Fornaro: serve discontinuità, noi siamo pronti a governare

Politica e Primo piano

Intervista a La Stampa

di Roberto Giovannini

Federico Fornaro, presidente del gruppo di Liberi e Uguali alla Camera, farete parte della futura maggioranza?

«Abbiamo avuto una posizione chiara e coerente. Avevamo chiesto una parlamentarizzazione della crisi; non siamo mai stati disponibili a un governo qualsiasi pur di evitare le elezioni anticipate; eravamo interessati a un governo di svolta. Nelle parole di Zingaretti al Quirinale abbiamo ritrovato la scelta di un governo di svolta. Ora vedremo se il Presidente incaricato svilupperà contenuti programmatici coerenti con questa impostazione. Se ci sarà la discontinuità, se sul programma saremo d’accordo, ovviamente siamo disponibili ad assumerci le nostra responsabilità. Compresa la partecipazione al governo».

E sul programma cosa chiedete per partecipare?

«Per noi discontinuità con gli ultimi governi significa discontinuità nelle politiche economiche e sociali, con una lotta alla precarietà e alle disuguaglianze sociali e una lotta all’evasione fiscale. Poi, una revisione delle politiche sull’immigrazione…».

Compresa la cancellazione dei due decreti sicurezza di Salvini?

«Presentano evidenti problemi di costituzionalità, credo che porvi mano sia una delle prime cose da fare. Bisogna rilanciare la sanità pubblica, e c’è la questione della lotta ai cambiamenti climatici: chiediamo un grande piano straordinario di investimenti per la riconversione ecologica e la difesa del territorio. Bisogna poi trattare con l’Ue per ottenere spazi finanziari per un grande piano di investimenti pubblici, e infine bisogna arrestare e invertire l’attacco ai diritti delle donne».

I vostri 4 senatori risulterebbero probabilmente decisivi…

«Dal 2018 che auspichiamo un confronto tra sinistra e M5S; se ci avessero ascoltato non avremmo avuto il governo gialloverde. Non si apre un mercato per il sì dei nostri senatori: chiediamo un governo di svolta, di partecipare al tavolo pro grammatico e chiari segnali politici sulle nostre priorità. In caso contrario valuteremo come comportarci in Aula».

E a queste condizioni partecipereste alla compagine ministeriale?

«Se ci sarà un governo di vero cambiamento, crediamo di avere donne e uomini in grado di dare un contributo importante».