Scotto: cambieremo l’Italia e l’Europa con un’alleanza progressista

Politica e Primo piano

Intervista a Avgi – Quotidiano di Syriza

di Argiris Panagopoulos

“Abbiamo mandato via Salvini e affrontiamo la sfida di un nuovo governo e la creazione di una nuova sinistra pluralista. Renzi gioca a poker, ma dobbiamo rivolgerci, come Alexis Tsipras e SYRIZA, agli strati sociali più deboli, la stragrande maggioranza della società per far uscire il paese dalla crisi e vincere Salvini anche nelle urne”, ha sottolineato ad “Avgi” Arturo Scotto, il deputato e coordinatore di Articolo Uno, che partecipa con Liberi e Uguali al secondo governo Conte. Articolo Uno di Bersani, Speranza e D’Alema ospiterà a Roma Venerdì, 20 settembre un dibattito con Alexis Tsipras e Arturo Scotto per “un nuovo fronte progressista in Europa”, con il contributo dei giornalisti Luca Telese e Teodoro Andreadis – Synghellakis.

Come è la situazione in Italia dopo la formazione del nuovo governo con la nuova maggioranza di governo?

Il primo e principale elemento è che l’Italia è una democrazia parlamentare. Il Partito democratico aveva commesso l’errore, con l’avvio della legislatura, di non sedersi al tavolo con il M5S e impedire il ritorno al governo della destra nazionalista, populista e razzista di Salvini, che nel giro di un anno è riuscito a raddoppiare le percentuali della Lega. Grazie all’arroganza di Salvini siamo riusciti a sfuggire a questo pericolo. Abbiamo anche approfittato del clima del sollevamento democratico della gente quando Salvini ha chiesto i pieni poteri nelle sue mani. La prospettiva di una alternativa dal M5S, il Partito democratico e i Liberi ed Uguali è riuscita a ottenere la maggioranza nel parlamento. Si stima che vi sia spazio, un campo largo, per una coalizione che può essere ulteriormente consolidata nei prossimi anni, a partire dalle competizioni elettorali nelle regioni e nei comuni. Ciò presuppone che il M5S sceglierà la fine della sua politica trasversale, che ha caratterizzato il M5S sin dal suo inizio quando rivendicava che non era “né con la sinistra né con la destra”, perché ha dovuto scegliere l’alleanza con le forze del centrosinistra.

Renzi aveva rifiutato di collaborare con il M5S, mandando Di Maio tra le braccia di Salvini. Oggi sta costruendo il suo partito e sta cercando di approfittare della svolta del Partito democratico e della cacciata di Salvini dal governo…

Matteo Renzi è un giocatore di poker. Era lui che ha bloccato l’accordo tra il M5S e il PD nel 2018 e aveva bloccato un nuovo accordo nel 2019. È molto difficile chiedere coerenza a Renzi. Indubbiamente, dobbiamo riconoscere il suo ruolo in questo momento drammatico per il nostro paese. Se non fosse stato per lui, saremmo andati alle elezioni anticipate e la Lega con i neofascisti dei Fratelli d’Italia di Meloni avrebbero vinto le elezioni e avrebbero potuto eleggere il prossimo Presidente della Repubblica. Sarebbe stata la prima volta, nella storia della Repubblica italiana, che avremmo avuto un Presidente della repubblica non eletto dalle forze antifasciste che hanno fatto nascere la nostra eccezionale Costituzione dopo la Resistenza. Oggi, Renzi sta costruendo il proprio partito spingendo il suo piano politico agli estremi con la creazione di un partito centrista, populista e radicale, che deve mantenere la stessa distanza dal lavoro e dagli gli imprenditori promuovendo posizioni che oggi non appartengono né alla sinistra né allo spazio progressista. Ha governato in questo modo e sta creando il suo partito esattamente allo stesso modo. Non credo che ci sia spazio per un partito moderato di centro nella scena politica. La crisi economica e sociale in Italia ha causato l’indebolimento della classe media e, di conseguenza, le ragioni di una moderazione, mentre ha radicalizzato la scena politica. La sfida è riuscire a creare, con l’aiuto del Pd di Zingaretti e di Liberi ed Uguali, una nuova forza politica socialista, ambientalista, laburista, che ospiterà l’intera sinistra italiana dopo anni di frammentazione, lacerazioni e divisioni.

