, sanità… Sono tutti segnali che vanno sviluppati nei prossimi mesi e danno il senso della direzione di marcia”.

Con Arcelor Mittal, l’ex Ilva di Taranto, come se ne verrà fuori?

“Bisogna continuare a tenere fermo un punto: l’azienda ha un contratto che deve rispettare, è giusta la posizione del governo sulla inaccettabilità di qualunque ricatto. Detto questo bisogna fare tutto ciò che serve – e sottolineo tutto ciò che serve – per dare una prospettiva di risanamento ambientale per la salute dei cittadini, di lavoro e continuità produttiva”.

Ora si è aggiunta anche l’emergenza Venezia…

“Serve una risposta non solo a Venezia ma anche a tutti gli altri territori che sono stati colpiti da emergenze di carattere climatico. L’emergenza Venezia conferma la strategia di marcia del governo che punta su green new deal, investimenti strategici sull’assetto del territorio. A Venezia bisogna dare una risposta compiuta all’emergenza, occorre superare ogni problema e arrivare alla conclusione del Mose”.

In Emilia-Romagna avete creato un raggruppamento di sinistra a sostegno del presidente della Regione Bonaccini. È un episodio o l’apertura di una strada nuova nel rapporto tra sinistra e Pd?

“Non mi interessa ragionare in modo politicista. Il nostro è un progetto civico, progressista, ecologista e ha l’ambizione di dare rappresentanza politica alla piazza straordinaria di giovedì a Bologna. Intendiamo richiamare i valori fondamentali, l’identità, il sentimento delle nostre comunità che hanno fratto grande l’Emilia-Romagna”.

Quanto pesa davvero il voto in Emilia-Romagna per le sorti del governo, sempre ammesso che il 26 gennaio il governo sia ancora in piedi?

“L’Emilia Romagna è una realtà fondamentale per l’Italia: sarebbe una catastrofe arretrare sulle idee di chiusura e di egoismo che in forme più o meno dirette ed arroganti propone la destra. Il ruolo dell’Emilia Romagna è dimostrare che insieme è possibile affrontare i cambiamenti meglio di come propone la destra”.

Sei rimasto sorpreso dalla piazza Maggiore di giovedì sera a Bologna? Non si vedeva una manifestazione così da una ventina d’anni…

“La piazza di giovedì era l’Emilia Romagna, quel popolo è il popolo dell’Emilia-Romagna che sa autorappresentarsi anche in un momento di difficoltà della politica. Il popolo c’era e c’è, è il futuro della regione. Sta ora a noi valorizzare quella piazza e non deluderla”.