Salvini cambia pelle, separiamo 5 Stelle e Lega prima che sia troppo tardi

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Mi stupisce chi si stupisce. Salvini sta già cambiando pelle, semmai ha avuto in vita sua una convinzione che andasse oltre il suo tornaconto personale. È chiaro che sta succhiando il sangue dei Cinque Stelle e tra qualche mese passerà all’incasso. A un certo punto si toglierà la felpa e indosserà il tight.

La sua collocazione di estrema destra non gli impedirà di presentarsi come il garante di un pezzo dell’establishment. Che ha sempre favorito nella storia di questo paese uno scambio alla pari con gli uomini forti o presunti tali: se ci fai fare i cavoli nostri sulle tasse, tu puoi anche giocare a fare il poliziotto. Il fascismo è nato così, dal patto scellerato degli industriali e degli agrari con i presunti tutori dell’ordine pubblico, un po’ maneggioni e un po’ maneschi che garantivano la continuazione assoluta dei privilegi delle classi dominanti.

La storia non si ripete mai allo stesso modo, ma teniamolo bene a mente. Stare fermi in questo momento sarebbe un delitto. È stato compiuto un drammatico errore sei mesi fa, favorendo la saldatura tra grillini e Lega. Le briciole dei popcorn sono ancora tutte lì sul tavolo.

Non riaprire una riflessione oggi sulla necessità di lavorare a separare i due principali attori del governo e immaginare un esecutivo diverso significa rinunciare a fare politica. E regalare alla Lega il potere per chissà quanto tempo. La storia si ricorderà di noi. Con un giudizio drammatico.

Arturo Scotto

Nato a Torre del Greco il 15 maggio 1978, militante e dirigente della Sinistra giovanile e dei Ds dal 1992, non aderisce al Pd e partecipa alla costruzione di Sinistra democratica; eletto la prima volta alla Camera a 27 anni nel 2006 con l'Ulivo, ex capogruppo di Sel alla Camera, cofondatore di Articolo Uno di cui è coordinatore politico nazionale. Laureato in Scienze politiche, ha tre figli.