Torniamo ad ascoltarci. La sinistra non può perdersi nel silenzio

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Una delle sensazioni più frustranti è quella di scontrarsi contro un muro invisibile. La voglia di fare che si schianta contro il bianco muro della burocrazia, della gerarchia, del non-ascolto.

La sinistra italiana, noi della sinistra italiana, abbiamo un problema. Noi tutti lo abbiamo. Abbiamo perso grinta, abbiamo perso contatto con il mondo reale, abbiamo perso la voglia di fare. Che è esattamente ciò che ha portato l’attuale situazione politica all’Italia. Non tanto per ciò che ora si svolge nelle stanze del Governo, ma per ciò che non si svolge: un contraddittorio valido, efficace, propositivo. Che dovrebbe essere fornito da noi, che siamo così frantumati, apatici, acidi. Prolissi, e a volte, sprezzanti.

Il muro invisibile è quello che ci circonda ogni giorno. Che fa scontrare e irridere tra loro militanti di diverse, particolari istanze di una sinistra alla frutta.

Divide et impera. Dividi e comanda. Ben fatto. Tutti noi, perché lo abbiamo fatto da soli. E continuiamo a farlo. Un avversario, qualsiasi avversario, non può fare altro che matte risate a vedere come i suoi avversari si scannano tra di loro. Palazzo Chigi sarà Zelig, di questi tempi.

La sinistra, al momento, è un ammasso di dita che non fanno altro che additarsi l’uno contro l’altro. Invece che chiudersi a pugno e punire con rinnovata grinta ciò che il governo non sta facendo. Manca la freschezza per farlo, la grinta, la voglia di ascoltare, la capacità di rinnovarsi.

Siamo prolissi, stanchi, scoordinati. Dobbiamo svegliarci, unirci, trovare lo spirito del fare, superare gli stupidi particolarismi. Nulla andrà mai bene a tutti insieme al 100%. Aspettare quello è aspettare Godot. Se solo ci ascoltassimo, riuscissimo a coordinarci. Allora una voce si leverebbe di nuovo, rinnovata, orgogliosa di poter essere un’alternativa.

Per farlo, dobbiamo ricollegare i livelli. La politica ai partiti, i partiti tra di loro e soprattutto coi cittadini, e i cittadini col territorio. Ad oggi, invece, è impossibile farsi ascoltare. Il muro invisibile, che il Governo invece non ha, a sinistra svetta.

Immaginate di cercare di voler fare qualcosa. Di voler parlare con qualcuno. Di voler proporre.

E di vedere una risposta. Non un assenso. Non un diniego. Vedersi rispondere con una circolare copincollata. Con una frase da baci Perugina, di un generico che fa male.

Questo disintegra la fiducia. Più di qualsiasi proclama di Salvini. Torniamo ad ascoltarci. Parliamo, facciamo. Prima di tutto tra noi come cittadini, a tutti i livelli. Da Onorevole a Cittadino… che ricordo, deve essere sinonimo.

Invece.

Control+c

Control+v

E così muore la sinistra italiana.

Ascoltiamoci. Uniamoci. Facciamo.

Gabriele Grosso

Lavoratore millennial, classe 1990. Project Manager e Operations Specialist per Talent Garden. Metà vita a Milano, metà a Napoli, e una spolverata di Veneto. Sempre amato capire come le cose funzionano, dagli atomi alla politica. Fanatico dell’azione, convinto che una sola parola, al posto e nel momento giusto, possa cambiare tutto.