Quindi pensa che il Pd sia superato…

È ovvio per tutti. Il Pd è stato creato dodici anni fa con due precondizioni, un partito all’americana basato sulle primarie per scegliere il suo leader e l’appoggio del sistema elettorale maggioritario. Con il graduale ritorno a sistemi più proporzionali e la fine dell’era della leadership carismatica di Renzi, che non fu un errore di percorso nel Pd, ma l’erede di un partito e di un sistema creato per produrlo. Il Pd ha rappresentato il tentativo di creare un partito all’americana, invece di seguire la tradizione dei grandi partiti di massa italiani creati sulla base di solidarietà, dell’istruzione e la specificità di classe. Il Pd è un partito che ha al suo interno gli ex democratici cristiani e gli ex comunisti, ha tutti, e si basava su un fallito sistema per l’elezione del suo leader, un partito che è al di fuori della tradizione politica europea. Oggi semplicemente si apre un periodo nuovo per il campo progressista e dobbiamo creare uno spazio che racchiuda la sinistra pluralista, uno spazio più ampio rispetto ai partiti politici di oggi. Questo è l’unico modo per evitare che questo spazio lo assorba Renzi.

Ma per soddisfare le esigenze di coloro che vivono nella periferia, è necessaria un’altra politica economica e sociale…

Mi sembra che il programma che è stato elaborato dal M5s, dal Pd e da Liberi ed Uguali ha fatto passi importanti in termini di investimenti, crescita e ambiente. Il nuovo ministro delle Finanze, Gualtieri, ha sottolineato fin dall’inizio che siamo a favore del risanamento fiscale, dato l’enorme debito estero del paese, ma che il risanamento deve essere accompagnato da investimenti. Chiederemo all’Europa una flessibilità, considerando che hanno cambiato le condizioni negli ultimi quattro anni, una maggiore flessibilità per gli investimenti, in particolare per il salvataggio e il miglioramento dell’ambiente, con le energie rinnovabili e la lotta contro i cambiamenti climatici e per la riconversione ecologica dell’economia. Questa è la chiave per una svolta nella politica economica. Quindi abbiamo bisogno di misure sociali immediate per i molti, in primo luogo la sanità pubblica generale, perché abbiamo 13 milioni di persone che non possono più andare dal medico. Abbiamo un’ulteriore responsabilità in questo settore, perché il nostro segretario, Roberto Speranza, ha assunto la carica del ministro della Sanità. La salute non può essere un privilegio dei ricchi. Dobbiamo intervenire nel mercato del lavoro, innalzare il tenore di vita dei lavoratori con migliori stipendi, creare un sistema fiscale più equo e ripristinare i diritti dei lavoratori abbandonando qualsiasi idea di Flat Tax. È anche importante porre fine al periodo della barbarie e della paura, con i porti chiusi e l’annegamento di rifugiati e migranti in mare. Salvini ha trasformato la paura in odio, come fece Mussolini all’inizio del suo dominio. Nel nostro codice genetico ci sono accoglienza, tolleranza, convivenza con altre persone e altre culture. Abbiamo bisogno di una nuova politica europea per accogliere in tutti i paesi le persone che vengono in Europa. Dobbiamo superare l’accordo di Dublino. La Grecia e l’Italia sono state sole in molte occasioni per affrontare la questione migratoria.

Perché avete invitato Alexis Tsipras alla vostra festa?

Tsipras è un riferimento politico chiave per me, la mia storia, ma anche il nostro spazio politico. Dobbiamo anche sottolinearlo questo in relazione agli altri partiti della sinistra europea, del campo socialista e non solo. SYRIZA è l’unico partito che, anche al momento della sua sconfitta, dopo quattro anni e mezzo che ha avuto il governo in condizione estremamente difficili, è riuscito a mantenere il consenso della maggior parte degli strati popolari, delle periferie, delle vittime della crisi, e di una grande parte dei giovani e dei lavoratori. I socialisti francesi hanno perso le elezioni e sono scomparsi dalla vita dei lavoratori e rimangono come un partito della classe media e molto benestante. Il Pd e la Sinistra radicale Italiana sono stati confinati nel centro delle grandi città con i voti delle persone che stanno bene. Lo stesso vale per la socialdemocrazia tedesca. SYRIZA è stato un caso unico, in quanto si è trovato nel governo e in una situazione particolarmente difficile e di sacrifici per il popolo greco, con l’Europa contro, ha avuto la fiducia degli strati popolari e più deboli. Se la sinistra italiana dovesse iniziare un percorso deve avere come modello politico e sociale un modello come SYRIZA e la sua diffusione nelle masse sociali più deboli nelle periferie e le persone colpite dalla crisi. Perché oggi in Italia sono la destra e in parte il M5S coloro che affrontano le grandi questioni sociali.